Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani

  Gruppo di Lavoro CPTI, 1999 - ING, GNDT, SGA, SSN, Bologna, 1999, 92 pp.


   Hanno collaborato inoltre:
   Raffaele Azzaro - GNDT
   Maria Giovanna Bianchi -SGA
   Henry Coppari - GNDT
   Emanuela Ercolani - GNDT
   Matteo Modè - SGA
   Giuliana Rubbia Rinaldi - GNDT
   Gianfranco Vannucci - ING
   Angela Zerga - GNDT

   Copyright © 1999 ING, GNDT, SGA, SSN





Presentazione
Enzo Boschi
Presidente della Commissione Grandi Rischi, Sezione Rischio Sismico

La seconda metà degli anni '80 ha segnato l'inizio di un periodo particolarmente fruttuoso per la ricerca nel settore della sismologia storica, un periodo del quale sono stato testimone diretto e attento. Negli anni trascorsi da allora, un insieme di circostanze propizie ha determinato condizioni che hanno consentito di sviluppare in modo sistematico questo settore di studi il quale, perdendo definitivamente il suo tradizionale ruolo ancillare nei confronti della sismologia strumentale, ha assunto un profilo disciplinare autentico e ha rafforzato il proprio ruolo di supporto alle analisi di pericolosità e rischio sismico. Queste condizioni favorevoli hanno dato vita al Catalogo dei Forti Terremoti in Italia e al Catalogo NT, descritti in sintesi nel seguito, ma hanno anche creato un nuovo problema. Fino alla metà degli anni '90, infatti, esisteva essenzialmente un solo catalogo nazionale di riferimento, quello realizzato nell'ambito del Progetto Finalizzato Geodinamica (si veda l'excursus proposto nel capitolo di Introduzione), al quale era giocoforza ricorrere per qualunque necessità sia di carattere strettamente scientifico sia di tipo applicativo. Dieci anni dopo, la nascita di due cataloghi diversi tra loro e enormemente più ricchi di informazioni è stata recepita con estremo favore da tutti coloro che si dedicano alla ricerca scientifica in senso stretto, ma ha creato qualche problema in più per quel settore specialistico di utenza cui è demandato il compito di estrarre dalla storia sismica nazionale indicazioni utili per diversi tipi di intervento normativo.
A partire dal 1996, e particolarmente con l'avvio dell'elaborazione delle mappe di rischio sismico a scala nazionale richieste dal Dipartimento della Protezione Civile, da più parti è stata affermata con forza la necessità che questa difficoltà venisse superata attraverso la compilazione di un unico catalogo parametrico di riferimento che rendesse disponibili in modo critico e sintetico tutti i dati e tutte le elaborazioni provenienti dalle diverse aree di ricerca. A questo proposito vanno ricordate le raccomandazioni contenute nel cosiddetto documento Barberi del 1996 e le indicazioni emerse durante la conferenza The Assessment of Seismic Risk in Italy: Ten Years Later, tenutasi a Erice tra il 26 agosto e il 2 settembre 1996. A questa prima fase ha fatto seguito il documento sismologia storica, curato da Paolo Gasperini, Emanuela Guidoboni e Massimiliano Stucchi, del marzo 1997 in cui viene tracciato un primo itinerario per la costruzione di un "Catalogo Parametrico Unificato" e per l'avvio di ricerche mirate necessarie al conseguimento di tale obiettivo.
L'itinerario proposto, naturalmente, non prevedeva che venissero "messi d'accordo" i ricercatori, operazione difficile da attuare e comunque contraria all'etica scientifica; più semplicemente, esso sollecitava la loro collaborazione per analizzare in dettaglio le difformità esistenti tra i parametri sismologici proposti dai due principali cataloghi allora disponibili e valutare l'impatto di tali difformità in campo applicativo.
L'esistenza di difformità non significa che uno dei due cataloghi sia "esatto" e l'altro sia "sbagliato". Due cataloghi possono basare i parametri di uno specifico terremoto su dati di intensità relativi a località in parte diverse, con criteri interpretativi legati alla sensibilità propria dell'autore dello studio storico; inoltre, possono usare differenti metodi di determinazione dei parametri. In alcuni casi, dati e percorsi di elaborazione abbastanza diversi possono portare a risultati sostanzialmente coincidenti per quanto riguarda la stima dell'epicentro e della intensità epicentrale dell'evento; in tali circostanze la scelta del catalogo di riferimento per quel particolare terremoto risulterebbe ininfluente. In altri casi, invece, dati e percorsi diversi possono portare a parametri difformi, ma comunque ugualmente accettabili per lo stato di avanzamento della ricerca; l'utente si trova comunque nella necessità di scegliere, e non sempre possiede gli elementi per effettuare una scelta ragionata.
Tutte le istanze e le premesse così brevemente riassunte sono confluite in questo Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani(CPTI), frutto di un progetto portato avanti con senso di responsabilità - nel quadro di una riorganizzazione funzionale delle attività di interesse del Dipartimento della Protezione Civile - da un Gruppo di Lavoro formato da ricercatori dell'Istituto Nazionale di Geofisica (ING), del Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti (GNDT) del CNR, della società SGA Storia Geofisica Ambiente (SGA) e del Servizio Sismico Nazionale (SSN). Il catalogo qui presentato è certamente il prodotto di questo retroterra articolato e largamente dialettico e può essere definito, a buon diritto, un "catalogo di consenso", in quanto rappresenta il risultato di uno sforzo comune mirante a raggiungere - a partire da diverse angolature scientifiche - un punto di accordo condiviso da tutti i gruppi coinvolti. Allo stato attuale, questo accordo non implica che ogni differenza di valutazione tra i componenti del Gruppo di Lavoro sia stata appianata e che essi abbiano rinunciato ad ulteriori approfondimenti scientifici; tuttavia si è esplicitamente convenuto che, al momento, questo catalogo rappresenta lo strumento più idoneo per le elaborazioni di interesse del Dipartimento della Protezione Civile.
Per tutte queste ragioni, alcune delle decisioni e dei risultati descritti nel seguito sono frutto di scelte che in molti casi non riflettono pienamente la ricchezza dell'informazione disponibile. È giusto quindi ribadire che il Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani è e deve essere considerato solo uno strumento di lavoro messo a disposizione della comunità scientifica per rispondere a esigenze applicative e di protezione civile; esso non potrebbe mai sostituire i cataloghi da cui è stato derivato, ai quali risulta agganciato logicamente proprio per consentire a chiunque lo desideri di attingere all'informazione di base originaria disponibile su un terremoto o sui danni subiti da singole località.
È giusto anche ricordare che le operazioni di omogeneizzazione e confronto descritte nel seguito - e che hanno richiesto oltre un anno di lavoro (dalla fine del 1997 all'inizio del 1999) - sono state realizzate in un periodo particolarmente denso di iniziative scientifiche per tutti i ricercatori coinvolti nel progetto. Tra la fine del 1997 e il 1998 sono stati infatti resi disponibili importanti studi su diverse regioni ad alta sismicità, come nel caso dell'area colpita dalla sequenza umbro-marchigiana del 1997 [Castelli et al., 1997; Boschi et al., 1998]; sono state messe a punto nuove tecniche per una più efficace quantificazione dei terremoti a partire dai dati di intensità (largamente utilizzate per la compilazione di questo nuovo catalogo); è stata portata a termine una impegnativa operazione di diffusione di dati ed elaborazioni via InterNet [Camassi e Stucchi, 1997; Monachesi e Stucchi, 1997; Boschi et al., 1999].

La sismologia storica è una disciplina affascinante e complessa, importantissima per i suoi risvolti applicativi e al tempo stesso contraddittoria: posta a cerniera, per sua stessa natura, tra le analisi qualitative che formano la sua essenza, e le valutazioni quantitative che ne devono discendere. Un settore di ricerca basato sulla raccolta di un sempre crescente numero di dati e di testimonianze storiche e sull'interazione di ricercatori afferenti ad ambiti disciplinari specialistici differenziati, ma che proprio per questo motivo evidenzia sempre più importanti nodi interpretativi e la necessità di elaborare un linguaggio comune.
Ritengo che questo catalogo, segnando un primo impegnativo passo nel difficile rapporto tra ricerca di base e obiettivi applicativi, fotografi con fedeltà l'approfondimento, il miglioramento e il consolidamento delle conoscenze che hanno caratterizzato la ricerca svolta in quest'ultimo scorcio del millennio, a tutto vantaggio di chi si avvarrà di queste conoscenze nella difficile opera di mitigazione del rischio sismico a cui è esposto il nostro Paese.




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Introduzione

Fra tutti i paesi di antica cultura scritta l'Italia occupa a pieno diritto un posto di primissimo piano per la sua tradizione di studi sui terremoti storici. La straordinaria ricchezza del patrimonio storico-documentario del nostro Paese e la frequenza dei forti terremoti hanno certo avuto un ruolo determinante per la nascita e il prosperare di studi. Altri paesi sono ricchi di storia quanto l'Italia e tuttavia non possono vantare una tradizione altrettanto imponente - per lunghezza, continuità, qualità - nel campo degli studi storici sui terremoti. Non sarà quindi inopportuno inserire in questa introduzione a un nuovo catalogo di terremoti un breve riassunto delle fasi salienti nella storia di questa disciplina.
Già alla fine dell'Ottocento esisteva in Italia una cospicua eredità di dati sui terremoti storici, che affondava le radici nell'antichità classica (si veda un'analisi di questa produzione in Guidoboni e Stucchi [1993] e Guidoboni et al. [1994]) e nell'erudizione classicista rinascimentale (ne sono un esempio i cataloghi manoscritti di Giannozzo Manetti, 1457, e di Pirro Ligorio, 1570-74), e che ebbe come punto di approdo il grande repertorio di Marcello Bonito pubblicato nel 1691. L'insieme di questa produzione costituiva un patrimonio rilevante, molto diversificato ma lacunoso e problematico. Tale patrimonio rimase nell'ambito dell'erudizione letteraria fino a quando i terremoti non furono assunti entro una teoria generale, cosa che avvenne alla fine dell'Ottocento grazie al lavoro anche teorico di scienziati come Giuseppe Mercalli (1850-1914) e Mario Baratta (1868-1935), autori di numerosissimi studi e di due importantissimi cataloghi dei terremoti italiani [Mercalli, 1883; Baratta, 1901]. In questo periodo vennero elaborate le prime scale organiche dell'intensità macrosismica [De Rossi, 1874; Mercalli, 1888], la cui applicazione rappresentò un momento fondamentale nel passaggio, che avvenne gradualmente, dai cataloghi descrittivi ai cataloghi parametrici. L'attribuzione sistematica dell'intensità alle località interessate da un terremoto permette infatti di delineare la distribuzione degli effetti macrosismici, consentendo quindi di stimare in modo oggettivo sia la posizione dell'epicentro sia l'energia complessivamente rilasciata.
Nel corso del Novecento i cataloghi vissero fasi successive di crescita e perfezionamento; i terremoti che andavano accadendo furono oggetto di raccolte sistematiche di dati, sia strumentali sia macrosismici, dapprima da parte dell'Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica e successivamente da parte dell'ING, dati che furono poi utilizzati per la compilazione di nuovi cataloghi [Cavasino, 1935; Caloi, 1942; De Panfilis, 1959]. Durante gli anni Sessanta e all'inizio degli anni Settanta sia il Comitato Nazionale per l'Energia Nucleare (CNEN: poi ENEA, Ente Nazionale per le Energie Alternative) [Iaccarino, 1964; 1968a; 1968b; Giorgetti e Iaccarino, 1971] sia l'ING [Feliziani e Marcelli, 1965; Caloi et al., 1969; Gasparini e Giovani, 1973] pubblicarono vari cataloghi parametrici basati per lo più su dati macrosismici; a questo periodo appartiene anche il catalogo europeo di Kárník [1968-71], basato su dati strumentali e macrosismici. Nel 1973 il CNEN pubblicò il primo catalogo parametrico informatizzato [Carrozzo et al., 1973], seguito nel 1975 dal Catalogo CNR di Calabria e Sicilia [Carrozzo et al., 1975] e nel 1977 dal catalogo ENEL [ENEL, 1977]. Quest'ultimo fu revisionato e integrato nell'ambito del Progetto Finalizzato Geodinamica (PFG) del CNR (1976-1982) e in seguito pubblicato [Postpischl, 1985]. A questo proposito è opportuno ricordare che, mentre i cataloghi CNEN ed ENEL erano stati compilati essenzialmente come supporto per la scelta di siti che avrebbero dovuto ospitare impianti industriali ed installazioni ad alto rischio, i cataloghi dell'ING e del PFG erano invece rivolti ad una più generale utenza scientifica.
Nel 1983 ebbe inizio un'ulteriore intensa fase di studi promossa dall'ENEL per sviluppare analisi approfondite della sismicità caratteristica delle aree e dei siti prescelti per le sei centrali nucleari previste dal Piano Energetico Nazionale. Nell'ambito di questi studi, eseguiti dalla società SGA di Bologna, vennero analizzati e studiati con nuovi criteri più di 1700 terremoti [ENEL, 1985, 1986] e venne raccolta e organizzata una notevole mole di dati che successivamente fu messa a disposizione della comunità scientifica.
A partire dal 1987, attraverso i programmi di ricerca dell'ING e del GNDT sono state create le condizioni per continuare a sviluppare in modo sistematico questo settore di studi, che nel corso dell'ultimo decennio ha assunto un profilo disciplinare autentico e il cui fondamentale ruolo di supporto alle analisi di pericolosità e rischio sismico è riconosciuto oggi nelle sedi scientifiche internazionali. In questa fase sono stati pianificate ed effettuate analisi su diverse centinaia di terremoti, studi che hanno portato alla realizzazione del Catalogo dei Forti Terremoti in Italia [Boschi et al., 1995; 1997], del Catalogo NT4.1.1 [Camassi e Stucchi, 1997] e del Database delle Osservazioni Macrosismiche (DOM4.1) [Monachesi e Stucchi, 1997], descritti più in dettaglio nel seguito.
Il Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani qui presentato è il più recente prodotto di sintesi di questa nuova fase degli studi storico-sismologici, ma è anche il primo frutto di uno sforzo comune ad esponenti di tutti gli enti italiani attualmente attivi nel campo della ricerca in sismologia storica. Il nuovo catalogo è nato dall'esigenza di fornire a tutta la comunità scientifica che ruota intorno alle discipline sismologiche un prodotto sostenuto dal consenso di autorevoli esponenti della stessa comunità. Nell'offrirlo agli utenti gli autori auspicano che si realizzino un confronto critico ancora più approfondito fra i ricercatori del settore e una più avanzata integrazione delle basi di dati attualmente disponibili, così da rendere possibile - in un futuro che si spera prossimo - la predisposizione di un elaborato che costituisca una degna prosecuzione della straordinaria tradizione di studi di cui la comunità scientifica italiana è oggi depositaria.


Disponibilità di cataloghi recenti

Grazie allo sviluppo raggiunto dalle ricerche di sismologia storica sono oggi disponibili in Italia due cataloghi parametrici: il Catalogo dei Forti Terremoti in Italia, commissionato dall'ING alla società SGA, nelle due versioni pubblicate nel 1995 e 1997 (a stampa, su CD-ROM e su sito InterNet; nel seguito denominate rispettivamente CFTI 1 e CFTI 2), e il Catalogo NT prodotto dal GNDT, di cui è oggi disponibile la versione 4.1.1 pubblicata nel 1997 (a stampa e su sito InterNet; nel seguito denominato NT4.1.1) e aggiornata nel 1998 (si veda la Tabella 1). Questi cataloghi sono diversi per obiettivi, strategie seguite nella compilazione e tipologie dei dati utilizzati. La breve descrizione che segue serve a riassumere le loro caratteristiche salienti e a spiegare meglio come ognuno di essi ha contribuito alla compilazione del Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani.


Il Catalogo dei Forti Terremoti in Italia

Questo catalogo è una raccolta di studi motivata da una revisione critica di dati del catalogo PFG (e del catalogo ante-1000 dell'ING [Gasparini et al., 1983] per il periodo precedente tale anno). È basato su ricerche originali sviluppate alla luce di una nuova sensibilità storiografica. I dati sono stati raccolti e interpretati attraverso una metodologia di lavoro uniformata, i cui criteri e il cui assetto generale sono illustrati nelle introduzioni delle due versioni a stampa del catalogo [Guidoboni, 1995; 1997]. I suoi autori hanno cercato di uniformare il più possibile anche i criteri di valutazione dell'intensità macrosismica [Guidoboni e Ferrari, 1995] e hanno applicato un metodo formalizzato per il calcolo dei parametri derivati [Gasperini e Ferrari, 1995; 1997].
Il Catalogo dei Forti Terremoti in Italia contiene 559 terremoti appartenenti a 457 sequenze sismiche. In questo numero sono comprese scosse principali, scosse precedenti e seguenti, nonché gli eventi non confermati dalla ricerca ("falsi"). Con la scelta di inserire anche questi ultimi eventi, il Catalogo dei Forti Terremoti in Italia ha inteso essere un catalogo "con memoria", così da prevenire possibili ambiguità e permettere all'utente di essere aggiornato sui processi decisionali adottati. La prima edizione, pubblicata nel luglio 1995 (CFTI 1), è costituita da un volume di 973 pagine, contenente tutti i dati (testi di commenti e parametri) in forma sintetica, e da un CD-ROM che ospita tutto il sistema informativo. La seconda edizione (CFTI 2) è del giugno 1997 e consta di un secondo volume di 644 pagine e di un ulteriore CD-ROM. Quest'ultimo contiene tutto il sistema informativo precedente più le informazioni relative a 200 ulteriori terremoti, nonché approfondimenti relativi a 7 terremoti presenti nella prima edizione. L'arco cronologico complessivamente coperto va dal 461 a.C. al 1990.
Il Catalogo dei Forti Terremoti in Italia si è posto l'obiettivo di favorire successive ricerche e approfondimenti, e per meglio orientare l'utente nella valutazione dei risultati distingue gli studi in tre livelli di approfondimento. Ogni terremoto viene descritto da commenti storico-critici che, per facilitare la consultazione, sono stati elaborati sulla base di otto aree guida generali all'interno delle quali vengono sviluppati aspetti più specifici e dettagliati. Per i terremoti studiati con maggior dettaglio questo catalogo contiene inoltre un archivio delle fonti, che nel CD-ROM allegato a CFTI 2 è formato da oltre 12.000 testi memorizzati nella loro forma originale; contiene inoltre le bibliografie complete per ogni evento sismico, classificate in modo da evidenziare il "valore" delle informazioni secondo precisi criteri storiografici.
Il Catalogo dei Forti Terremoti in Italia è appunto un catalogo di terremoti "forti", ovvero che possono aver indotto crolli e importanti danni strutturali in aree estese, e per questo motivo si presta ad indagini di carattere sismotettonico e ipotesi di associazione terremoti-strutture geologiche; tuttavia esso non è completo per ottenere stime di pericolosità probabilistiche. La prima versione del catalogo comprendeva la revisione di tutti i terremoti riportati dal catalogo PFG (che copre il periodo 1000-1980) con intensità epicentrale Io > VIII; la seconda versione include anche un certo numero di terremoti al di sotto di questa soglia e i più forti terremoti avvenuti dopo il 1980, oltre ad offrire aggiornamenti su terremoti già presenti nella prima edizione.
Entrambe le versioni del Catalogo dei Forti Terremoti in Italia contengono anche tutti i dati di intensità utilizzati per ottenere i parametri proposti, per un totale di circa 31.000 descrizioni di effetti sismici georeferenziati cui si aggiungono quasi 2000 descrizioni di effetti sull'ambiente naturale.


Il Catalogo NT4.1.1

Questo catalogo è stato concepito all'interno del GNDT, nell'ambito di un progetto nazionale finalizzato alla valutazione della pericolosità sismica del territorio italiano, ed è stato quindi compilato in sintonia con la strategia delle ricerche per la valutazione della pericolosità sismica adottata dal GNDT stesso e delineata in Stucchi [1991]. In particolare, il GNDT ha optato per il riutilizzo di tutti gli studi di terremoti già disponibili a un livello di qualità accettabile, approfondendo la ricerca solo per gli eventi documentati da informazioni di base di bassa qualità. In altre parole, il catalogo NT4.1.1 ha privilegiato la sistematicità e la completezza dei dati offerti, limitandosi ad una revisione approfondita solo per alcuni terremoti ritenuti di particolare importanza.
Una prima versione del catalogo NT (NT.1) è stata prodotta nel giugno 1993 [Stucchi et al., 1993]; successive versioni sono state prodotte e utilizzate nelle diverse fasi del progetto. La versione NT4.1.1 [Camassi e Stucchi, 1997] rappresenta un miglioramento del catalogo usato per la compilazione delle mappe di rischio sismico a scala nazionale consegnate nel giugno 1996 al Dipartimento della Protezione Civile; nel 1998 è stata resa disponibile una versione estesa al periodo 1981-1992.
Il catalogo NT4.1.1 considera solo terremoti di "area italiana", ossia inclusi in un poligono che comprende le zone sismogenetiche di interesse per la valutazione della pericolosità sismica in Italia secondo il modello proposto da Scandone et al. [1992] (versione ZS4 - aprile 1996). NT4.1.1 comprende eventi con I>=V-VI oppure M>= 4.0 (ad eccezione delle zone sismogenetiche 05 Cansiglio, 10 Comasco-Varesotto e 73 Etna, per le quali è stata scelta una soglia più bassa), e non contiene repliche dei terremoti più grandi, ovvero non contiene tutte le scosse avvenute entro 90 giorni e 30 km da una scossa di energia maggiore individuata come principale all'interno di una sequenza.
Il catalogo copre la finestra cronologica dal 1000 al 1992 e contiene 2488 terremoti, i cui parametri sono stati determinati a partire da dati di intensità (un migliaio di casi) oppure sono stati ereditati da altri cataloghi parametrici, in particolare dal catalogo PFG (961 casi).
I dati di intensità su cui è basato NT4.1.1 provengono dal Database delle osservazioni macrosismiche del GNDT (DOM4.1: Monachesi e Stucchi [1997]), reso disponibile in InterNet a partire dal 1997, che contiene circa 40.000 dati di intensità per il periodo che va dal 1000 al 1980 e che raccoglie i risultati di 81 studi o raccolte di studi relativi a più di 900 terremoti. Tali studi sono stati scelti, dopo un lungo processo di inventariazione, fra quelli disponibili in letteratura, oppure sono stati effettuati direttamente dalle Unità di Ricerca del GNDT, seguendo in generale un approccio speditivo formalizzato [Stucchi, 1991], tale da consentire un miglioramento delle conoscenze per il maggior numero possibile di eventi. Alcuni di questi studi sono pubblicati mentre altri sono disponibili in forma di rapporti tecnici.
Tutti i dati raccolti sono stati sottoposti a un complesso lavoro di verifica, omogeneizzazione e georeferenziazione. In caso di disponibilità di dati di base sia macrosismici sia strumentali, la preferenza è stata normalmente assegnata al dataset macrosismico, sia per le particolari finalità del catalogo, sia perché, ad esclusione di pochi casi recenti, la qualità del dataset strumentale risulta generalmente inadeguata.
I terremoti per cui DOM4.1 dispone di dati di base espressi in termini di intensità sono circa un migliaio e comprendono la grande maggioranza dei terremoti con Io>= VII-VIII. Per gli eventi privi di dati di base sono stati adottati i parametri provenienti da precedenti cataloghi parametrici. Infine gli eventi che, a seguito di apposite indagini (si veda ad esempio Albini et al. [1988]; Bellettati et al. [1993]; Castelli [1993]) sono stati valutati falsi o molto dubbi non sono stati inseriti nel catalogo.



Tabella 1 - Riepilogo dei cataloghi recenti disponibili
denominazione
e enti promotori
periodo
coperto
soglia
intensità
soglia
magnitudo
numero
totale record
anno
Catalogo dei Forti Terremoti in Italia 1
ING-SGA
461 a.C.-1980 VIII-IX* - 346** 1995
Catalogo dei Forti Terremoti in Italia 2
ING-SGA
461 a.C.-1990 VIII-IX* - 559** 1997
Catalogo NT4.1.1/DOM4.1
GNDT-CNR
1000-1980 V-VI 4.0 2421 1997
Catalogo NT4.1.1/'81-'92
GNDT-CNR
1981-1992 V-VI 4.0 67 1998

* si intende che questo catalogo riporta tutti gli eventi noti al catalogo del Progetto Finalizzato Geodinamica con intensità pari o superiore a tale valore; tuttavia, per alcune aree, esso include anche alcuni eventi con intensità minore;

** nel numero indicato sono inclusi anche alcune decine di terremoti considerati "falsi" dai compilatori e quindi mai avvenuti realmente.


Verso un "catalogo di consenso"

A causa delle differenze di genesi e di contenuto così delineate, scegliere tra i parametri proposti dai due cataloghi CFTI 1-2 e NT4.1.1 può talora rivelarsi arduo per un operatore non specialista nel settore della sismologia storica. Il problema più difficile è rappresentato da circa 300 terremoti "forti" comuni ad entrambi i cataloghi, per alcuni dei quali vengono proposti parametri epicentrali ed energetici abbastanza differenti. A causa di questa difformità alcuni eventi-chiave possono quindi avere un impatto molto diverso nell'ambito di valutazioni a carattere sismotettonico e ingegneristico. L'elaborazione del Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani qui presentato è stata intrapresa proprio con l'obiettivo di superare questa difficoltà, effettuando una prima sostanziale riduzione delle differenze dei parametri per i terremoti comuni ai due cataloghi. A garanzia di questo risultato il catalogo nasce sostenuto dal consenso degli autori dei cataloghi CFTI e NT4.1.1, che hanno operato a stretto contatto, discutendo collegialmente le scelte chiave che lo caratterizzano.



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Caratteristiche generali

Il Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani si compone di un corpo principale e di una serie di appendici. Queste contengono terremoti appartententi a CFTI e NT che non sono stati inseriti nella lista principale per ragioni che verranno esposte caso per caso. Vengono qui descritti i criteri adottati per le diverse scelte operative che hanno portato all'attuale configurazione del catalogo. Va ricordato che molte delle scelte operate, per esempio nella definizione delle soglie energetiche e nel trattamento delle sequenze, riflettono opzioni legate alla specifica strategia adottata dal GNDT per la valutazione della pericolosità sismica [Stucchi, 1991].


Soglie energetiche

Per questo catalogo sono state assunte le soglie di intensità e magnitudo già adottate da NT4.1.1. (Io>= V/VI o M>= 4.0). Tale soglia è stata mantenuta anche per le aree (zone 05 Cansiglio, 10 Comasco-Varesotto e 73 Etna della versione ZS4 della zonazione originariamente proposta da Scandone et al. [1992]) per le quali NT4.1.1 aveva invece adottato soglie ridotte. I terremoti provenienti da CFTI 2 (97 eventi) e NT4.1.1 (25 eventi) che si trovano al di sotto di tali soglie sono riportati in Appendice A.


Limiti cronologici

La finestra cronologica coperta da questo catalogo va dal Mondo Antico al 1992. In questo modo viene recepita pienamente l'estensione cronologica dei due cataloghi di partenza (l'evento più antico nel corpo principale del catalogo è datato 217 a.C.). È tuttora in corso un progetto congiunto ING-GNDT per la riorganizzazione dell'attuale database strumentale relativamente al periodo dal 1980 ad oggi. Tale progetto, il cui completamento è previsto entro il 1999, consentirà di estendere ulteriormente la finestra cronologica esplorata e di dotarla di un maggior dettaglio.


Trattamento delle sequenze

Per motivi di omogeneità con scelte già effettuate da NT, il catalogo non contiene eventi definiti come "repliche" dal catalogo NT stesso (ovvero le scosse avvenute entro 90 giorni e 30 km da una scossa di energia maggiore individuata come principale all'interno di una sequenza). Questo criterio porta all'esclusione di 51 "repliche" (tutte provenienti da CFTI in quanto come si è visto NT ne è già privo), elencate nell'Appendice B.


Limiti geografici

Sono stati ritenuti di interesse solo i terremoti avvenuti in Italia e quelli che, pur essendo stati localizzati in aree limitrofe, potrebbero essere stati risentiti con intensità significativa all'interno dei confini dello stato. In pratica sono stati presi in considerazione tutti i terremoti avvenuti all'interno di una finestra geografica che comprende, oltre all'Italia, una fascia di confine formata da una parte dei territori che si affacciano sull'Adriatico, sullo Jonio e sul Mar Ligure (Fig. 1). Tale criterio geografico ha portato all'eliminazione dal corpo principale del catalogo di un terremoto avvenuto nel 365 d.C. e riportato da CFTI 2. La tradizione storico-sismologica riteneva questo terremoto responsabile di danni in Sicilia, ma la ricerca successiva ha escluso questa circostanza, dimostrando che tale terremoto è avvenuto al largo di Creta (il relativo record è reperibile in Appendice C).


Altre condizioni di esclusione

Si è deciso di non includere nel corpo principale del catalogo il terremoto che NT4.1.1 riporta, a titolo sperimentale, come verificatosi nel 1200 nella zona del Massiccio del Pollino (il relativo record è comunque reperibile in Appendice C). Per tale evento esiste esclusivamente evidenza paleosismologica e non sono quindi disponibili né stime energetiche convenzionali né una datazione ottenuta secondo i criteri usuali della cronografia. L'inclusione di questo evento e di altri paleoterremoti messi in evidenza dalla ricerca paleosismologica degli ultimi anni potrà essere presa in esame nell'ambito dei futuri sviluppi del Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani.


Uno sforzo di sintesi

Il catalogo risultante da questa operazione (Fig. 1) rappresenta una sintesi di tutte le informazioni disponibili effettuata attraverso scelte anche piuttosto drastiche tra diverse possibili opzioni. Come già ricordato, queste scelte sono state determinate in massima parte dalla volontà di produrre un catalogo immediatamente utilizzabile per il calcolo della pericolosità sismica secondo le strategie finora utilizzate in Italia. Tali scelte possono quindi in alcuni casi risultare improprie o addirittura controproducenti per chi volesse usare il catalogo stesso per scopi diversi. In particolare, la scelta di privilegiare in molti casi i dati macrosismici rispetto a quelli strumentali risponde all'esigenza di fornire sempre i parametri che meglio descrivono la distribuzione geografica degli effetti di ogni terremoto ai fini della valutazione del suo contributo alla pericolosità sismica regionale. Ad esempio, la scelta di utilizzare per alcuni forti terremoti recenti l'epicentro macrosismico piuttosto che quello strumentale risponde alla necessità di fornire un'indicazione sulla localizzazione del centroide della struttura sismogenetica piuttosto che del punto di nucleazione della rottura, che per una sorgente estesa potrebbe trovarsi ad un'estremità della sorgente stessa. Questa scelta garantisce allo stesso tempo una buona omogeneità con le determinazioni epicentrali ottenute per i terremoti storici, le quali rappresentano sempre ed esclusivamente il baricentro dell'area dei massimi effetti [Gasperini et al., 1999].




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Scelta degli elaborati di riferimento

La scelta degli elaborati (ossia gli elenchi delle intensità macrosismiche) da utilizzare come riferimento per ciascuno dei terremoti riportati nel Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani rappresenta il cuore dell'operazione qui descritta. La scelta è stata basata in parte su criteri "freddi" di tipo quantitativo, in parte su una valutazione della qualità dei dati storici di base, in parte su considerazioni sulla congruenza geografica della ricerca stessa. I diversi criteri utilizzati per le diverse epoche considerate e i risultati della loro applicazione sono meglio dettagliati nel seguito.

Periodo dal Mondo Antico al 1000

Per quanto riguarda il periodo prima dell'anno 1000 i dati disponibili sono forniti esclusivamente da CFTI 2, che per questo periodo riporta 87 terremoti: si tratta di dati derivanti dal catalogo di Guidoboni et al. [1994]. Di questi 46 sono al di sotto della soglia energetica convenuta e 2 si riferiscono a "repliche" secondo la definizione qui adottata, mentre uno è il terremoto di Creta del 365 d.C. (escluso in quanto al di fuori della finestra geografica di definizione: vedi sopra). Per il periodo che va dal Mondo Antico al 1000 sono quindi disponibili 38 eventi dotati di dati di base macrosismici. Si noti tuttavia che, per ragioni comprensibili, per diversi di questi eventi non è possibile calcolare parametri epicentrali ed energetici con lo standard di accuratezza consentito per terremoti di epoche successive. In particolare, per 14 eventi riconosciuti dagli autori come risentimenti in centri di grande rilevanza culturale o politica (Roma, Napoli, Ravenna ecc.) di forti terremoti avvenuti altrove è stato scelto di non valutare l'intensità epicentrale, e conseguentemente di escludere i terremoti stessi dal corpo principale del catalogo in quanto al di sotto della soglia di intensità fissata. I record relativi agli eventi esclusi trovano posto nelle Appendici A, B e C.

Periodo 1000-1980

I dati relativi a questo periodo rappresentano il nucleo principale del catalogo. Per questo motivo la descrizione che segue considera separatamente i cataloghi NT4.1.1 e CFTI 2.
Catalogo NT4.1.1. Per il periodo 1000-1980 il catalogo NT4.1.1 riporta 2421 record. Di questi, 1471 provengono da altri cataloghi parametrici, 936 da dati di base macrosismici e 14 da dati di base strumentali. Si noti che 12 dei record macrosismici si riferiscono a 5 eventi con parametrizzazione multipla, ovvero che sono stati convenzionalmente suddivisi in più eventi per meglio rendere conto della forte estensione o complessità geografica dell'area dei massimi effetti.
Catalogo CFTI 2. Per lo stesso periodo il catalogo CFTI 2 riporta 466 record. Di questi 57 non sono stati presi in considerazione perché si riferiscono a terremoti dimostrati "falsi" dalla ricerca su cui è basato CFTI 2, tutti non presenti in NT4.1.1 (si ricordi che questo catalogo non riporta terremoti "falsi"). Altri 70 dei 409 record restanti, senza corrispettivo in NT 4.1.1, non sono stati utilizzati per la compilazione di questo catalogo in quanto al di sotto delle soglie stabilite o corrispondenti a "repliche" secondo la definizione già ricordata, e sono stati quindi inseriti nelle Appendici A e B.
Nel riquadro che segue viene riportato il dettaglio delle considerazioni che portano a restringere a 299 terremoti singoli più 5 a parametrizzazione multipla il set degli eventi per cui è stato necessario scegliere tra i due disponibili l'elaborato da includere nel corpo principale del Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani.

Periodo 1981-1992

Per questo periodo il catalogo NT4.1.1 riporta 67 record. Di questi, 16 provengono da un catalogo parametrico (Bollettino Sismico ING), mentre i rimanenti 51 possiedono dati di base macrosismici (di cui 30 provenienti dal Bollettino Macrosismico ING). Per 5 eventi entrambi i cataloghi dispongono di dati di base; in 4 di questi casi NT4.1.1 fa uso degli studi di CFTI 2. Per lo stesso periodo CFTI 2 include anche una "replica" secondo i criteri sopra esplicitati.


Criteri di scelta

Il problema della scelta si è dunque posto solo per i terremoti per i quali si dispone di più di un elaborato. La scelta è stata in primo luogo basata sul numero di punti di intensità disponibili per ogni dato terremoto. Successivamente si è tentato di valutare in maniera speditiva il livello di approfondimento della ricerca svolta, al di là della semplice consistenza numerica dei punti d'intensità riportati nei due cataloghi. Infine, la selezione ha cercato di garantire la maggiore omogeneità possibile nell'assegnazione dell'intensità macrosismica.
È opportuno ricordare ancora che in questa fase la scelta è stata effettuata in modo speditivo, senza un confronto critico approfondito delle ricerche di base. Sono state perciò considerate come indicatori le differenze esistenti nei parametri energetici ed epicentrali, valutate a partire dal confronto dei parametri oggi disponibili o da quelli ricalcolati, nonché quando possibile valutazioni generali sulla qualità dell'informazione di base.
Per il periodo compreso tra il 1000 e il 1980 questo lavoro di analisi e selezione ha portato alla scelta di 247 record provenienti da CFTI 2 (inclusi quelli dotati di dati di base solo in CFTI 2) e 77 provenienti da DOM4.1. L'Appendice D riporta, per tutti gli eventi per i quali erano disponibili due elaborati (uno proveniente da CFTI 2 e uno da DOM4.1), il record escluso a vantaggio dell'altro (che compare invece nel corpo principale del catalogo).
Si noti infine che per un evento (5 dicembre 1456) per il quale NT4.1.1 aveva adottato una "parametrizzazione multipla" espressa con tre record, questo catalogo ha adottato una soluzione limitata a due record (il terzo record proposto da NT4.1.1 è inserito in Appendice C); per altri due eventi per i quali NT4.1.1 aveva adottato una parametrizzazione multipla (11 gennaio 1693; 5 marzo 1823) il catalogo ha optato per una parametrizzazione singola (i record accessori di NT4.1.1 sono inclusi nell'Appendice D).


Definizione del set di confronto tra i cataloghi di partenza

Il set di confronto si compone di 339 record.
Tra questi:
  • 9 corrispondono ai 5 eventi con parametrizzazione multipla presenti nel catalogo NT4.1.1;
  • 9 non hanno un corrispettivo in NT4.1.1: di questi 4 sono associati a terremoti presenti nel catalogo CFTI 2 ma non considerati da NT4.1.1 (22 gennaio 1349, Isernia; 1850 e 1897, Slovenia; 1954 Basso Tirreno, quest'ultimo privo di dati di base anche su CFTI 2 in quanto risultato privo di effetti macrosismici), mentre gli altri 5 sono associati a terremoti considerati falsi da NT4.1.1;
  • 22 terremoti presenti nel CFTI 2 non hanno un corrispettivo nel database DOM4.1; per questi NT4.1.1 riporta parametri provenienti da precedenti cataloghi (4 da Ribaric [1982]; 8 da Postpischl [1985]; 7 da Van Gils e Leydecker [1991]) o ricavati direttamente da dati strumentali (3 eventi). Peraltro 2 tra questi 22 eventi non possiedono dati di base nemmeno in CFTI 2; uno perché ritenuto falso (1488, Basso Tirreno), l'altro perché l'indagine macrosismica effettuata ha evidenziato l'assenza di effetti macrosismici (1947, Basso Adriatico).


Relativamente al periodo 1000-1980 esistono quindi:

  • 5 sequenze sismiche a parametrizzazione multipla, corrispondenti a 12 eventi su NT4.1.1 e a 10 (di cui uno ricadente nella categoria delle "repliche") di CFTI 2; le cinque sequenze sismiche sono dotate di dati di base in entrambi i cataloghi (per due di essi i dati presenti in DOM4.1 derivano da CFTI 2);
  • 299 (339-9-9-22) terremoti singoli con dati di base in entrambi i cataloghi, di cui 28 ripresi in DOM4.1 da CFTI 2 e 6 considerati "dubbi" da NT4.1.1;
  • 28 (9-1+22-2) terremoti con dati di base macrosismici solo in CFTI 2 (di cui 2 con dati di base strumentali in DOM4.1);
  • 637 (950-14-299) terremoti con dati di base macrosismici solo in DOM4.1;
  • 12 (14-2) terremoti con dati di base strumentali solo in DOM4.1;
  • 1451 (1471-20) terremoti ripresi in NT4.1.1 da cataloghi parametrici precedenti e pertanto privi di dati di base.





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Parametri dei terremoti e criteri di determinazione

I due cataloghi parametrici di partenza (CFTI e NT4.1.1) adottano parametri definiti in modo abbastanza simile. Per questa ragione la definizione dei parametri adottati nel nuovo catalogo non ha presentato particolari difficoltà ma ha richiesto solo una breve messa a punto. Le sigle utilizzate per definire i diversi parametri sono riportate tra parentesi; si noti che nella maggior parte dei casi esse non coincidono con quelle adottate dai cataloghi di partenza. Lo schema descritto è stato ripetuto nella testata del corpo principale del catalogo, dove il lettore troverà anche l'organizzazione del singolo record di catalogo dal punto di vista informatico.

Numero d'ordine (N)
È stato definito un numero progressivo per tutti i terremoti presenti nel nuovo catalogo.

Tipo di record (Tr)
Indica il tipo di informazione che è alla base dei parametri riportati. "DI" indica che sono disponibili dati di intensità macrosismica, "CP" che il record proviene da un altro catalogo parametrico, "PM" che si tratta di una parametrizzazione multipla. Sono indicati con la dicitura "CP" anche terremoti di NT4.1.1 e CFTI 2 mancanti di dati di base macrosismici.

Tempo origine (Anno, Me, Gi, Or, Mi, Se)
È stata adottata per ogni terremoto l'indicazione fornita dall'elaborato di riferimento o dal catalogo parametrico di provenienza.

Denominazione dell'area dei massimi effetti (AE)
È stata generalmente mantenuta la denominazione riportata dal catalogo scelto per lo specifico evento. Si è provveduto ad inserire tale denominazione per i terremoti provenienti da altri cataloghi in cui questo campo era vuoto, e a correggere i troncamenti eventualmente risultanti da limitazioni del numero di caratteri disponibili per il campo.

Codice bibliografico dell'elaborato di riferimento (Rt)
Definisce l'elaborato di riferimento per ogni singolo record del nuovo catalogo. Per tutti i terremoti con dati di base macrosismici provenienti da DOM4.1 è stata indicata la dicitura "DOM", mentre per tutti quelli provenienti da CFTI è stata riportata la dicitura "CFTI". I terremoti provenienti da NT4.1.1 e basati esclusivamente su dati strumentali sono stati riportati con la dicitura "NT". I terremoti provenienti da NT4.1.1 e basati su altri cataloghi parametrici (per i quali Tr assume la dicitura "CP": vedi sopra) mantengono il codice Rt originario ("CVI86" per Cvijanovic [1986], "LEY86" per Leydecker [1986], "OGS87" per OGS [1987], "POS85" per Postpischl [1985], "RIB82" per Ribaric [1982], "SUK75" per Sulstarova e Kociaj [1975] e "VGL91" per Van Gils e Leydecker [1991]). Per i terremoti avvenuti a partire dal 1981 il codice Rt può assumere la dicitura "BSING" e "BMING", rispettivamente a indicare la provenienza dal bollettino strumentale e dal bollettino macrosismico dell'ING.

Numero dei punti di intensità (Np)
È stato riportato il numero complessivo delle località per le quali è fornita la valutazione dell'intensità nei rispettivi database, comprese le intensità attribuite da CFTI ad aree geografiche e quelle attribuite come classi convenzionali di tipologie di danno su singoli edifici (si veda la tabella a pagina 111 del volume a stampa di CFTI 2). Tale numero può differire leggermente da quello originariamente pubblicato in entrambi i cataloghi a causa dell'individuazione di alcuni errori di calcolo.

Intensità massima (Imx)
È stato riportato il valore presente nel catalogo di partenza.

Intensità epicentrale (Io)
È stata determinata con l'obiettivo di utilizzare questo parametro come uno strumento omogeneo per la misura delle dimensioni del terremoto. Nella maggior parte dei casi (disponibilità di più punti con intensità pari a Imx, oppure terremoto descritto da un solo punto) si è assunto Io = Imx; in 325 casi (134 da CFTI 2, 191 da DOM4.1) si è assunto Io diverso da Imx. Nei casi in cui i punti con intensità uguale a Imx erano poco significativi e tutti gli altri punti erano di valore uguale o inferiore a Imx-1 (300 casi) è stata assegnata Io < Imx. Infine, in 25 casi è stata assegnata Io > Imx; si tratta di casi in cui l'insieme dei dati di base disponibili è stato ritenuto poco rappresentativo del terremoto stesso (ad esempio nel caso di terremoti in aree di confine o costiere e per alcuni terremoti medievali).
Io è disponibile per 2391 terremoti su 2480. Per le elaborazioni che richiedono Io come parametro di ingresso per tutti i terremoti (es.: valutazioni di massima intensità calcolata al sito), si suggerisce di determinare la Io dei terremoti che ne sono privi a partire dalla relazione empirica


Io=1.734 Ms - 1.636


ricavata invertendo i dati utilizzati per costruire la relazione tabellare Io/Ms descritta nel riquadro. Il campo occupato dalla Io è seguito dalla colonna TI che contiene la dicitura "M" quando l'intensità epicentrale stessa è stata modificata rispetto a quella riportata nel catalogo di provenienza.



Localizzazione epicentrale (Lat, Lon)
È stata ricalcolata per tutti i terremoti dotati di dati di base macrosismici attraverso l'algoritmo descritto in dettaglio da Gasperini e Ferrari [1995, 1997]. Per gli eventi il cui epicentro subisce uno spostamento superiore a 15 km rispetto all'epicentro riportato in NT4.1.1 è stata effettuata una verifica manuale della distribuzione dei punti di intensità, mirante ad evidenziare eventuali errori o anomalie (ad esempio nel caso di forti errori di localizzazione di singoli punti). Per alcuni eventi caratterizzati da una distribuzione fortemente anomala dei punti disponibili, come ad esempio nel caso di terremoti con epicentro in mare o accaduti in periodi ed aree scarsamente documentati, la localizzazione è stata determinata manualmente, tenendo conto anche di altri criteri (considerazioni di tipo storico, indicazioni derivanti da dati strumentali eventualmente disponibili, ecc.). Questa circostanza è stata evidenziata mediante una colonna ("codice localizzazione" TL) posta successivamente a quella occupata dalla longitudine dell'epicentro. Tale colonna contiene la dicitura "A" per gli eventi localizzati attraverso la procedura automatica già descritta; "M" per le localizzazioni modificate manualmente; "S" nei casi in cui, pur esistendo dati macrosismici, è stato adottato l'epicentro strumentale. Per i record provenienti da cataloghi parametrici precedenti il campo relativo a questo codice viene lasciato vuoto.

Magnitudo (Me, Mm, Ms, Ma)
Si è ritenuto utile rendere disponibili quattro alternative corrispondenti a diverse modalità di determinazione di questo parametro. In particolare vengono fornite, quando disponibili:


Per Ms ed Mm la modalità di determinazione è espressa da un "codice di determinazione" (rispettivamente Ts e Tm) descritto nel seguito.

Me Poiché le relazioni empiriche per la stima di Me sono state originariamente tarate sul valore della magnitudo momento sismico M e non su quello della magnitudo onde superficiali Ms, per ragioni di omogeneità con le altre stime di magnitudo disponibili nel nuovo catalogo il valore di Me originariamente riportato da CFTI 2 è stato trasformato applicando inversamente la relazione quadratica empirica tra Log Mo e Ms utilizzata da Gasperini e Ferrari [1997]


Log Mo=22.9 + 0.47 Ms + 0.14 Ms2



mediante la seguente formula:



La Me è stata comunque riportata solo per i terremoti per cui è stato possibile effettuare il calcolo attraverso il metodo delle aree di risentimento sulla base dell'intera distribuzione delle intensità e solo se il valore di M è pari o superiore a 5.0. Inoltre non è stata riportata per i terremoti per cui Io è stata posta pari a 0.0 (ad esempio nei casi in cui l'epicentro strumentale è in mare).

<
Mm È stata determinata per tutti i terremoti a partire dal valore di Io, utilizzando una relazione tabellare formulata a partire dai valori di Ms osservati e Io presenti in questo catalogo (vedi riquadro in basso). Il codice di determinazione Tm vale "M" se viene usata la relazione tabellare valida per l'Italia, "E" se viene usata la relazione funzionale valida per la zona etnea.




Determinazione dei coefficienti della relazione tabellare Io/Ms
Si è proceduto secondo la metodologia applicata per la relazione Io/Ms [Rebez e Stucchi, 1996] sviluppata nell'ambito della preparazione del catalogo NT4.1.1. Il metodo prevede la stima della magnitudo media per le varie classi di intensità, compresi i gradi intermedi, e produce una relazione di tipo tabellare. Il numero dei terremoti utilizzati è di circa 320 (Fig. 2). Per ciascuna classe di Io è stato calcolato il valore di magnitudo medio e la relativa deviazione standard (vedi Tabella).

Poiché il numero di campioni relativi alle classi con Io>=IX/X è poco rappresentativo (N=< 3), il corrispondente valore di Ms è stato determinato a partire dalla regressione lineare dei punti relativi alle classi di Io da VI a IX compresi (Fig. 2). Analogamente si è proceduto per la classe Io = V/VI, che risulta incompleta a causa della corrispondenza di tale classe con il valore di soglia del catalogo stesso. La relazione ottenuta è la seguente:

Ms = 0.56 (+/- 0.017) Io + 0.94 (+/-0.13)


Per quanto riguarda la zona etnea, i valori di Ms e Io disponibili non modificano la relazione adottata da NT4.1.1:

Ms=0.32 Io +1.82    (Sd = 0.43)

La tabella seguente riporta i valori proposti per il Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani e quelli utilizzati per NT4.1.1 e la relativa deviazione standard:
Io Mm
(CPTI)
Mm
(NT)
Sd
(CPTI)
Sd
(NT)
XI 7.1 (7.3) 0.32 (.25)
X/XI 6.8 (-) 0.31 (-)
X 6.6 (6.7) 0.30 (-)
IX/X 6.3 (6.4) 0.29 (.41)
IX 6.0 (6.2) 0.26 (.39)
VIII/IX 5.8 (5.9) 0.21 (.37)
VIII 5.4 (5.5) 0.28 (.47)
VII/VIII 5.1 (5.2) 0.45 (.43)
VII 4.8 (5.0) 0.45 (.40)
VI/VII 4.6 (4.7) 0.49 (.45)
VI 4.3 (4.4) 0.39 (.35)
V/VI 4.0 (4.3) 0.20 (.31)



Fig.2 - Relazioni tabellari Io/Ms. Il cerchio pieno indica il valore medio di Ms calcolato per le classi di Io da VI a IX. I cerchi vuoti si riferiscono ai valori per Io>= IX/X e Io = V/VI, calcolati utilizzando la regressione lineare ottenuta sui campioni da Io = VI a Io = IX. Con il quadrato viene indicata la relazione tabellare utilizzata in NT4.1.1 (il valore di Io è stato leggermente spostato per esigenze grafiche). Le barre rappresentano la deviazione standard dei valori.

Ms È stato riportato, quando disponibile, il valore di Ms misurato (codice di determinazione Ts pari a "O"). La Ms è fornita nella maggior parte dei casi da Kárník [1968, 1971] e da Margottini et al. [1993]. In mancanza è stata riportata la Ms calcolata (in questo caso il codice di determinazione Ts assume valore "F" per la sola zona etnea e "C" per tutti gli altri terremoti) attraverso le regressioni lineari proposte da Rebez e Stucchi [1996] e valide per tutta l'Italia:

Ms=1.25 Ml-1.39    (Sd=0.27)
Ms=1.16 mb-0.89    (Sd=0.52)


Per la sola zona Etnea si ha:
Ms=1.22 Ml-1.27 (Sd=0.27)

Il valore dell'errore della stima Ds è stato rivalutato in funzione della deviazione standard Sd riportata nei cataloghi di provenienza delle stime di magnitudo o ricavata dalle regressioni lineari sopra riportate, secondo lo schema che segue:

i) se il valore di magnitudo è il risultato della media di almeno 6 osservazioni indipendenti di Ms si ha:

dove n è appunto il numero di osservazioni indipendenti di Ms

ii) se invece il numero di osservazioni indipendenti è minore di 6, al posto della Sd relativa alla specifica stima di magnitudo si utilizza la Sd media (0.28) calcolata sull'intero campione di magnitudo utilizzate, per cui si ha:



iii) infine, se il valore è stimato attraverso relazioni empiriche utilizzando altri tipi di magnitudo, si ha:

Ds=Sd


Ma La magnitudo media è stata calcolata pesando con peso naturale pari all'inverso del relativo errore elevato al quadrato (wi=1/Di2) ogni stima di magnitudo disponibile:


L'errore di stima della media è invece:

Codici di aggancio (Ncft, Nnt)
Per facilitare successive elaborazioni e controlli sono stati forniti i codici di aggancio sia per il catalogo CFTI 2 che per NT4.1.1. Ncft rappresenta il numero progressivo di record nel catalogo CFTI 2 su CD-ROM (si noti tuttavia che tale numero non è direttamente riportato da CFTI 2 ma è solo implicito nell'ordinamento dei record di tale catalogo). Nnt corrisponde al numero d'ordine N del catalogo NT4.1.1.

Profondità (-)
Non è stata riportata in quanto la sua stima è affetta da elevatissima incertezza per la maggior parte dei terremoti. Essa è quindi di scarsa o nulla utilità ai fini delle stime di pericolosità. A questo proposito va anche segnalato che NT4.1.1 ha escluso in partenza i terremoti del Basso Tirreno con profondità determinata strumentalmente superiore a 60 km in considerazione del loro scarso impatto sulle stime di pericolosità.

Classe di affidabilità o di approfondimento (-)
A causa dei differenti criteri di classificazione degli studi di base seguiti dai due principali gruppi di ricerca che hanno collaborato alla compilazione di questo catalogo (GNDT e SGA), non è stato possibile in questa fase rendere oggettivi, e quindi esplicitare, i criteri di qualità e di approfondimento delle ricerche di base in ordine alla tipologia di fonti utilizzate e all'estensione del territorio indagato.





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Bibliografia

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Formato del record

Si osservi che il formato dei singoli campi è fornito con l'indicazione del tipo (A = alfanumerico, I = intero), seguito dal numero di caratteri. Ad esempio, un formato I4 indica un numero intero di quattro cifre (come l'anno), mentre un formato A2 indica un campo alfanumerico di due caratteri (come la dicitura "CP" nel codice Tr). Tutti i campi definiti individualmente sono separati da uno spazio vuoto ("blank"). Si noti che le intenistà sono moltiplicate per 10 e le magnitudo (e i relativi errori) per 100.

N numero d'ordine

(I4)

Tr tipo di record (indica se esistono dati di base)

(A2)

 
Anno tempo origine: anno

(I4)

Me   mese

(I2)

Gi   giorno

(I2)

Or   ora

(I2)

Mi   minuto

(I2)

Se   secondo

(I2)

 
AE denominazione dell'area dei massimi effetti

(A20)

Rt codice bibliografico dell'elaborato di riferimento

(A6)

Np numero dei punti di intensità

(I4)

Imx intensità massima (scala MCS)

(I3)

Io intensità epicentrale (scala MCS)

(I3)

TI codice di determinazione Io

(A1)

 
Lat localizzazione epicentrale: latitudine in gradi e decimali

(A6)

Lon   longitudine in gradi e decimali

(A6)

TL   codice di localizzazione

(A1)

 
Me magnitudo: magnitudo equivalente

(I3)

De   errore associato alla stima di Me

(I2)

Mm   magnitudo macrosismica

(I3)

Dm   errore associato alla stima di Mm

(I2)

Tm   codice di determinazione di Mm

(A1)

Ms   magnitudo strumentale

(I3)

Ds   errore associato alla stima di Ms

(I2)

Ts   codice di determinazione di Ms

(A1)

Ma   magnitudo media pesata

(I3)

Da   errore associato alla stima di Ma

(I2)

 
Ncft codice di aggancio:
numero progressivo dei record nel catalogo CFTI 2

(I3)

Nnt codice di aggancio:
numero d'ordine dei record nel catalogo NT4.1.1

(I4)


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