2° RAPPORTO MACROSISMICO sul TERREMOTO del
6 settembre 2002 ore 01:21 (GMT)
Aggiornamento del 9.10.2002
a cura della Sezione di Catania U.F. Sismologia
Premessa
Immediatamente dopo il terremoto del 6 settembre 2002 è
stato realizzato un primo rilievo macrosismico speditivo, a cura di due squadre
di rilevatori QUEST
(Quick Earthquake Survey Team) coordinate in
ambito INGV, finalizzato alla verifica degli effetti del terremoto sul
territorio, con particolare riferimento alle situazioni di danneggiamento
più significative ed ai fenomeni sismogeologici di particolare rilievo.
Il risultato di questa prima indagine, effettuata in fase di emergenza
post-terremoto, è riportato nel rapporto del 9 settembre
u.s.
Il presente rapporto integra e completa il precedente documento, presentando in particolare un quadro più completo sugli effetti del terremoto, la loro valutazione in termini di intensità macrosismica nella Scala EMS-98, e una più ampia definizione del campo di risentimento dell'evento.
Va comunque rimarcato che, in considerazione dell'estensione e della complessità dell'area metropolitana che comprende Palermo e numerosi comuni limitrofi, l'operazione di verifica accurata delle situazioni di danneggiamento da parte degli organi preposti (Dipartimento Regionale della Protezione Civile, Provincia di Palermo, Comuni, Vigili del Fuoco, ecc.) è ancora in corso. Permane inoltre una certa difficoltà nel trasferimento delle informazioni tra gli enti istituzionali coinvolti negli accertamenti di agibilità e nella gestione unitaria dei dati statistici complessivi. Per tale ragione non è inserito un quadro riepilogativo aggiornato degli esiti degli accertamenti.
QUEST
(QUick
Earthquake
Survey
Team) riunisce un Team di esperti,
promosso da INGV, dedicato al rilievo macrosismico
post-terremoto in grado di intervenire in tempo reale, e di fornire,
rapidamente ed univocamente, il quadro degli effetti nell'area colpita da
un evento sismico, a supporto degli interventi di Protezione Civile e della
Comunità Scientifica. A questo Team contribuiscono volontariamente
ricercatori e operatori INGV (oltre che di altri enti e Università),
con competenze multidisciplinari (sismologia, sismologia
storica, geologia, ingegneria, macrosismica), in grado di gestire
l'ampio ventaglio di problematiche che si presentano in occasione di un
terremoto.
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La città di
Palermo
Il quadro di danneggiamento relativo al capoluogo è abbastanza
variegato e complesso da analizzare, ed è sicuramente influenzato
dalla estensione dell'area urbana, che racchiude situazioni molto differenti
di vulnerabilità sismica del patrimonio edilizio pubblico e privato.
Tale diversità è imputabile non solo a fattori puramente
ingegneristici (tipologia costruttiva e stato di conservazione/degrado
dell'immobile) ma anche a fattori di tipo geotecnico, legati a condizioni
geologiche locali. A quest'ultime va probabilmente riferita la maggior
concentrazione del danno in zone specifiche del centro storico e nella parte
sud-orientale della città.
Danni al patrimonio
monumentale
I danni prodotti dal terremoto sul patrimonio monumentale di Palermo
hanno avuto una certa enfasi sulla stampa, soprattutto nell'immediatezza
dell'evento, ma sono generalmente modesti e limitati a situazioni in cui
ha un ruolo rilevante la presenza di quadri fessurativi preesistenti. In
molti casi questi sono legati anche a problemi fondazionali, particolarmente
rilevanti in presenza di cedimenti differenziali. Va inoltre ricordato che
la gran parte degli edifici monumentali hanno subìto gli effetti di
danno dei forti terremoti che particolarmente nel 1726 e 1940 interessarono
Palermo; in alcuni si notano ancora gli interventi di riparazione. Diverse
chiese e alcuni palazzi del centro storico hanno avuto distacchi parziali
di cornicioni o di elementi decorativi esterni, che hanno naturalmente comportato
provvedimenti cautelativi per la pubblica incolumità.
Il Palazzo dei Normanni, sede dell'Assemblea Regionale Siciliana, presenta alcune situazioni che destano qualche preoccupazione, ma che sono generalmente riconducibili a problemi preesistenti. La sala d'Ercole, in particolare, ha subito il distacco di intonaci e presenta alcune lesioni, la più grave delle quali è passante e interessa la parete alle spalle della Presidenza, di fronte all'entrata; lesioni leggere e distacchi di intonaci e di stuccature sono rilevabili anche in alcune sale adiacenti.
La Cappella Palatina non presenta fortunatamente alcun danno, ma un tramezzo alle spalle della Cappella presenta una lunga lesione passante.
La Torre Pisana rappresenta la situazione più complessa e grave, poiché oltre al distacco di intonaci e stuccature, presenta diverse lesioni sulle volte - che appaiono generalmente preesistenti - ma che indicano un pericoloso meccanismo di apertura delle volte stesse.
La Biblioteca, infine, pur presentando alcune lesioni preesistenti alle volte, debitamente monitorate, non ha subito alcun effetto di aggravamento.
La Chiesa di Sant'Anna, tra gli edifici aperti al culto, presenta la situazione più grave ed è stata pertanto dichiarata inagibile. Si rilevano infatti distacchi e crolli di importanti elementi decorativi sia all'esterno che all'interno della chiesa, numerose lesioni anche gravi alle volte nonchè il distacco di una porzione di arco di una navata laterale determinato dal fuori piombo del muro perimetrale.
La Chiesa di S. Carlo Borromeo presenta il campanile e la cupola lesionati, e la caduta di elementi decorativi dal prospetto esterno.
Danni di minore entità sono stati rilevati nelle seguenti chiese ed edifici religiosi: S. Nicolò da Tolentino, S. Carlo dei Lombardi, S. Basilio, S. Teresa alla Kalsa, S. Caterina da Siena, S. Chiara, S. Ninfa, S. Maria di Porto Salvo, S. Carlo Borromeo, SS. Quaranta Martiri alla Guilla, Oratorio di S. Stefano, Noviziato dei Crociferi, Monastero di Montevergine, Convento di S. Carlo dei Milanesi, Opera Pia Filippone.
Il Palazzo delle Aquile, sede del Municipio di Palermo, presenta danni maggiori alla cappella, e lesioni varie ai tetti ed alle mura della sala Antinori e di quella consiliare.
Tra i palazzi nobiliari si segnalano piccole lesioni a Palazzo Mirto; danni alla torre e lesioni alle pareti ed alle volte di Palazzo Merlo; il distacco di intonaco e pezzi di cornicione ed una lesione che attraversa l'intero edificio di Palazzo La Grutta; l'aggravamento dei danni preesistenti a Palazzo Naselli-Statella di Spaccaforno, già sventrato dai bombardamenti dell'ultima guerra.
Danni all'edilizia abitativa
Le numerose segnalazioni di presunti danni e le relative richieste
di sopralluogo riguardanti gli edifici privati (oltre 1600 edifici alla data
del 18 settembre) sono relative soprattutto ai quartieri più degradati
del centro storico ed alla zona sud-orientale della città.
Per quanto riguarda le tipologie costruttive, edifici in muratura in conci di calcarenite o in mattoni pieni e pietrame costituiscono l'ossatura dei vecchi quartieri del centro storico. Il danno tipico è rappresentato da distacco di intonaci, disaggregazione delle angolate murarie, lesioni nelle murature ed aggravamenti dello stato fessurativo preesistente a causa dell'azione spingente delle coperture. Numerosi sono gli edifici fatiscenti e in stato di semi-abbandono nei quali si sono verificati alcuni crolli e che sono stati naturalmente dichiarati inagibili, come nel caso di via Lampianelli.
Il settore sud-orientale della città è caratterizzato prevalentemente da edifici in struttura intelaiata in cemento armato risalenti in massima parte ad epoca successiva alla data di classificazione sismica del comune di Palermo (1969). Numerosi condomini con parecchie elevazioni fuori terra, particolarmente nei quartieri Oreto, Brancaccio, Guadagna, Romagnolo, Bonagia e Settecannoli, presentano lesioni più o meno rilevanti alle tamponature, soprattutto ai piani bassi. In alcuni casi si sono rilevate lesioni capillari anche agli elementi orizzontali del telaio, senza che tuttavia si evidenzino problemi strutturali significativi.
Effetti di danno in altri comuni
Nei momenti immediatamente successivi al terremoto, in piena fase
di emergenza, l'attenzione dei mass media e degli organi istituzionali preposti
al rilievo dei danni fu rivolta in massima parte al capoluogo, mentre gli
unici effetti di rilievo riportati per le località esterne si riferivano
al comune limitrofo di Ficarazzi. Nelle settimane seguenti le squadre per
il rilievo macrosismico QUEST, sulla base anche delle prime informazioni
che cominciavano a pervenire presso la Sala Operativa del Dipartimento regionale
di Protezione Civile, ha condotto una indagine approfondita sui comuni
dell'hinterland per verificare l'estensione complessiva dell'area danneggiata.
Tale analisi ha messo in evidenza un quadro cumulativo di danneggiamento più significativo di quanto rilevato subito dopo l'evento, anche se si tratta di effetti generalmente lievi appena sopra la soglia del danno. Tali effetti interessano numerose località, lungo una fascia estesa circa 80 km sulla costa e nell'immediato entroterra.
Il comune di Ficarazzi è tra tutti quello che ha riportato gli effetti più significativi, paragonabili a Palermo. Parecchi edifici multipiano in c.a. presentano lesioni diffuse (anche passanti ai piani bassi) alle tamponature che in qualche caso ne mettono certamente in dubbio l'agibilità; per alcuni di essi si sono rilevate anche lesioni capillari alle travi ed agli incastri dei telai senza che tuttavia si evidenzino problemi strutturali significativi. Questi casi si concentrano particolarmente nell'area compresa fra Via A. Volta e Via Archimede. Effetti analoghi sono riscontrabili anche per Misilmeri.
Negli altri comuni generalmente si sono verificate piccole lesioni alle murature ed ai tramezzi, soprattutto ai piani bassi, e caduta di calcinacci. Solo in situazioni occasionali, quando vi erano problemi preesistenti legati al sedime fondazionale degli edifici, si sono avuti danni significativi di tipo strutturale.
Stima dell'intensità macrosismica
Gli effetti massimi rilevati sono corrispondenti al grado 6
della scala MCS (Mercalli-Cancani-Sieberg) nella città di
Palermo, così come nella località di Ficarazzi.
Più complesso risulta formulare una stima accurata in termini di Scala Macrosismica Europea (EMS-98) soprattutto per il capoluogo, considerata l'esigenza di avere a disposizione il quadro finale dei danni rilevati attraverso gli accertamenti di agibilità. Tuttavia, a prescindere dalla valutazione esatta in termini percentuali del danno in riferimento all'edificato, è possibile rilevare la presenza di danneggiamenti di grado 1 ad edifici che possono essere considerati di classe di vulnerabilità da A a C e di grado 2 ad edifici di classe A e B. Ciò porta ad assegnare il grado 6 della scala EMS per entrambe le località di Palermo e Ficarazzi. Si deve sottolineare tuttavia che nel caso di Palermo, caratterizzata da un'area urbana molto estesa e da un danneggiamento che sembra concentrato in alcuni settori della città, potrebbe sembrare non pienamente rappresentativo per l'intera area urbana. Tale apparente ambiguità potrà essere risolta, eventualmente in un prossimo futuro, suddividendo l'agglomerato in macro aree sulla base della mappatura puntuale degli effetti di danno risultante dalle operazioni di verifica ancora in corso da parte degli organi istituzionali preposti (Dipartimento Regionale della Protezione Civile, Provincia di Palermo, Comuni, Vigili del Fuoco, ecc.).
Per quanto riguarda la valutazione del danneggiamento leggero nelle altre località, danni di grado 1 ad edifici di classe di vulnerabilità A e B compaiono, con percentuali fino al 20%, già nel grado 5 della scala EMS.
Il quadro complessivo degli effetti per l'evento principale delle 01:21 GMT, aggiornato al giorno 9.10.2002, è rappresentato in Figura.
immagini sugli effetti di danno prodotti dal terremoto