Release v1.5
A cura di
Andrea Rovida, Mario Locati, Romano Camassi, Barbara Lolli, Paolo Gasperini
Gestione e revisione dei dati macrosismici
Raffaele Azzaro, Filippo Bernardini, Romano Camassi, Salvatore D’Amico, Emanuela Ercolani,
Mario Locati, Antonio Rossi, Andrea Rovida, Andrea Tertulliani
Determinazione e revisione dei parametri, gestione dei dati strumentali
Paolo Gasperini, Barbara Lolli, Carlo Meletti, Andrea Rovida
Gestione dei dati e determinazione dei parametri per i terremoti etnei
Raffaele Azzaro, Salvatore D’Amico
Con contributi di
Paola Albini, Viviana Castelli, Carlos H. Caracciolo,
Vera D’Amico, Silvia Pondrelli, Alessandro Rebez
Sito web a cura di
Mario Locati
CPTI15 è stato realizzato nell’ambito della linea di attività INGV T3
"Pericolosità sismica e contributi alla definizione del rischio"
e quale contributo alle attività dell’Allegato A dell’Accordo quadro INGV-DPC 2012-2021.
Luglio 2016
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3. Cosa cambia rispetto a CPTI11
Appendice 1 – Formato del file di CPTI15
Appendice 2 – Dataset macrosismici
Appendice 3 – Dataset strumentali
Appendice 4 – Terremoti di CPTI11 non in CPTI15
CPTI15 è consultabile liberamente all’indirizzo http://emidius.mi.ingv.it/CPTI15-DBMI15. Un modo alternativo per richiedere i dati è l'accesso tramite “web services”, ovvero servizi “machine friendly” disponbili a questo indirizzo.
CPTI15 è un prodotto scientifico dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia la cui realizzazione ha richiesto anni di lavoro e raccoglie il frutto della ricerca di diversi autori di diversi enti.
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L’utilizzo, anche parziale, del catalogo è consentito a condizione che la fonte sia sempre citata come segue
Rovida A., Locati M., Camassi R., Lolli B., Gasperini P. (eds), 2016. Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani (CPTI15). Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). https://doi.org/10.6092/INGV.IT-CPTI15
CPTI15 viene rilasciato con una licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International CC BY-SA 4.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/ |
CPTI15 fornisce dati sulla sismicità italiana utilizzando le migliori conoscenze scientifiche disponibili; tuttavia, in conseguenza della complessità dei fenomeni naturali in oggetto, nulla può essere imputato all'INGV circa l'eventuale incompletezza ed incertezza dei dati riportati nel catalogo e circa accadimenti futuri che possano essere dedotti dagli utenti sulla base di tali dati.
L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e gli autori non sono responsabili dell’utilizzo, anche parziale, dei dati contenuti in questo catalogo né si assumono alcuna responsabilità circa eventuali danni recati a terzi per conclusioni derivanti dalle informazioni contenute in esso.
Trent’anni fa veniva completata la compilazione del "Catalogo dei Terremoti Italiani dall’anno 1000 al 1980" del Progetto Finalizzato Geodinamica, pubblicato nel 1985 da Daniele Postpischl (Postpischl, 1985a). Il Gruppo Catalogo dei Terremoti, autore di quel lavoro, si era posto l’obiettivo di “verificare le informazioni sui terremoti italiani contenuti nei diversi Cataloghi disponibili”, in particolare del catalogo ENEL (1977), e prepararne una nuova e più avanzata versione. A conclusione di quel lavoro, che ai componenti del Gruppo di Lavoro era apparso fin da subito del tutto preliminare a fronte delle ambizioni iniziali, quello che appariva chiaro era l’aver fatto riemergere un intero settore disciplinare pressoché dimenticato, quello della sismologia storica, e l’aver reso possibili, con la compilazione del catalogo e delle schede monografiche sui più forti terremoti italiani pubblicati nell’”Atlas of isoseimal maps of Italian earthquakes” (Postpischl, 1985b), “i primi concreti avanzamenti in un processo ancora lungo di ricerche, per giungere a prodotti definitivi”.
Che si potesse arrivare a prodotti definitivi è un’idea rapidamente superata, resa evidente dal lungo percorso che ha portato alla versione attuale del Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani, erede di quella stagione. Nel corso degli anni i margini di miglioramento delle conoscenze sui terremoti noti alla tradizione sismologica si sono rivelati – e lo sono tuttora – enormi e si sono aperte strade di ricerca del tutto nuove.
Questa versione del Catalogo, trent’anni dopo, è un ulteriore importante contributo al miglioramento delle conoscenze sui caratteri della sismicità del territorio nazionale, la definizione dei processi sismogenetici, l’identificazione e caratterizzazione delle strutture attive e al miglioramento delle stime di pericolosità.
La prima versione del Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani, risalente al luglio del 1999 (CPTI99; Gruppo di Lavoro CPTI, 1999), fu concepita come catalogo di consenso all’interno della comunità scientifica del settore per unificare e omogeneizzare, attraverso procedure di stima dei parametri uguali per tutti i terremoti, tutte le informazioni disponibili sui terremoti italiani fino ad allora prodotte da fonti diverse o riportate da cataloghi tra loro alternativi (NT4.1, Camassi e Stucchi, 1997; CFTI 1 e 2, Boschi et al., 1995;1997). Nel maggio 2004 fu rilasciata una seconda versione (CPTI04, Gruppo di Lavoro CPTI, 2004) utilizzata per la compilazione della Mappa di Pericolosità Sismica del territorio nazionale MPS04 (Gruppo di Lavoro MPS, 2004; Stucchi et al., 2011). Tale versione era di fatto nuova solo per la finestra temporale 1981-2002, mentre si rifaceva al precedente CPTI99 per la restante parte, ad eccezione della conversione della magnitudo Ms a Mw attraverso formule empiriche.
Successivamente, alcune versioni sperimentali e/o parziali sono state rilasciate per usi interni all’INGV o di progetti specifici.
La terza versione pubblica, denominata CPTI11 (Rovida et al., 2011), è stata rilasciata a dicembre 2011. Insieme ad un profondo aggiornamento dei dati di base sia macrosismici (raccolti nella versione DBMI11 del Database Macrosismico Italiano; Locati et al., 2011) sia strumentali, altre importanti innovazioni riguardavano la struttura, con la presenza contemporanea di parametri macrosismici e strumentali (oltre a una determinazione preferita), e l’inclusione di numerose repliche e foreshocks. Per contro, per motivi di tempo, erano stati considerati solo dati macrosismici pubblicati prima del 2007 senza aggiornare né le relazioni empiriche per l’omogeneizzazione delle magnitudo strumentali, né le procedure di calcolo dei parametri macrosismici, ad eccezione dell’utilizzo sperimentale del metodo di Bakun e Wentworth (1997) per alcuni terremoti con epicentro in mare.
Grazie anche agli sviluppi metodologici maturati nell’ambito di alcuni progetti europei e, soprattutto, al considerevole quantitativo di nuovi dati di intensità pubblicati in questi ultimi cinque anni, unitamente a stime aggiornate delle magnitudo strumentali, si è oggi realizzato, insieme alla nuova versione del database macrosismico associato DBMI, un profondo aggiornamento del catalogo, denominato CPTI15.
La nuova versione del Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani CPTI15 rappresenta una significativa evoluzione rispetto alle versioni precedenti, che sono quindi da considerare del tutto superate. Anche se i criteri generali di compilazione e la struttura sono gli stessi della precedente versione CPTI11, il contenuto del catalogo è stato ampiamente rivisto per quanto concerne:
Il catalogo copre all’incirca la stessa area di CPTI11 (Figura 1), vale a dire l’intero territorio italiano con porzioni delle aree e dei mari confinanti, e contiene 4584 terremoti nella finestra temporale 1000-2014. Il catalogo, quindi, considera e armonizza il più possibile dati di base di diverso tipo e provenienza.
La magnitudo utilizzata è la magnitudo momento (Mw) e in tutti i casi è riportata la relativa incertezza. Tutti i dati e i metodi utilizzati sono accuratamente esplicitati nel catalogo per garantire la massima trasparenza possibile nelle procedure di compilazione. Al pari di CPTI11, il catalogo non è stato declusterato e contiene quindi tutti foreshocks e le repliche disponibili e conosciute all’interno delle soglie di magnitudo e intensità considerate.
Il catalogo include i terremoti con intensità massima o epicentrale maggiore o uguale a 5, insieme a quelli con magnitudo strumentale equivalente (secondo i metodi e le conversioni descritte nel seguito) a Mw 4.0 o superiore. Alcuni terremoti con Mw < 4.0 sono inclusi nel catalogo per le seguenti ragioni:
La Figura 2 mostra il contenuto del catalogo per classi di 0.5 unità di magnitudo.
Il formato del file del catalogo è riportato in Appendice 1.
Come in CPTI11, il formato è organizzato in tre sezioni, oltre ai parametri generali (identificativi, tempo origine, area epicentrale o dei maggiori effetti):
Il campo “Sect” contiene un codice che identifica quattro diverse sezioni geografiche del catalogo che permettono di indentificare i terremoti delle aree vulcaniche dell’Etna e dei Campi Flegrei (dove sono adottate soglie energetiche e parametrizzazioni specifiche) e gli eventi profondi di subduzione (Tirreno Meridionale e Arco Calabro).
Il tempo origine deriva, in generale, dallo studio o dal catalogo indicato nel campo “MainRef”.
Rispetto a CPTI11 le aree epicentrali sono state riviste con criteri omogenei e il relativo campo è sempre compilato.
I parametri di default includono il riferimento principale ai dati di base, che consiste nello studio macrosismico, nel catalogo strumentale o nel catalogo parametrico da cui è stata ricavata la localizzazione.
La localizzazione è esplicitata nel campo “TLDef”: è macrosismica (codice “MM”) o strumentale (“II”) a seconda della disponibilità dei dati, oppure è scelta tra le due possibili alternative (“MI” indica la scelta della localizzazione macrosismica, “IM” quella strumentale). In quest’ultimo caso si è generalmente scelta la localizzazione macrosismica per i terremoti fino al 1984 e quella strumentale per quelli successivi. Numerose eccezioni riguardano ad esempio i terremoti localizzati in mare o in prossimità della costa, per i quali si è in generale preferita la localizzazione strumentale, o viceversa si è preferita la localizzazione macrosismica dove la copertura della rete sismica era in passato scarsa. Le scelte sono comunque state effettuate valutando il più possibile l’affidabilità dei dati di base. Per i terremoti localizzati in territorio estero si è generalmente preferita la localizzazione proposta dal corrispondente catalogo nazionale (marcata con “PC” nel campo “TLdef”), ad eccezione dei terremoti francesi per cui sono stati processati i dati di intensità del database SisFrance (BRGM-EDF-IRSN/SisFrance, 2014).
Per 84 terremoti i dati di intensità disponibili in DBMI15 sono stati giudicati non sufficientemente affidabili da essere parametrizzati (ad es. nel caso di repliche), mentre 26 ulteriori record corrispondono a terremoti ben attestati negli studi di riferimento senza tuttavia che siano disponibili dati di intensità e/o parametri strumentali.
La profondità, nel campo “DepDef”, è presente esclusivamente se l’epicentro selezionato è di origine strumentale e se disponibile nel catalogo di origine.
L’intensità epicentrale è presente per 3424 terremoti per i quali sono stati parametrizzati i dati macrosismici disponibili (2922 record) attraverso il metodo Boxer (si veda il Paragrafo 2), oppure, in mancanza di dati macrosismici è derivata dal catalogo parametrico di riferimento, se fornisce tale stima (421 record). Per 81 record dell’area etnea, la stima dell’intensità epicentrale è derivata dallo studio che fornisce i dati macrosismici, anziché essere calcolata da Boxer.
La magnitudo di default deriva, a seconda della disponibilità, da dati macrosismici o strumentali secondo le procedure descritte nei paragrafi seguenti. Se per uno stesso terremoto sono presenti sia una stima macrosismica sia una stima strumentale, a meno che quest’ultima non sia una magnitudo momento originale, la magnitudo di default è ottenuta come media dei due valori pesata con l’inverso del quadrato delle rispettive incertezze e l’incertezza è calcolata come la radice quadrata dell’inverso della somma dei pesi.
Per i record derivati dai cataloghi parametrici esteri, la magnitudo è ottenuta dalla conversione tramite la relazione empirica descritta nel seguito (Equazione 2), ad eccezione del catalogo svizzero ECOS-09 (Fäh et al., 2011), dal quale sono stati adottati i valori di Mw e le rispettive incertezze. Per 45 terremoti, nonostante sia riportato un epicentro strumentale o da catalogo, non è stato possibile recuperare stime di magnitudo di alcun tipo.
Figura 4 mostra il contributo di ogni tipo di magnitudo.
I dati macrosismici a supporto di CPTI15 costituiscono il Database Macrosismico Italiano versione 2015 (DBMI15, Locati et al., 2016), che contiene 122701 dati di intensità per 3212 terremoti. I dati derivano da 185 tra studi, database, rapporti e bollettini pubblicati fino al 2016 ed elencati in Appendice 2. Il numero di terremoti supportati da dati di intensità è quasi raddoppiato rispetto alla precedente versione (da 1681 a 3212, pari rispettivamente al 53% e al 70% dei terremoti in catalogo).
Per ciascun terremoto, lo studio macrosismico di riferimento è stato accuratamente selezionato tra tutti quelli disponibili secondo quanto descritto in Locati et al. (2016), e sono stati archiviati, organizzati e resi accessibili – quando possibile – tramite il portale dell’Archivio Storico Macrosismico Italiano (ASMI). I dati selezionati generalmente derivano da studi più recenti rispetto a quelli considerati da DBMI11 e CPTI11 e includono 54 nuovi lavori pubblicati tra il 2008 e il 2016 che forniscono dati per 1243 terremoti, dei quali 325 non erano contenuti in CPTI11, 772 non erano supportati da dati di intensità e 146 hanno uno studio aggiornato.
I parametri dei terremoti con dati macrosismici sono stati per la gran parte determinati con il metodo Boxer (Gasperini et al., 1999; 2010).
L’epicentro macrosismico è determinato per 3005 terremoti. Tra i metodi di localizzazione possibili nella versione 4.0 del codice è stato scelto il “metodo 0” (Gasperini et al., 2010), che calcola l’epicentro come il baricentro dei punti con la massima intensità. Tale scelta è motivata dalla verificata stabilità di tale metodo anche in presenza di distribuzioni di dati macrosismici non ottimali.
Per 63 terremoti con epicentro verosimilmente in mare o vicino alla costa è stata preferita la localizzazione attraverso il “metodo 4”. Tale metodo stima la localizzazione dell’epicentro in termini di latitudine, longitudine, profondità e intensità attesa secondo la relazione di Pasolini et al. (2008), minimizzando la somma dei quadrati dei residui (per i dettagli si veda Gasperini et al., 2010). Per 34 di questi 63 terremoti, la localizzazione macrosismica è quella preferita.
L’incertezza relativa alle coordinate epicentrali calcolata da Boxer, sia con il “metodo 0” sia con il “metodo 4” in casi con un numero sufficientemente elevato di dati di intensità, è riportata per 2029 terremoti.
In 33 casi in cui la localizzazione di Boxer appariva poco o per nulla coerente con la distribuzione delle intensità, si è modificato “manualmente” l’epicentro, facendolo in genere coincidere con il punto di massima intensità oppure non considerando uno o più punti di intensità elevata (presumibilmente anomali).
Per 79 terremoti dell’area etnea, anche in presenza di dati di intensità, si è preferito adottare la localizzazione proposta dallo studio macrosismico di riferimento, basata sugli effetti di fagliazione cosismica superficiale (per i dettagli si veda Azzaro et al., 2000).
Oltre agli 86 terremoti con dati di intensità non sufficientemente affidabili da essere parametrizzati, per altri 96 terremoti con dati di intensità, comunque considerati in DBMI15, i parametri macrosismici non vengono forniti perché in evidente contrasto con le determinazioni strumentali disponibili giudicate affidabili.
La maggior parte (90%) delle 3004 magnitudo macrosismiche calcolate sono state determinate con Boxer, 1614 con il metodo delle isosisme e la nuova calibrazione descritta nel seguito e 1096, relative a distribuzioni di intensità povere, con la nuova relazione di conversione da Io a Mw (Equazione 2).
I dati macrosismici con intensità espresse da valori letterali ("HF", "SD", "D", "HD") sono stati trattati nel calcolo dei parametri secondo le convenzioni adottate da DBMI15 descritte in Locati et al. (2016), ad eccezione del ”felt” (“F”) che, visto il grande numero, è stato calibrato come classe di intensità a parte (si veda il paragrafo 2.2.3).
Nei 20 casi in cui la magnitudo deriva da un’intensità epicentrale espressa da un valore letterale, sono stati utilizzati valori numerici arrotondati al mezzo grado più vicino: F = 4.0, HF = 5.0, SD = 5.5, D = 6.5, HD = 7.5.
L’incertezza sulla magnitudo macrosismica calcolata da Boxer è stata sempre riportata in catalogo, con valore comunque non inferiore a 0.10.
L’errore associato alle magnitudo derivate dall’intensità epicentrale mediante Equazione (2) è stato assunto pari a 0.46, corrispondente alla deviazione standard della distribuzione dei singoli eventi nel dataset di calibrazione.
Per i terremoti dell’area vulcanica dell’Etna la magnitudo macrosismica è stata determinata con la relazione di conversione da Io a ML di Azzaro et al. (2011), valida per i terremoti dell’area. La stessa relazione è stata applicata anche ai terremoti dell’area vulcanica dei Campi Flegrei per cui non è disponibile una relazione specifica. I valori di ML così ottenuti sono stati successivamente convertiti a Mw con le relazioni di Tuvè et al. (2015) e Petrosino et al. (2008) valide rispettivamente per le aree vulcaniche dell’Etna e dei Campi Flegrei. I terremoti appartenenti a tali aree (Figura 5) sono marcati nella colonna “Sect” del file del catalogo (Appendice 1).
Per il calcolo della magnitudo da dati macrosismici, la calibrazione di Boxer è stata aggiornata rispetto a quella usata per CPTI11 (la stessa usata per la porzione 1980-2002 di CPTI04). Tale calibrazione è stata ottenuta con un dataset di 354 terremoti, selezionati tra quelli con dati macrosismici (per un totale di 30138 dati con intensità tra 2 e 11 MCS) e stime di magnitudo strumentali con magnitudo momento o proxy tra 2.8 e 7.1 (Figura 6). I terremoti con profondità ipocentrale maggiore di 30 km e quelli con meno di 10 dati di intensità sono stati esclusi dalla calibrazione, così come alcuni eventi con distribuzioni parziali o incomplete dei dati di intensità (ad esempio i terremoti di confine o quelli in mare).
Le magnitudo strumentali utilizzate per la calibrazione sono state determinate come descritto al paragrafo seguente, e comprendono sia valori determinati da soluzioni del tensore momento sia da valori convertiti, al fine di garantire un range di magnitudo (e intensità) e una copertura temporale più ampi possibile. La calibrazione è stata effettuata per 16 classi di intensità (comprese tra il grado 2 e il 9) distinguendo i valori incerti tra due gradi e il “felt” come classi autonome della formula di Sibol et al. (1987) che viene applicata da Boxer:
Mi = ai + bi log2 (Ai) + ci Io2 (1)
dove M è la magnitudo, Ai è l’area della i-esima isosisma, Io è l’intensità epicentrale e ai,bi, ci sono i coefficienti riportati in Tabella 1.
Intensity | a | b | c | std | Reg | df |
---|---|---|---|---|---|---|
2 | 3.12202 | 0.04414 | 0.02241 | 0.2611 | 10.4 | 82 |
2-3 | 3.01875 | 0.04769 | 0.02309 | 0.1805 | 10.7 | 43 |
3 | 2.94284 | 0.05239 | 0.02345 | 0.2482 | 17.9 | 211 |
3-4 | 2.89718 | 0.05662 | 0.02400 | 0.2194 | 16.4 | 139 |
F (3.9) | 3.60901 | 0.02733 | 0.02374 | 0.2017 | 14.0 | 22 |
4 | 3.20351 | 0.05107 | 0.02218 | 0.2413 | 23.0 | 224 |
4-5 | 3.16818 | 0.04417 | 0.02667 | 0.2390 | 20.1 | 134 |
5 | 3.69208 | 0.02425 | 0.02462 | 0.2433 | 27.1 | 118 |
5-6 | 3.97257 | 0.01983 | 0.02254 | 0.2337 | 21.4 | 48 |
6 | 3.83759 | 0.03590 | 0.02196 | 0.2244 | 33.8 | 50 |
6-7 | 3.96044 | 0.03437 | 0.02104 | 0.2112 | 29.5 | 32 |
7 | 4.00027 | 0.06045 | 0.01794 | 0.1942 | 49.3 | 27 |
7-8 | 4.29349 | 0.03671 | 0.01825 | 0.1265 | 30.7 | 15 |
8 | 4.45795 | 0.05282 | 0.01579 | 0.1410 | 41.9 | 14 |
8-9 | 4.70681 | 0.04980 | 0.01462 | 0.0619 | 29.0 | 4 |
9 | 5.60472 | 0.14657 | - | 0.1350 | 23.1 | 5 |
Dallo stesso dataset di calibrazione è stata ottenuta una nuova relazione empirica tra l’intensità epicentrale Io e Mw:
Mw = (0.4667 ± 0.0191) * Io + (1.8267 ± 0.1571) (2)
std = 0.11; R2 = 0.99
La relazione (2) è stata applicata anche alle intensità epicentrali provenienti da cataloghi parametrici, come ad esempio quelli delle nazioni confinanti, che sono state utilizzate in mancanza di dati di intensità.
Il dataset di calibrazione è stato utilizzato anche per ricalcolare i coefficienti a e b, e la profondità di riferimento h della relazione di Pasolini et al. (2008), su cui si basa il metodo di localizzazione “4” di Boxer:
a = 0.00289 ± 0.00021
b = 1.24802 ± 0.01918
h = 7.44523 ± 0.27574
I 26 cataloghi, banche dati e studi riportati in Appendice 3A forniscono localizzazioni strumentali per 1725 terremoti nella finestra temporale 1904-2014.
Quando per uno stesso terremoto sono disponibili più determinazioni strumentali, la selezione è stata in generale operata secondo il seguente criterio temporale:
Le eccezioni al criterio illustrato sono tuttavia molteplici. Ad esempio le localizzazioni ISC sono state ritenute più affidabili di altre, e quindi selezionate, anche per il periodo 1981-2012 (termine del bollettino), sia per gli eventi profondi del Tirreno meridionale, sia per numerosi eventi fuori rete (ad esempio in Adriatico centrale, Mar Ionio, Stretto di Sicilia, Tirreno occidentale). Analogamente i dati di cataloghi e bollettini locali, quali ad esempio il bollettino OGS (Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale) per il Friuli Venezia Giulia o vari cataloghi strumentali dell’area etnea (Patané et al., 2004; Distefano e Di Grazia, 2005; Barberi et al., 2015) sono stati preferiti per le rispettive aree nelle finestre temporali in cui sono disponibili, così come i cataloghi strumentali di Francia (SI-Hex; Cara et al., 2015) e Slovenia (Zivcic, 2009, per i terremoti a partire dal 1973).
Seguendo i criteri esposti in Gasperini et al. (2012), tutte le stime di magnitudo momento disponibili, provenienti da cataloghi di tensori momento, sono state considerate (Tabella 2), per un totale di 740 stime di Mw per terremoti compresi tra il 1976 e il 2014.
Catalogo | Validità | N. dati |
---|---|---|
Italian CMT (The Italian CMT dataset from 1977 to the present; Pondrelli et al., 2001; 2006) | 1976-2014 | 405 |
INGV TDMT (INGV Catalogo Time Domain Moment Tensor) | 2004-2014 | 166 |
SED-MT (SED-ETHZ Reviewed Regional Moment Tensor Catalog) | 1999-2005 | 105 |
Global CMT (Global Centroid Moment Tensor Project) | 1976-2012 | 48 |
NEIC (National Earthquake Information Center. Moment tensor solutions) | 1980-2009 | 16 |
Totali | 1976-2014 | 740 |
Quando cataloghi differenti riportano più stime di Mw per uno stesso terremoto, i relativi valori di Mw sono stati combinati e omogenizzati seguendo i criteri di Gasperini et al. (2012). In questo modo stime di Mw da tensori momento, con valori compresi tra 3.9 e 6.8, risultano disponibili per 494 terremoti, pari al 11% dell’intero catalogo (si veda anche Fig. 4). Anche l’errore associato a tali stime è stato determinato secondo Gasperini et al. (2012). L’elenco completo dei cataloghi che forniscono stime di magnitudo è riportato in Appendice 3B.
In assenza di stime di magnitudo momento da tensore momento, sono state utilizzate magnitudo strumentali di diverso tipo e origine successivamente convertite a Mw, per un totale di 1400 valori.
Per quanto riguarda la sezione principale del catalogo, per la finestra temporale dal 1981 al 2014 sono stati principalmente considerati i cataloghi CSTI1.1 (Gruppo di lavoro CSTI, 2005) e CSI1.1 (Castello et al., 2006), il Bollettino Sismico e il database ISIDE dell’INGV, che forniscono diversi tipi di magnitudo locale. Questi valori sono stati selezionati, convertiti a Mw e combinati secondo quanto descritto in Gasperini et al. (2013).
Per la finestra temporale compresa tra il 1963 e il 1980 sono state principalmente selezionate stime di Ms e mb dal bollettino dell’ISC, integrate con stime del catalogo di Margottini et al. (1993). I valori di Ms e mb sono stati trattati e convertiti a Mw secondo Lolli et al. (2014; 2015). I valori di Mw convertiti da mb e Ms dell’ISC sono stati utilizzati anche nella finestra temporale 1981-2012, combinati tramite media pesata con l’inverso del quadrato delle incertezze con altri valori ottenuti da stime di ML, oppure sono stati preferiti a queste ultime per i terremoti profondi (in particolare nel Tirreno meridionale) o al di fuori della copertura della rete nazionale. Altre eccezioni ai criteri sopra descritti sono state introdotte in casi di mancanza di uno (o più) dataset nella rispettiva finestra temporale, o in casi in cui si è verificata la scarsa affidabilità del dato.
Per la finestra temporale 1972-1980 sono stati anche considerati valori di ML Wood-Anderson (WA) di Roma Monte Porzio, ricavate dal Bollettino ING, e di Trieste, pubblicate da Sandron et al. (2015). Le prime sono state convertite a Mw sommando un offset fisso di 0.22 unità di magnitudo (Lolli et al., 2016), mentre per quelle di Trieste è stata adottata la conversione proposta da Sandron et al. (2015). Se disponibili entrambe, le magnitudo proxy da WA sono state combinate con quelle da ISC.
In mancanza di altri dati, sono stati anche utilizzati alcuni valori di ML dedotti dal catalogo PFG (Postpischl, 1985a) per le quali si è osservata una sostanziale coincidenza con Mw (come ottenuta da ISC; Lolli et al., 2016). Alcune stime di mb e Ms da Margottini et al. (1993) sono state utilizzate anche per eventi prima del 1963. La Tabella 3 riassume i dataset utilizzati, la loro validità temporale di massima, il tipo di magnitudo fornito e la rispettiva conversione a Mw.
Catalogo | Validità | N. dati | Tipo M | Conversione a Mw |
---|---|---|---|---|
CSTI1.1 | 1981-1996 | 330 | Md, Ma, ML | Gasperini et al., 2013 |
CSI1.1 | 1997-2002 | 165 | ML, Md | Gasperini et al., 2013 |
BSINGV | 2003-2005 | 20 | Md, ML | Gasperini et al., 2013 |
ISIDE | 2005-2014 | 55 | ML, Md | Gasperini et al., 2013 |
ISC | 1964-1980 | 215 | mb, Ms | Lolli et al., 2014; 2015 |
MARAL993 | 1903-1975 | 296 | mb, Ms | Lolli et al., 2014; 2015 |
BSING | 1972-1980 | 91 | ML WA | Mw = WA + 0.22 |
POST985 | 1962-1978 | 8 | ML | Mw = ML + 0.07 |
SANAL015 | 1977-1978 | 4 | ML WA | Sandron et al., 2015 |
In conclusione, lo schema generale di priorità per la scelta delle magnitudo strumentali è riportato in Tabella 4.
Priorità | Tipo M | Periodo | Note |
---|---|---|---|
1 | Mw da tensori momento | 1976-2014 | sempre selezionata se esiste, anche come MwDef |
2 | Proxy ML | 1981-2014 | si combina con 3 |
3 | Proxy mb, Ms (ISC) | 1963-2012 | si combina con 2 o con 4 |
4 | Proxy WA | 1972-1980 | si combina con 3 |
5 | Proxy mb, Ms (Margottini et al. 1993) | 1903-1975 | solo in mancanza di altri dati |
6 | Proxy ML PFG | 1962-1978 | solo in mancanza di altri dati |
In aggiunta, sono state considerate le magnitudo momento calcolate da Bernardi et al. (2005) per 12 terremoti con epicentro in Svizzera e da Pino et al. (2000) per il terremoto del 28 dicembre 1908 (Stretto di Messina).
Per quanto riguarda i terremoti etnei, la scelta delle magnitudo strumentali, a meno di stime di Mw da tensore momento come sopra, sono ricadute su cataloghi locali, dove disponibili, e relazioni ad-hoc, così come riassunto in Tabella 5.
Catalogo | Validità | N. dati | Tipo M | Conversione a Mw |
---|---|---|---|---|
Distefano e Di Grazia, 2005 | 1980-1997 | 33 | Md, ML | Tuvè et al. 2015 (Md-ML); Saraò et al., 2015 (ML-Mw) |
Patané et al., 2004 | 1988-1998 | 14 | Md, ML | Tuvè et al. 2015 (Md-ML); Saraò et al., 2015 (ML-Mw) |
INGV Catania | 1999-2014 | 98 | Md, ML | Tuvè et al. 2015 (Md-ML); Saraò et al., 2015 (ML-Mw) |
INGV Mediterranean Very Broadband Seismographic Network | 1999-2002 | 7 | ML | Saraò et al., 2015 |
Come detto, la nuova versione CPTI15 costituisce un’evoluzione significativa rispetto alla precedente sia per quanto riguarda l’insieme dei dati di base, macrosismici e strumentali, sia per quanto riguarda la determinazione dei parametri.
La copertura temporale del catalogo è stata estesa dal 2006 alla fine 2014, comportando l’inserimento di 275 terremoti, 35 dei quali supportati anche da dati di intensità provenienti da rilievi macrosismici diretti.
Nella finestra temporale comune (1000-2006) CPTI11 e CPTI15 contengono rispettivamente 3182 e 4298 terremoti.
CPTI11 conteneva 50 terremoti, elencati in Appendice 4, che non sono più in CPTI15 perché ritenuti falsi (32) o comunque non adeguatamente supportati da dati di base (8), oppure per errori nell’originale o nella compilazione di CPTI11. A questi si aggiungono 3 terremoti di area etnea con intensità < 5 che i curatori della relativa sezione non hanno ritenuto di includere in catalogo.
CPTI15 risulta quindi contenere 1192 terremoti in più rispetto a CPTI11. Gran parte di questa differenza è sicuramente dovuta all’abbassamento delle soglie energetiche a intensità 5 e Mw 4.0, che ha causato l’ingresso di 757 terremoti non presenti in CPTI11. I restanti 435 terremoti hanno invece intensità e/o magnitudo più elevata e derivano essenzialmente da nuovi studi macrosismici (principalmente Camassi et al., 2011; Molin et al., 2008, Castelli et al., 2016; Azzaro e Castelli, 2015; Guidoboni e Ciuccarelli, 2011) e cataloghi parametrici (Zivcic, 2009; Fäh et al., 2011). Inoltre sono stati aggiunti 50 terremoti profondi del Tirreno meridionale che non erano considerati in CPTI11.
Per i 3129 terremoti comuni ai due cataloghi, si osservano differenze sia per quanto riguarda la localizzazione sia per quanto riguarda la magnitudo.
Le differenze di localizzazione (Figura 7) sono dovute principalmente all’aggiornamento dei dati macrosismici di input, dato che le localizzazioni macrosismiche sono state calcolate con lo stesso metodo di CPTI11. Fanno eccezione i 21 epicentri macrosismici di CPTI11 calcolati con il metodo di Bakun e Wentworth (1997), e che in CPTI15 hanno una determinazione strumentale (4 casi), una determinazione Boxer “metodo 0” (6) o “metodo 4” (11). Altre variazioni significative sono dovute all’introduzione di nuove determinazioni strumentali e, in misura minore, alla preferenza di queste ultime invece di localizzazioni macrosismiche.
Le differenze nei valori di magnitudo possono invece essere dovute, oltre che alle variazioni nei dati macrosismici e strumentali, anche alla diversa parametrizzazione dei primi e alle diverse conversioni per le seconde, oppure anche a una diversa combinazione delle diverse stime.
La Figura 8 mostra le variazioni di magnitudo tra CPTI15 e CPTI11 differenziate secondo il tipo in CPTI15 (magnitudo media, da dati macrosismici, da intensità epicentrale e da catalogo parametrico a sinistra; strumentale osservata e calcolata a destra).
In generale si osserva un abbassamento del valore di Mw, soprattutto per i terremoti di bassa energia. Per quanto riguarda le magnitudo macrosismiche, una delle caratteristiche più evidenti è l’effetto della sostituzione di moltissime stime (circa 882) derivate dalla conversione lineare Io-Mw e quindi raggruppate attorno a determinati valori, con nuove stime ottenute dal processamento di dati puntuali di intensità risultanti in distribuzioni più ampie di valori di magnitudo. Le stime macrosismiche comprendono anche le variazioni maggiori rispetto a CPTI11 a magnitudo elevata. Queste sono dovute alla sostituzione di alcune soluzioni del metodo Bakun e Wentworth (1997) per forti terremoti in mare con le soluzioni Boxer, comunque più omogenee rispetto a tutto il catalogo, oppure a variazioni, anche significative, nelle distribuzioni di intensità proposte dai nuovi studi. Variazioni importanti, sempre verso il basso, derivano anche dall’adozione del nuovo catalogo svizzero ECOS-09 (Fäh et al., 2011) aggiornato rispetto alla versione considerata in CPTI11. Per quanto riguarda i valori strumentali si nota una sostanziale equivalenza nei due cataloghi sopra magnitudo 5.5, probabilmente dovuta al fatto che in questo intervallo di magnitudo non ci sono state variazioni nel tipo di magnitudo utilizzato. Variazioni più significative si notano per le magnitudo più basse, soprattutto per quanto riguarda le Mw convertite, probabilmente come effetto dei nuovi criteri di conversione e omogeneizzazione adottati. Le differenze a bassa magnitudo per le Mw da tensore momento sono invece dovuto all’inserimento ex-novo di tali valori nella nuova versione del catalogo.
La Figura 9 mostra invece la distribuzione delle magnitudo di CPTI15 e CPTI11 in classi di 0.25 unità di magnitudo. Le variazioni importanti nelle magnitudo più basse evidenti in Figura 8, si traducono in una distribuzione molto più regolare dei valori di CPTI15 nelle classi da 4.50 a 5.25.
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Field | Description |
---|---|
N | Record number (in chronological order) |
Sect | Catalogue section, related to a specific seismological context MA = main NV = Phlegraean volcanic area EV = Etna volcanic area CA = Calabrian arc (subduction) |
Year | Origin time: year |
Mo | Origin time: month |
Da | Origin time: day |
Ho | Origin time: hour |
Mi | Origin time: minutes |
Se | Origin time: seconds |
EpicentralArea | Epicentral area or area of the largest macr oseismic effects |
MainRef | Main bibliographical reference: - equal to RefM when TLdef = MM, MI, ND - equal to RefIns when TLdef = II o IM - code of the reference parametric catalogue when TLDef = PC |
TLDef | Type of default location: - MI = macroseismic (alternative to instrumental) - IM = instrumental (alternative to macroseismic) - II = instrumental (only choice) - MM = macroseismic (only choice) - PC = from parametric catalogue - NP = location not defined |
LatDef | Default epicentral latitude (WGS84) |
LonDef | Default epicentral longitude (WGS84) |
DepDef | Default depth in km (instrumental; only when TLDef = II or IM) |
IoDef | Default epicentral intensity |
TIoDef | Source of the default epicentral intensity: - bx = from macroseismic data, determined using Boxer - pc = from parametric catalogue - dm = from macroseismic data according to the referenced study (RefM) |
MwDef | Default moment magnitude |
ErMwDef | Error associated to the default moment magnitude |
TMwDef | Default moment magnitude determination code: - InsO = instrumental, recorded - InsC = instrumental, converted from other magnitude scales - Mdm = macroseismic, from intensity data - MIo = macroseismic, converted from epicentral intensity - Mpc = from the source parametric catalogue - Wmim = mean of MwIns and MwM, weighted with the inverse of the related variances |
RefM | Reference code of the macroseismic dataset |
MdpN | Number of macroseismic data |
Imax | Maximum intensity |
LatM | Epicentral latitude: macroseismic determination (WGS84) |
LonM | Epicentral longitude: macroseismic determination (WGS84) |
ErrLatM | Error associated to the latitude, determined using Boxer [km] |
ErrLonM | Error associated to the longitude, determined using Boxer [km] |
TepiM | Method for the determination of the macroseismic epicentre: - bx0: determined by Boxer, method 0 - bx4: determined by Boxer, method 4 - bxM: determined by Boxer (method 0), and modified - dm: from macroseismic data according to the procedures described in the referenced study (RefM) |
Io | Epicentral intensity |
MwM | Moment magnitude: macroseismic determination |
ErMwM | Error associated to the macroseismic moment magnitude |
TMwM | Method for the determination of moment magnitude from macroseismic data: - bxn = calculated by Boxer using the isoseismals method - bxi = calculated by Boxer using epicentral intensity - Io = converted from Io with the same relation used by Boxer - IoV1 = converted from Io using relations for the Etna volcanic area - IoV2 = converted from Io using relations for the Phlegraean volcanic area |
RefIns | Reference code of the source of the instrumental epicentre |
LatIns | Epicentral latitude: instrumental determination (WGS84) |
LonIns | Epicentral longitude: instrumental determination (WGS84) |
DepIns | Hypocentral depth [km] |
MwIns | Instrumental moment magnitude |
ErMwIns | Error associated to the instrumental moment magnitude |
TMwIns | Instrumental magnitude origin: - MwMT = from moment tensor solution - Swa = from S-waves amplitude - SM = from spectral method - Pry_ml = converted from local magnitude - Pry_mdml = converted from local magnitude derived from duration magnitude - Pry_mlmsmb = mean of Mw values converted from Ml, Ms, and mb estimates, weighted with the weighted with the inverse of the related variances - Pry_msmb = mean of Mw values converted from Ms and mb estimates, weighted with the weighted with the inverse of the related variances - Pry_msmbWA = mean of Mw values converted from Ms, mb, and Ml Wood-Anderson estimates, weighted with the weighted with the inverse of the related variances - Pry_WA = converted from Ml Wood-Anderson |
RefMwIns | Reference code(s) of the source of the instrumental magnitude |
EqID | Earthquake identifier (not chronologically ordered) |
CPTI11id | Record identifier in CPTI11 |
La tabella riporta la sigla presente nel file CPTI15 (campo “RefM”), il corrispondente riferimento bibliografico degli studi che contribuiscono con dati macrosismici al catalogo, il numero dei terremoti indicati in ciascun studio e il relativo numero di punti di intensità.
Codice (RefM) | Riferimento bibliografico | N. terr. | MdpN |
---|---|---|---|
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AMGNDT995 | Archivio Macrosismico GNDT, 1995. Studi preliminari di terremoti attraverso i repertori sismologici. Archivio macrosismico del GNDT, Milano. | 241 | 7561 |
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TERCU014 | Tertulliani A., Cucci L., 2014. Presentazione e analisi critica dei dati storici di base del terremoto dell'8 gennaio 1693 nel Pollino. Quaderni di Geofisica, 117, INGV, Roma, 44 pp. | 1 | 16 |
TERT015 | Tertulliani A., 2015. Il terremoto del 12 giugno 1995 a Roma. Rapporto interno, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, 7 pp. | 1 | 125 |
TERT990 | Tertulliani A.,1990. Indagine sugli effetti del terremoto del Canavese 11 febbraio 1990. Rapporto interno ING, Roma, 4 pp. | 1 | 201 |
A) La tabella riporta la sigla presente nel file CPTI15 (campo “RefIns), il corrispondente riferimento bibliografico dei cataloghi e degli studi che contribuiscono con epicentri strumentali al catalogo e il numero dei terremoti indicati in ciascun studio.
Codice | Riferimento bibliografico | N. terr. |
---|---|---|
ALPAL015 | Alparone S., Maiolino V., Mostaccio A., Scaltrito A., Ursino A., Barberi G., D’Amico S., Di Grazia G., Giampiccolo E., Musumeci C., Scarfì L., Zuccarello L., 2015. Instrumental seismic catalogue of Mt. Etna earthquakes (Sicily, Italy): ten years (2000-2010) of instrumental recordings. Annals of Geophysics, 58, 4, S0435, http://doi.org/10.4401/ag-6591 | 2 |
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CECAL999 | Cecic I., Zivcic M., Gosar A. and Jesenko T., 1999. Potresi v Sloveniji leta 1998. In: J. Lapajne (Ed.), Potresi v letu 1998, URSG, Ljubljana, pp. 11-48 | 1 |
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ISS | International Seismological Summary (ISS), Earthquake Catalog (1918-1963). Edinburgh. | 18 |
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PINAL008 | Pino N.A., Palombo B., Ventura G., Perniola B. and Ferrari G., 2008. Waveform modelling of historical seismograms of the 1930 Irpinia earthquake provides insight on "blind" faulting in Southern Apennines (Italy). J. Geoph. Res., 113, http://doi.org/10.1029/2007JB005211 | 1 |
SANAL014 | Sandron D., Renner G., Rebez A., Slejko D., 2014. Early instrumental seismicity recorded in the eastern Alps. Bollettino di Geofisica Teorica ed Applicata, 34pp., http://doi.org/10.4430/bgta0118 | 59 |
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SLEAL999 | Slejko D., Neri G., Orozova I., Renner G. and Wyss M., 1999. Stress field in Friuli (NE Italy) from fault plane solutions of activity following the 1976 mainshock. Bull. Seism. Soc. Am. 89, 1037-1052. | 35 |
UNICT005 | Distefano G., Di Grazia G., 2005. Database localizzazioni ipocentrali terremoti Etna dal 1977 al 2001. Progetto DPC-INGV V3, Convenzione INGV-DPC 2004-2006, Task 4-deliverable 4.2.2, http://progettosv.rm.ingv.it/Progetti/Vulcanologici/V3.htm | 34 |
WEST993 | Westaway R., 1993. Fault rupture geometry for the 1980 Irpinia earthquake: a working hypothesis. Ann. Geof. 36, 51-70. | 1 |
ZIVC009 | Živcic M., 2009. Earthquake Catalogue of Slovenia. Data file available at http://gis.arso.gov.si/atlasokolja/profile.aspx?id=Atlas_Okolja_AXL@Arso | 6 |
B) La tabella riporta la sigla presente nel file CPTI15 (campo “RefMwIns”) e il corrispondente riferimento bibliografico dei cataloghi e degli studi che contribuiscono con stime di magnitudo strumentali al catalogo.
Codice (RefMwIns) | Riferimento bibliografico |
---|---|
BENAL005 | Bernardi F., Braunmiller J. and Giardini D., 2005. Seismic Moment from Regional Surface-Wave Amplitudes: Applications to Digital and Analog Seismograms. Bull. Seism. Soc. Am. 95, 408-418, http://doi.org/10.1785/0120040048. |
BSING | Istituto Nazionale di Geofisica. Bollettino sismico mensile. |
BSINGV | Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Bollettino sismico Italiano. http://bollettinosismico.rm.ingv.it/ |
CSI1.1 | Castello B., Selvaggi G., Chiarabba C. and Amato A., 2006. CSI Catalogo della sismicità italiana 1981-2002, versione 1.1. INGV-CNT, Roma. http://csi.rm.ingv.it/ |
CSTI1.1 | Gruppo di Lavoro CSTI, 2005. Catalogo Strumentale dei Terremoti Italiani dal 1981 al 1996 (Versione 1.1). https://emidius.mi.ingv.it/CSTI/Versione1_1/ |
GLOBCMT | Global Centroid Moment Tensor Project. http://www.globalcmt.org |
INGVCT | Gruppo Analisi Dati Sismici, 2016. Catalogo dei terremoti della Sicilia Orientale - Calabria Meridionale (1999-2016). INGV, Catania, http://www.ct.ingv.it/ufs/analisti/catalogolist.php |
INGVTDMT | Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Catalogo Time Domain Moment Tensor. http://cnt.rm.ingv.it/tdmt |
ISC | International Seismological Centre. Reviewed On-line Bulletin. Thatcham, United Kingdom. http://www.isc.ac.uk |
ISIDE | ISIDe Working Group. Italian Seismological Instrumental and parametric database. Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Roma. http://iside.rm.ingv.it |
ITACMT | The Italian CMT dataset from 1977 to the present (updated to 2014). http://www.bo.ingv.it/RCMT/Italydataset.html |
MARAL993 | Margottini C., Ambraseys N.N. and Screpanti A., 1993. La magnitudo dei terremoti italiani del XX secolo. ENEA, rapporto interno, Roma, 57 pp. |
MEDN-INGV | Mediterranean Very Broadband Seismographic Network. |
NEIC | National Earthquake Information Center. Moment tensor solutions. http://earthquake.usgs.gov/earthquakes/search/ |
PATAL004 | Patané D., Cocina O., Falsaperla S., Privitera E., Spampinato S., 2004. Mt. Etna volcano: a seismological framework. In: Bonaccorso A., Calvari S., Coltelli M., Del Negro C. & Falsaperla S. (ed.), "Mt. Etna: volcano laboratory", American Geophysical Union, Geophysical monograph, 143, pp. 147-165 + CD |
PINAL000 | Pino N.A., Giardini D. and Boschi E., 2000. The December 28, 1908, Messina Straits, Southern Italy, earthquake: waveform modelling of regional seismograms. J. Geoph. Res. 105, B11, 25473-25492 |
POST985 | Postpischl D., 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quaderni della Ricerca Scientifica, 114, 2B, Bologna, 239 pp. |
SANAL015 | Sandron D., Gentile G.F., Gentili S., Saraò A., Rebez A., Santulin M., Slejko D., 2015. The Wood-Anderson of Trieste (Northeast Italy): One of the Last Operating Torsion Seismometers. Seismological Research Letters 86, 6, 1-10 |
SED-MT | Schweizerische Erdbebendienst - ETH Zürich. Reviewed Regional Moment Tensor Catalog. http://www.seismo.ethz.ch/prod/tensors/mt_oldcat |
UNICT005 | Distefano G., Di Grazia G., 2005. Database localizzazioni ipocentrali terremoti Etna dal 1977 al 2001. Progetto DPC-INGV V3, Convenzione INGV-DPC 2004-2006, Task 4-deliverable 4.2.2, http://progettosv.rm.ingv.it/Progetti/Vulcanologici/V3.htm |
Elenco dei terremoti di CPTI11 non più presenti in CPTI15 e relativa motivazione.
N | Year | Mo | Da | Ho | Mi | Ax | Rt | Lat | Lon | Mw | Motivo |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
29 | 1197 | Brescia | Guidoboni et al., 2007 | Falso secondo ENEL (1985) | |||||||
34 | 1223 | Gargano | Guidoboni et al., 2007 | 41.873 | 15.981 | 5.78 | Falso secondo Camassi et al. (2012) | ||||
43 | 1268 | 11 | 4 | Trevigiano | Guidoboni et al., 2007 | 45.735 | 12.079 | 5.35 | Falso secondo Camassi et al. (2012) | ||
52 | 1279 | 4 | 24 | 17 | Cividale del Friuli | Guidoboni et al., 2007 | Falso secondo Camassi et al. (2012) | ||||
72 | 1310 | Villa S. Giovanni | Postpischl, 1985 | 38.250 | 15.667 | 5.14 | Falso secondo Molin et al., (2008) | ||||
89 | 1346 | 2 | 22 | 11 | Ferrara | Guidoboni et al., 2007 | 44.836 | 11.618 | 4.93 | Falso secondo Camassi e Castelli (2013) | |
167 | 1461 | 6 | Castelcivita | Postpischl, 1985 | 40.500 | 15.250 | 5.14 | Falso secondo Molin et al., (2008) | |||
215 | 1502 | 9 | 23 | Cuneo | Guidoboni et al., 2007 | Falso secondo SGA (2002) | |||||
264 | 1549 | 5 | 3 | Savona | Arch.Mac.GNDT, 1995 | 44.307 | 8.480 | 4.93 | Falso secondo Camassi et al. (2015) | ||
288 | 1571 | 11 | 1 | Tirol | Van Gils & Ley., 1991a | 47.300 | 11.400 | 5.14 | Falso secondo Hammerl (2015) | ||
404 | 1687 | Castel Bolognese | Postpischl, 1985 | 44.333 | 11.750 | 4.72 | Falso secondo Molin et al., (2008) | ||||
421 | 1691 | 7 | 14 | Bovolenta | Postpischl, 1985 | 45.333 | 11.833 | 4.72 | Falso secondo Molin et al., (2008) | ||
659 | 1780 | 1 | 3 | Monte Oliveto | Arch.Mac.GNDT, 1995 | 4.00 | Falso secondo Camassi et al. (2011) | ||||
839 | 1831 | 4 | 9 | Stilo | Postpischl, 1985 | 38.500 | 16.500 | 4.93 | Falso secondo Molin et al., (2008) | ||
890 | 1839 | 8 | 18 | 1 | Cosenza | Postpischl, 1985 | 39.300 | 16.250 | 4.72 | Falso secondo Molin et al., (2008) | |
974 | 1858 | 8 | 6 | 12 | 15 | Ricigliano | Postpischl, 1985 | 40.750 | 15.550 | 5.14 | Falso secondo Molin et al., (2008) |
1208 | 1889 | 6 | 30 | 21 | 15 | Basso Tirreno | Postpischl, 1985 | 38.583 | 14.583 | 5.14 | Falso secondo Molin et al., (2008) |
1336 | 1897 | 5 | 15 | 5 | 57 | Ljubljana | Cvijanovic, 1981 | 46.000 | 14.500 | 5.57 | Falso secondo Molin et al., (2008) |
1355 | 1898 | 2 | 17 | 6 | 2 | S. Sofia | Postpischl, 1985 | 43.917 | 11.917 | 4.72 | Falso secondo Molin et al., (2008) |
1403 | 1901 | 1 | 15 | 14 | 30 | CIVITAQUANA | Postpischl, 1985 | 42.267 | 13.900 | 4.72 | Falso secondo Molin et al., (2008) |
1485 | 1905 | 9 | 14 | 5 | TERME BRENNERO | Postpischl, 1985 | 47.000 | 11.500 | 4.51 | Falso secondo Molin et al., (2008) | |
1581 | 1909 | 11 | 2 | 3 | 44 | RIJEKA | Postpischl, 1985 | 45.200 | 14.200 | 4.72 | Falso secondo Molin et al., (2008) |
1643 | 1913 | 6 | 28 | 2 | 47 | VILLA S.GIOVANNI | Postpischl, 1985 | 38.167 | 15.583 | 4.51 | Falso secondo Molin et al., (2008) |
1986 | 1934 | 11 | 9 | 23 | 9 | SPEZZANO | Postpischl, 1985 | 39.283 | 16.333 | 4.93 | Falso secondo Molin et al., (2008) |
2041 | 1940 | 2 | 4 | 19 | 25 | ABBADIA | Postpischl, 1985 | 42.883 | 11.617 | 4.72 | Falso secondo Molin et al., (2008) |
2121 | 1949 | 12 | 9 | 13 | 45 | Reggio Calabria | Boll. Strum. ING | 38.117 | 15.583 | 4.43 | Falso secondo Molin et al., (2008) |
2211 | 1957 | 12 | 3 | 16 | 20 | NORCIA | Postpischl, 1985 | 42.783 | 13.100 | 4.72 | Falso secondo Molin et al., (2008) |
2274 | 1962 | 9 | 12 | 22 | ALVITO | Boll. Strum. ING | 41.667 | 13.717 | 4.50 | Falso secondo Molin et al., (2008) | |
2286 | 1963 | 5 | 20 | 4 | M.LETO | Boll. Strum. ING | 43.400 | 12.500 | 4.70 | Falso secondo Molin et al., (2008) | |
2306 | 1965 | 3 | 15 | 8 | 56 | CAPRIATA | Postpischl, 1985 | 44.700 | 8.700 | 4.51 | Falso secondo Molin et al., (2008) |
2395 | 1970 | 5 | 5 | 12 | 49 | PAVULLO | Postpischl, 1985 | 44.350 | 10.850 | 4.72 | Falso secondo Molin et al., (2008) |
2410 | 1970 | 12 | 30 | 5 | 16 | PARTANNA | Postpischl, 1985 | 37.700 | 12.900 | 4.51 | Falso secondo Molin et al., (2008) |
1071 | 1877 | 1 | 25 | 3 | 53 | Valbruna | OGS, 1987 | 46.450 | 13.300 | 4.93 | Nessun riscontro in altri studi |
1757 | 1918 | 1 | 14 | 6 | 44 | ARETINO | Camassi & Stu., 1997 | 43.500 | 11.800 | 4.90 | Nessun riscontro in altri studi |
1826 | 1923 | 1 | 1 | 17 | 55 | NOTRANJSKO | Cvijanovic, 1981 | 45.900 | 14.400 | 4.93 | Nessun riscontro in altri studi |
2012 | 1937 | 2 | 26 | Medio Adriatico | Boll. Strum. ING | 43.900 | 13.100 | 4.43 | Nessun riscontro in altri studi | ||
2082 | 1946 | 2 | 18 | 23 | PIONE | Boll. Strum. ING | 44.600 | 9.600 | 4.70 | Nessun riscontro in altri studi | |
2089 | 1947 | 4 | 14 | 14 | 53 | Medio Adriatico | Boll. Strum. ING | 42.500 | 15.000 | 4.77 | Nessun riscontro in altri studi |
2319 | 1966 | 5 | 26 | 18 | 7 | Monteveglio | Int. Seism. Sum. Cat. | 44.500 | 11.200 | 4.70 | Nessun riscontro in altri studi |
2330 | 1967 | 9 | 24 | 22 | 27 | Lecchese | ISC Bull. | 45.750 | 9.390 | 4.52 | Nessun riscontro in altri studi |
2676 | 1983 | 1 | 19 | 8 | 8 | Alto Ionio | Castello et al., 2006 | 39.031 | 18.873 | 4.64 | Duplicato |
3046 | 2000 | 8 | 21 | 17 | 24 | Monferrato | Castello et al., 2006 | 44.740 | 8.422 | 5.04 | Duplicato |
317 | 1600 | Palazzuolo | Castelli et al., 1996 | 44.113 | 11.548 | 5.35 | Errore di trascrizione | ||||
2668 | 1982 | 10 | 17 | 10 | 56 | Tirol | GdL CSTI, 2005 | 47.489 | 11.172 | 4.80 | Errore di trascrizione |
2680 | 1983 | 5 | 7 | 22 | 9 | Penisola Salentina | GdL CSTI, 2005 | 40.062 | 17.890 | 4.96 | Errore di trascrizione |
2689 | 1983 | 11 | 8 | 18 | 21 | Mar Ionio | GdL CSTI, 2005 | 38.983 | 17.420 | 5.37 | Errore di trascrizione |
2711 | 1984 | 6 | 19 | 1 | 27 | Adriatico centrale | GdL CSTI, 2005 | 42.869 | 15.290 | 4.56 | Errore di trascrizione |
2732 | 1985 | 8 | 15 | 4 | 45 | ZONA LUBIANA | GdL CSTI, 2005 | 46.160 | 14.339 | 4.47 | Errore di trascrizione |
2757 | 1986 | 7 | 22 | 7 | 13 | Isole Tremiti | GdL CSTI, 2005 | 42.057 | 15.729 | 4.56 | Errore di trascrizione |
2855 | 1993 | 11 | 6 | 23 | 21 | ZONA RAVENNA | GdL CSTI, 2005 | 44.253 | 12.038 | 4.47 | Errore di trascrizione |
Camassi R., Caracciolo C.H., Castelli V., Ercolani E., Bernardini F., Albini P., Rovida A., 2012. Contributo INGV al WP2 del progetto HAREIA - Historical and Recent Earthquakes in Italy and Austria: Studio della sismicità storica del Friuli Venezia-Giulia, Veneto e Alto Adige. Rapporto finale, Bologna, 23 pp. + 5 Allegati
Camassi R., Castelli V., 2013. The curious case of the 1346 earthquake recorded only by very young chroniclers. Seismological Research Letters, 84, 6, 1089-1097, http://doi.org/10.1785/0220130063
Camassi R., Castelli V., Caracciolo C.H., Ercolani E., Bernardini F., 2015. Revisione speditiva di alcuni terremoti di area nord occidentale. Rapporto interno, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, 27 pp.
Camassi R., Castelli V., Molin D., Bernardini F., Caracciolo C. H., Ercolani E. and Postpischl L., 2011. Materiali per un catalogo dei terremoti italiani: eventi sconosciuti, rivalutati o riscoperti. Quaderni di Geofisica, 96, INGV, Roma, 53pp.
ENEL, 1985. Studi e indagini per l'accertamento della idoneità tecnica delle aree suscettibili di insediamento di impianti nucleari per le Regioni Piemonte, Lombardia e Puglia: indagini di sismica storica. Rapporti tecnici predisposti da ISMES-SGA, Roma.
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