Come
già accennato nella presentazione, la localizzazione ipocentrale
che viene fornita assieme al database delle letture dei tempi di arrivo
(che resta comunque il vero prodotto del progetto) rappresenta poco
più
di un indice di riferimento e non ha le caratteristiche di una vera
propria localizzazione di precisione da utilizzare per analisi
sismotettoniche.
Tuttavia al fine di dare comunque un’immagine il più possibile
fedele
della sismicità italiana nel periodo dal 1981 al 1996 si
è
cercato, pur senza entrare nell’analisi dettagliata caso per caso (che
sarà compito di chi proseguirà questo lavoro in futuro),
di massimizzare l’affidabilità delle soluzioni epicentrali
fornite
limitando anche il più possibile gli effetti di
instabilità
legati al modello di propagazione ed agli eventuali errori di lettura
ed
associazione.
Gli
utenti di questo database possono selezionare le soluzioni più
affidabili
sulla base dei classici parametri di valutazione che vengono forniti
nel
“summary file” di Hypoellipse (rms, errori sul tempo, sulle coordinate
e sulla profondità, gap azimutale, distanza dalla stazione
più
vicina), il cui formato è allegato nel file Formati.htm,
così come possono scegliere di eseguire una diversa
localizzazione
utilizzando altri parametri o schemi di calcolo.
Localizzazione
E’
stato utilizzato per l’intero territorio Italiano un unico modello di
velocità
a due strati più semispazio molto simile a quello in uso presso
la RSNC (si vedano i file di controllo per la localizzazione con
Hypoellipse).
Strato
|
Velocità
P
km/sec |
Profondità
km |
Spessore
km |
Vp/Vs
|
1
|
5.000
|
0.000
|
10.000
|
1.730
|
2
|
6.000
|
10.000
|
20.000
|
1.730
|
3
|
8.100
|
30.000
|
-
|
1.730
|
E’
stato inoltre deciso di lasciare sempre libera la determinazione della
profondità ipocentrale in quanto, anche se in molti casi tale
parametro
non è ben vincolato dai dati disponibili, il suo blocco a valori
convenzionali (5, 10, 30 km) può essere ancor più
fuorviante
di una sua stima per quanto preliminare e approssimata. Infatti, nei
casi
di criticità della localizzazione non è tanto il calcolo
del parametro in sé che è scorretto quanto il suo
utilizzo
per inferenze sismotettoniche non adeguatamente supportate dalle
osservazioni.
Per meglio vincolare la stima della profondità, quando possibile
sono state sempre utilizzate le letture delle onde S. Sono stati
adottati
tre diversi schemi di calcolo: il primo assume 10 km come
profondità
di partenza ed include uno schema di pesatura con la distanza con peso
unitario al di sotto di 150 km e peso nullo per distanze maggiori di
300
km. Non sono invece stati utilizzati altri tipi di pesatura con
l’azimut
o con i residui. Il secondo schema utilizzato è senza peso in
distanza
con profondità di partenza 10 km. Infine, per favorire una
corretta
valutazione degli eventi profondi, il terzo schema assume come
profondità
di partenza 200 km anziché 10 km. I file archivio e
localizzazione
forniti rappresentano un “collage” dei risultati delle tre
localizzazioni
di ogni evento, tra cui viene scelta quella con minimo rms. Il
numero
dello schema di calcolo adottato di volta in volta viene indicato alla
colonna 119 del summary record.
Il
file di stazione utilizzato (comprendente anche le correzioni di
stazione
per la magnitudo durata ed ampiezza) ed i file di controllo per i tre
schemi
di calcolo (comprendenti anche la curva di taratura per la magnitudo
ampiezza)
sono allegati nella cartella Dati del CDROM con
i nomi Stazioni.dat, Control1.dat,
Control2.dat e Control3.dat
rispettivamente.
Magnitudo
Nel
campo “preferred magnitude” (col 37-38 del summary record) è
riportata
la magnitudo considerata più affidabile secondo i criteri
stabiliti
nel lavoro allegato (vedi file Mag.htm). Il
codice
della magnitudo scelta è riportata in colonna 80. Il codice “L”
indica una magnitudo Wood-Anderson vera o Wood-Anderson sintetica,
calcolata
da stazioni Broad-Band, il codice “A” indica la magnitudo ampiezza
calcolata
dai dati dei sismometri verticali a corto periodo della RSNC, il codice
“D” indica la magnitudo durata secondo la formula proposta nel lavoro
citato.
Limitatamente agli anni dal 1981 al 1984, nei casi in cui
nessuna
di queste magnitudo è disponibile, è stata inserita (con
codice “I”), quando presente, la magnitudo fornita dal catalogo ING.
Occorre
però segnalare che in questo caso la taratura della magnitudo
rispetto
allo standard Wood-Anderson non è garantita. Inoltre
l’associazione
è stata effettuata automaticamente solo sulla base della
corrispondenza
tra tempi e localizzazioni nei due cataloghi con un margine di
tolleranza
di 5 sec e di 50 km. E’ possibile che in alcuni casi sporadici tale
corrispondenza
sia casuale e quindi che l’associazione della stima di magnitudo con
l’evento
sia non corretta. Si consiglia
perciò di considerare con cautela tali dati e di non utilizzarli
per analisi per cui è essenziale una taratura omogenea della
magnitudo.
Alle
colonne 70-71 e 72-73 sono riportate rispettivamente la magnitudo
ampiezza
e durata solo quando la stima è considerata “reliable” secondo i
criteri stabiliti nel citato lavoro. Quindi è possibile che tali
stime non vengano riportate affatto anche quando esistano misure di
ampiezza
e durata nei dati delle letture. Per motivi diversi, legati alle
differenti
modalità di calcolo della magnitudo da parte di Hypoellipse,
è
possibile che sia fornita la magnitudo durata anche quando sul file
archivio
questa non viene calcolata per nessuna stazione.
Complessivamente
vengono fornite 34999 magnitudo di cui 722 Wood-Anderson (reali o
sintetiche),
442 da ampiezze di strumenti RSNC, 33565 da durate e 270 da catalogo
ING.
Scelta
degli eventi
Per
evitare che l’immagine complessiva della sismicità sia
fortemente
alterata da localizzazioni poco significative in quanto mal vincolate
dalla
distribuzione delle stazioni, è stato deciso di rimuovere, dal
file
riassuntivo delle localizzazioni (Italia.sum),
gli eventi per cui l’epicentro risulti manifestamente “fuori rete”. In
particolare non viene fornita la localizzazione quando questa si trova
ad oltre 80 km dalla stazione più vicina ed allo stesso tempo il
“gap” azimutale è maggiore di 210 gradi. Tali localizzazioni
sono
invece presenti nei file di archivio. Complessivamente sono stati
selezionati
in questo modo 46764 eventi, su un totale di 48946 eventi localizzati.
Nel database sono presenti complessivamente 765102 fasi sismiche, di
cui
288736 fasi S.
In
figura, sono riportati in rosso, con cerchi proporzionali alla
magnitudo,
gli eventi con profondità ipocentrale minore di 60 km mentre
quelli
più profondi sono riportati con colore blu. Si noti che
molti
degli eventi profondi localizzati esternamente all’area italiana sono
con
ogni probabilità il frutto di un cattivo condizionamento della
soluzione
e necessitano quindi di un riesame più approfondito.