La necessità di una revisione della prima versione di CSTI (Gruppo di Lavoro CSTI, 2001) nasce sia dalla constatazione di alcune limitazioni della procedura di localizzazione automatica, già segnalate per altro all’atto della pubblicazione (vedi le pagine relative alla presentazione e ai dettagli sulla localizzazione della precedente versione), sia di alcuni problemi relativi all’attribuzione della magnitudo osservati in occasione di alcuni studi statistici che ne hanno fatto uso. In effetti, già a suo tempo era stato notato come la localizzazione in automatico e con profondità libera mediante il codice Hypoellipse, fosse particolarmente inaffidabile per terremoti con gap azimutale elevato avvenuti al di fuori dei limiti dell’area coperta dalle stazioni sismiche italiane. Al momento della pubblicazione di CSTI, si era perciò deciso di rimuovere dal catalogo gli eventi, con gap maggiore di 210 gradi e distanza dalla stazione più vicina superiore a 80 km, che rischiavano di essere del tutto inattendibili, soprattutto per quanto riguarda la stima della profondità. In realtà questa misura cautelativa si è dimostrata insufficiente ad impedire che un certo numero di soluzioni ipocentrali, corrispondenti ad una modesta percentuale (<1%) del totale, fosse comunque mal vincolato. In questi casi, come anche in altri, legati ad errori di associazione delle fasi sismiche, sono state anche osservate errate attribuzioni di magnitudo ampiezza da stazioni a corto periodo della RSNC dell’INGV dovute a stime fortemente imprecise della distanza ipocentrale.
Nell’ambito del progetto GNDT (Programma Quadro 2000/2002) dedicato alla “Revisione dei fondamenti teorici e sperimentali delle stime di hazard sismico a scala nazionale” (Coord. Paolo Gasperini) era stata a suo tempo proposta e solo in parte avviata (a causa di limitazioni ai finanziamenti) un’iniziativa per la revisione e l’aggiornamento di CSTI V1.0 che, a partire dal luglio 2003, ha tratto particolare impulso, dall’iniziativa INGV per la redazione di una nuova Mappa di Pericolosità Sismica in Italia a fronte dell’Ordinanza della Presidenza del Consiglio n. 3274 del 20 Marzo 2003. In tale ambito sono state formulate modifiche alle procedure di localizzazione e calcolo della magnitudo (vedi descrizione) che hanno portato a risolvere se non tutti, certamente gran parte dei problemi sopra citati. Il file catalogo risultante è stato effettivamente utilizzato per la costruzione del catalogo integrato storico strumentale CPTI04 (Gruppo di lavoro CPTI04, 2004) adottato dalla citata iniziativa INGV.
Tutti i files aggiornati sono disponibili nella cartella dati e comprendono: le letture dei tempi di arrivo in formato “archive” di Hypoellipse ( 1981.dat, 1982.dat, 1983.dat, 1984.dat, 1985.dat, 1986.dat, 1987.dat, 1988.dat, 1989.dat, 1990.dat, 1991.dat, 1992.dat, 1993.dat, 1994.dat, 1995.dat, 1996.dat ) il catalogo completo in formato “summary” di Hypoellipse (Italia.sum) e in formato PFG (Catalogo.dat), i files di input delle stazioni (Stazioni.dat) e dei parametri di controllo utilizzati nei quattro schemi di localizzazione ( Control1.dat, Control2.dat, Control3.dat, Control4.dat ).
Eventuali ulteriori aggiornamenti saranno pubblicati pagina web https://emidius.mi.ingv.it/CSTI/. Per ogni commento, osservazione o richiesta di chiarimenti si invita a contattare Paolo Gasperini all'e-mail: paolo.gasperini@unibo.it.
Si prega di citare il catalogo nel modo seguente:
Gruppo di Lavoro CSTI (2005). Catalogo Strumentale dei Terremoti Italiani dal 1981 al 1996 (CSTI), versione 1.1. Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). https://doi.org/10.13127/csti.1.1
Il catalogo è rilasciato con licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0).