Sottoprogetto 5.1.4 - Valutazione della pericolosità al sito
Contributo di C. Meletti e D. Slejko
Versione finale Giugno 1999 |
Aggiornamento al 07/06/99 by C.Meletti
Introduzione
In questo breve rapporto viene presentato il confronto che è
stato condotto tra i risultati della stima della pericolosità sismica
realizzata con un approccio di tipo probabilistico (metodo Cornell) e la
stima realizzata con un metodo cosiddetto misto, in cui cioè alcuni
aspetti sono affrontati con un approccio probabilistico e altri con un
approccio deterministico.
I dettagli sui due metodi si possono trovare alla pagina materiali.html
e relative citazioni bibliografiche.
Per effettuare il confronto, le due stime sono state realizzate in
termini di intensità attesa in 475 anni.
L'analisi dei dati
Nella carta di pericolosità di Petrini (mappa_PET) le intensità
minori di 5 vengono fissate a 5 (Fig. 1, in cui i
gradi intermedi di intensità sono stati accorpati al grado intero
più vicino). Sono significativi, dunque, solo i valori > 5. Prendendo
in considerazione le località per cui l’intensità è
maggiore di 5, si ottengono le stime per 6961 comuni; per essi sono disponibili
anche le stime GNDT ottenute con il metodo di Cornell (mappa_GNDT, Fig.
2, in cui pure i gradi intermedi di intensità sono stati accorpati
al grado intero più vicino). Per soli 750 comuni la differenza in
valore assoluto fra mappa_PET e mappa_GNDT è superiore ad un grado
(Fig. 3). Più precisamente in 291 comuni (IPET-IGNDT)
è maggiore di 1 e per 459 (IPET-IGNDT) è minore di -1. Le
differenze maggiori di 2 gradi si riferiscono a 26 comuni: per Ustica,
Pantelleria, Lampedusa, Ponza ed Albano Laziale IPET è maggiore
(con valori di IPET tra 7 e 8, solo Albano Laziale ha IPET = 9.66); IGNDT
è maggiore per 21 comuni dell’area del Cansiglio-Alpago (fra questi
Vittorio Veneto e Longarone e per tutti IGNDT intorno a 9 e IPET intorno
a 7). La nostra attenzione si è concentrata principalmente sulle
situazioni di maggiore contrasto, alla ricerca dei motivi (dati di input,
procedure differenti, ecc.) che possono portare a queste situazioni; questi
casi sono stati analizzati in dettaglio e verranno descritti nel seguito.
La carta delle zone sismogenetiche, che viene richiamata nel testo che segue anche come riferimento a singole zone, può essere vista cliccando su questa icona -->
Albano Laziale ed
in generale ZS43
La forte differenza ad Albano Laziale (IPET = 9.66, IGNDT = 7.32) non
sembra dipendere dalla relazione di attenuazione usata perché quella
considerata in mappa_PET attenua più rapidamente con la distanza
rispetto a quella utilizzata in mappa_GNDT (Fig. 4)
e, comunque, le differenze sono riscontrate all'interno della ZS. Non è
d’altronde comprensibile una così alta valutazione dell’intensità
attesa in mappa_PET, quando comunque il massimo terremoto della zona sismogenetica
ha Io = 7.5 e terremoti con Io maggiore uguale a quella attesa nella località
di Albano Laziale (e che quindi riportati al sito possano produrre un’intensità
tale, anche senza considerare la probabilità di occorrenza) sono
a distanze intorno ai 70 Km. E’ il caso del terremoto del 1915 con Io =
11 e del terremoto del 1349 con Io = 9.5.
I tassi di sismicità considerati sono profondamente diversi.
Mappa_PET ha 12.0 eventi in 100 anni per 5.5<=Io<=7.0 calcolati dalla
f(Io) a fronte di 12.77 eventi effettivamente osservati considerando periodi
di completezza del catalogo diversi, comprese tra 100 e 150 anni per queste
classi di intensità. Mappa_GNDT ha, invece, soltanto 10 eventi in
100 anni per 4.5<=Io<=7.0.
Ponza e le altre
isole
Nel caso delle isole distanti dalla terra ferma si hanno elevate valutazioni
dell’intensità attesa in 475 anni in mappa_PET rispetto a mappa_GNDT.
Va però osservato come nell’approccio misto l’intensità venga
stimata con il riporto al sito di tutti gli eventi contenuti in catalogo
con le opportune leggi di attenuazione. La parte probabilistica del metodo
interviene nella valutazione della funzione di distribuzione delle diverse
intensità. Osservando il catalogo NT si nota come in corrispondenza
di queste isole siano localizzati degli epicentri. Nella tabella che segue
sono state comparate l’intensità stimata da mappa_PET e la massima
intensità epicentrale degli eventi che lì sono stati localizzati.
Comune | IPET | Io NT 4.1.1 |
Ponza | 7.82 | 6.0 |
Ustica | 7.48 | 6.5 |
Pantelleria | 7.01 | 6.0 |
Lampedusa | 6.40 | --- |
Non sembra quindi di poter affermare che queste intensità derivino dal riporto al sito di eventi localizzati negli stessi comuni. Ma altresì le forti differenze di valutazione per queste località sono di difficile spiegazione perché sono di difficile comprensione gli alti valori di IPET: per esempio il 7 a Pantelleria distante circa 100 km dalla ZS77 che ha intensità massima pure 7. Nel caso di Ponza è stato verificato se tale intensità non potesse derivare dalle zone sismogenetiche più prossime a questa località. E’ stata presa in considerazione l’intensità delle località più prossime a Ponza. Nella ZS56 la località Forio d’Ischia ha intensità 8.05, mentre nella ZS49 Minturno ha intensità di 8.51. Entrambe le intensità, riportate a Ponza con le leggi di attenuazione usate nel calcolo per le rispettive zone e considerando le distanze da Ponza (rispettivamente 76 e 78 Km), avrebbero avuto un decremento superiore a 5 gradi nel primo caso e di 3.7 gradi nel secondo.
Salento
In Salento si osservano una ventina di comuni per i quali la differenza
di intensità tra mappa_PET e mappa_GNDT è superiore a 1 grado.
Mediamente l’intensità attesa è di 7 per mappa_PET e di 6
per mappa_GNDT. In questa area sono presenti in catalogo due eventi con
intensità epicentrale uguale a 6.5. Anche ammettendo, come appare
verosimile, che nel codice di calcolo del metodo misto le intensità
intermedie vengono portate al grado superiore, non si riesce a spiegare
un intensità al sito superiore a quella degli eventi dell’area.
A meno che, anche in questo caso, non si cerchi di valutare il possibile
apporto dalle zone sismogenetiche circostanti.
Le leggi di attenuazioni utilizzate per il calcolo di mappa_PET e di
mappa_GNDT sono molto simili per tutte le ZS influenti. Nel caso della
ZS63, addirittura, l’attenuazione usata in mappa_PET è maggiore
che non in mappa_GNDT. Se si considera la ZS80 come possibile sorgente
di queste elevate intensità, si nota come località distanti
da questa zona rispettivamente 30 e 180 Km abbiano la stessa intensità,
mentre dalla legge di attenuazione ci si aspetterebbe un decremento non
inferiore a 2 gradi. Se invece si considera l’evento del 1743 (Io = 10.5)
che ricade in questa zona, le località di questa area dovrebbero
avere delle intensità molto più elevate.
Si può, quindi, ipotizzare un'influenza su queste stime delle
ZS appenniniche, anche se non è ben chiaro attraverso quali meccanismi.
A conclusione di queste considerazioni sulle aree in cui IPET sia molto più elevata di IGNDT, c’è da far osservare come prevalentemente queste aree siano localizzate al di fuori delle zone sismogenetiche, cioè si trovino nel cosiddetto background, mentre altre aree siano all’interno di ZS a bassa sismicità.
Passiamo ora ad analizzare quelle aree in cui IGNDT sia maggiore
di 1 grado di IPET. Per quasi tutti i comuni di una ZS in particolare questa
differenza è superiore a 2 gradi: si tratta della ZS5 (Bellunese-Cansiglio).
Cansiglio (ZS5)
All’interno di questa ZS i comuni hanno un’intensità attesa
in 475 anni intorno a 7 in mappa_PET, mentre in mappa_GNDT lo stesso parametro
assume valori di poco superiori a 9. Le differenze riscontrate paiono derivare
prevalentemente dai tassi di sismicità molto diversi nelle due stime;
a questo proposito va ricordato come nell’approccio di Cornell venga valutato
il tasso di sismicità per ogni zona sismogenetica, nel metodo misto
vengono definite 5-6 distribuzioni delle F(Io) per tutta Italia sulla base
dei tassi di sismicità di ogni singola zona.
In mappa_PET il numero di eventi in 100 anni con Io>=9 è, infatti,
0.047 e 1,1 in mappa_GNDT (come si desume dalla figura 12b in Slejko
et al., 1998). Considerando la fascia inferiore di intensità si
ha invece: 4.76 eventi in 100 anni con 5.5<=Io<=7 in mappa_PET e
9 eventi in 100 anni con 4.5<=Io<=7 in mappa_GNDT. Considerando che
entrambi gli approcci utilizzano lo stesso catalogo e la stessa zonazione
pensiamo che queste differenze derivino dal fatto che per mappa_PET viene
considerato completo il catalogo a partire dall’anno 1000 per Io>=9, mentre
per mappa_GNDT i tassi sono maggiormente cautelativi. Risulta pertanto
importante la presenza di forti terremoti recenti che possono modificare
sostanzialmente il tasso calcolato su 1000 anni.
A questo proposito va osservato come la sismicità all’interno
di questa ZS sia caratterizzata da eventi tutti successivi al 1850 e con
ben 2 eventi di Io >= 9 negli ultimi 120 anni su un totale di 7 (1873 con
Io = 9.5, 1936 con Io = 9).
Imperia (ZS22)
In questa zona molti comuni hanno un’intensità compresa tra
6 e 6.5 secondo mappa_PET che è più alta di 1-1.5 gradi in
mappa_GNDT. Vale anche qui lo stesso tipo di considerazioni fatte per il
Cansiglio; ora il numero di eventi in 100 anni con Io>=9 è 0.12
in mappa_PET e 0.4 in mappa_GNDT.
Anche questa zona è caratterizzata da un unico forte evento
che si è verificato negli ultimi 100 anni, vale a dire il terremoto
del 1887 con Io = 9.5.
Calabria (ZS66)
Come sopra con numero di eventi in 100 anni con Io>=9 è 0,52
in mappa_PET e 1,3 in mappa_GNDT. Le intensità attese nei comuni
di questa zona hanno valori intorno a 8 in mappa_PET e tra 9 e 9.5 in mappa_GNDT.
In questa zona la sismicità è caratterizzata dal forte
evento del 1638 (Io = 11) e da 3 eventi con Io = 9.5 (1184, 1854, 1870).
Per questa zona non è chiaro se le forti differenze di valutazione
possano essere legate alla scelta di diversi periodi di completezza del
catalogo a seconda delle classi di intensità oppure al fatto che
ci siano eventi di intensità elevata ma anche classi vuote (per
esempio le classi 10.5, 10 e 9).
Friuli (ZS4)
I comuni di questa ZS hanno un’intensità stimata intorno a valori
di 7 in mappa_PET, mentre in mappa_GNDT hanno stime di 8-8.5. Analizzando
i tassi di sismicità associati a questa zona dai due metodi, si
osserva che il numero di eventi in 100 anni con Io>=9 è 0.37 in
mappa_PET e 0.6 in mappa_GNDT. Approfondendo questo tipo di analisi di
osserva intanto che mappa_PET conta 2 eventi con Io = 9.5 e 1 con Io =
9 in tutta la zona, mentre mappa_GNDT conta 1 evento con Io = 9.5 e 2 con
Io = 9. Questa differenza potrebbe derivare dall’uso di una diversa versione
del catalogo NT, in cui un evento sia stato ridefinito nella sua intensità
epicentrale. Per quanto riguarda la classe di intensità 8.5 (corrispondente
alla classe di magnitudo 5.8 +- 0.1) entrambe i codici di calcolo riportano
6 eventi. Nella stima di mappa_PET tutti questi eventi sono considerati
in quanto rientrano nella finestra di completezza per questa classe di
intensità. Nella stima di mappa_GNDT invece si ha che il numero
di eventi per 100 anni per questa classe di intensità è 0.6
(quindi con un periodo di ritorno di 166 anni) considerando tutto l’intervallo
del catalogo, ma la scelta finale è ricaduta su una finestra temporale
più corta che porta il periodo di ritorno a scendere a 90-95 anni
(corrispondente ad un numero di eventi di poco maggiore di 1 in 100 anni).