1. Premessa
Lo scopo del Progetto di ricerca svolto dalla UR di Perugia nell'ambito del
PE98 è quello di offrire un contributo alla definizione delle strutture
sismogenetiche responsabili del terremoto umbro-marchigiano del 1997-98.
La caratteristica principale del lavoro svolto è quella di integrare
dati geologici di superficie con l'interpretazione di profili sismici a
riflessione, allo scopo di ricavare un'immagine in profondità delle
strutture potenzialmente sismogenetiche, da confrontare con quella offerta
dai dati sismologici. A tale riguardo desideriamo ringraziare l'ENI/AGIP
Division, che ha messo a disposizione i profili sismici utilizzati in questo
lavoro.
Il programma di ricerca è così articolato:
Il lavoro è ancora in corso di svolgimento: in particolare, non è
stata ancora completata l'attività prevista dal punto 4, cioè
il confronto puntuale con i dati sismologici.
Al di fuori del programma previsto, nell'ambito dell'attività svolta
del gruppo di lavoro sulle faglie attive dell'Appennino Centrale, abbiamo
analizzato i profili sismici disponibili per la zona interessata dalla faglia
di Gubbio, allo scopo di definirne la geometria profonda.
Il presente rapporto preliminare ha lo scopo di illustrare sinteticamente
i risultati raggiunti nella definizione delle geometrie delle faglie di Gubbio
e di Colfiorito.
2. La Faglia di Gubbio
Per ricostruire la geometria profonda della faglia di Gubbio (GuF),
si sono utilizzate le informazioni provenienti da sei profili sismici a
riflessione, che interessano una porzione, di circa 30
km2, del Pre-Appennino Umbro, compresa tra
il Bacino Altotiberino e l'anticlinale di Gubbio
(
fig. 1).
La buona qualità dei profili sismici utilizzati ha permesso
l'individuazione dei riflettori marker più significativi (dal basso
verso l'alto: top Verrucano, basamento s.l., top evaporiti triassiche, Marne
a Fucoidi, top Bisciaro, base dei depositi continentali) che, tarati sulla
base delle perforazioni profonde effettuate in questa zona, hanno consentito
un'efficace descrizione delle principali strutture compressive e distensive
presenti nel sottosuolo.
Le sezioni sismiche interpretate sono state convertite in profondità,
utilizzando i dati di velocità intervallari disponibili in letteratura
(Barchi et al., 1998): una delle sezioni geologiche così ottenute
è riportata in
fig.
2. Successivamente, i dati lungo le sezioni sono stati campionati
e interpolati con un programma di contouring, per ottenere una carta delle
isobate della GuF
(
fig.
3).
L'insieme dei profili utilizzati mostra che la faglia di Gubbio disloca il
fianco occidentale dell'anticlinale omonima immergendo verso SW, con direzione
di 120°N ed inclinazione che varia tra i 50° e i 70°. Il rigetto
complessivo massimo, desumibile dalla dislocazione dell'orizzonte delle Marne
a Fucoidi, è pari a circa 1000 m. La geometria listrica della GuF
è ben riconoscibile nei diversi profili: in profondità la faglia
riattiva un preesistente piano di sovrascorrimento, invertendone il movimento
(
fig. 2).
La GuF è antitetica ad una faglia a basso angolo immergente verso
E, nota in letteratura come Faglia Altotiberina (ATF, Boncio et al., 1998).
L'intersezione tra la GuF e la ATF si trova ad una profondità di circa
6 km nella parte meridionale, risale fino a 4.5 km procedendo verso N, dopo
di che si approfondisce nuovamente fino a circa 5 km.
I profili sismici non permettono di ricostruire con precisione la geometria
del bacino di Gubbio. Lo spessore dei depositi continentali di riempimento
del bacino è di circa 500 m, valore compatibile con quello indicato
da Menichetti (1992).
Un ulteriore elemento ricavabile dai profili sismici è la profondità
del tetto del basamento, che si trova a circa 5 km, al letto della GuF.
Sulla carta delle isobate della GuF
(
fig. 3) sono state riportate l'intersezione del piano di faglia
con la topografia e l'intersezione in profondità con la ATF. La carta
conferma le caratteristiche geometriche del piano di faglia, ed in particolare
il suo andamento listrico.
La traccia della faglia in superficie mostra un bend sinistro, più
o meno in corrispondenza della città di Gubbio: il segmento posto
a NW di Gubbio appare spostato verso W. L'andamento delle isobate della faglia
coincide con quello della traccia superficiale, mostrando che la curvatura
interessa anche la parte profonda del piano di faglia. Ciò fa pensare
che la faglia di Gubbio possa essere divisa in due distinti segmenti.
La geometria della GuF, così ricostruita, è stata confrontata
con la distribuzione degli ipocentri della crisi sismica di Gubbio del 29-04-1984
(Haessler et al., 1988), riportati in
fig.
3. Si nota che:
In conclusione, il nostro studio consente di definire in dettaglio la geometria
della GuF ed i suoi rapporti con la ATF. Consente inoltre di ipotizzare una
possibile segmentazione della GuF, che non sarebbe un'unica struttura con
una continuità longitudinale di circa 30 km, ma sarebbe articolata
in due segmenti, attivabili separatamente. Il segmento meridionale, attivato
durante il terremoto del 1984, avrebbe una continuità di circa 15
km.
3. Le faglie di Annifo e Colfiorito
3.1 Metodo di lavoro
Per quest'area è stato svolto un rilevamento geologico di superficie,
alla scala 1:10.000, di 4 aree-campione e sono stati studiati due profili
sismici a riflessione, che si estendono, il più settentrionale da
Assisi a Camerino, il più meridionale da Foligno a Visso
(
fig. 1).
Nel presente rapporto verranno illustrati sinteticamente i risultati della
integrazione tra dati geologici di superficie e studio dei profili sismici,
senza descrivere in dettaglio le strutture geologiche rilevate in superficie.
I profili sismici studiati attraversano la catena in senso W-E, raggiungendo
la profondità di 5 s (twt), che corrispondono a circa 12 km.
La qualità dei dati sismici non è particolarmente buona: ciò
può essere messo in relazione al metodo di acquisizione dei profili
(Vibroseis) ed alla natura delle rocce affioranti (carbonati della serie
umbro-marchigiana). L'acquisizione dei dati è stata effettuata seguendo
le principali vie di comunicazione e non segue una traccia rettilinea, né
sempre perpendicolare alle strutture geologiche. Pur con questi limiti, i
profili hanno tuttavia consentito di riconoscere:
Queste geometrie sono state collegate a quelle delle strutture superficiali
rilevate.
Nel presente lavoro vengono esposti i risultati dell'interpretazione del
profilo più settentrionale (Assisi-Camerino), che attraversa la struttura
del M. Subasio, la valle del fiume Topino e la Ruga interna (Scarsella, 1951),
fino al sinclinorio di Camerino.
Data la risoluzione relativamente scarsa delle strutture, per la conversione
in profondità è stato adottato un modello di velocità
semplificato, a tre strati:
torbiditi: 4000 m/s;
carbonati + evaporiti: 5500 m/s
basamento: 5000 m/s.
Successivamente, sulla base dell'interpretazione proposta, sarà possibile
introdurre modelli di velocità più raffinati.
3.2 Descrizione della sezione geologica
I dati ottenuti dall'interpretazione del profilo sismico sono stati proiettati
lungo una sezione geologica orientata circa N87°
(
fig.
4).
Procedendo da W verso E, le strutture compressive sono costituite
dall'anticlinale del M.Subasio e dal sinclinorio della Valle del Topino,
impostata sui depositi della Marnoso Arenacea; più ad Est inizia la
catena dell'Appennino umbro-marchigiano s.s., costituita da una serie di
scaglie embricate che danno luogo a 5 strutture anticlinaliche impostate
su due sovrascorrimenti principali, quello di Monte Di Massa e quello di
Pieve Bovigliana, che separa la Ruga Interna dalla Ruga Esterna. In base
all'interpretazione del profilo sismico, i due sovrascorrimenti principali
corrispondono a raddoppi del basamento localizzati, nel sottosuolo, tra il
M. Subasio e il M. di Lello, che costituisce l'attacco della Ruga Interna.
Il basamento si trova a profondità che vanno da 5.5 km sotto il M.
Subasio fino a 9 km circa sotto M. di Lello, per poi risalire fino a circa
6.5 km di profondità in corrispondenza del sinclinorio di Camerino.
La tettonica estensionale comprende tre sistemi principali di faglie
dirette, immergenti verso W.
Il sistema più occidentale è costituito dalla faglia bordiera
del M. Subasio, che delimita verso Est la media Valle Umbra. Nel settore
orientale della sezione, presso la culminazione della Ruga interna, sono
stati individuati gli altri due sistemi principali di faglie dirette, che
delimitano rispettivamente i bacini di Annifo e di Colfiorito. Si nota che
nel settore compreso tra la faglia del M. Subasio e quella di Annifo non
si individuano strutture estensionali significative: questa osservazione,
confermata anche dai rilievi di superficie, individua una zona relativamente
indeformata (per quanto riguarda la tettonica estensionale) tra la Valle
Umbra ed i bacini estensionali della zona di Colfiorito.
I sistemi estensionali di Annifo e Colfiorito sono costituiti da una faglia
principale W-immergente, al cui tetto sono presenti numerose faglie minori,
sintetiche ed antitetiche: tutte le faglie dirette presentano in superficie
inclinazioni elevate (65°-85°). I piani di faglia principali sono
caratterizzati da un tratto superficiale ad alto angolo (fino a circa 2 km
di profondità) ed una traiettoria profonda con inclinazione sensibilmente
minore (circa 40°). Le faglie raggiungono il basamento in corrispondenza
delle zone di raddoppio, a profondità di circa 6 km per la faglia
di Annifo e di 8 km per la faglia di Colfiorito. In queste zone, è
possibile ipotizzare che le faglie riattivino pre-esistenti piani di
sovrascorrimento.
3.3 Considerazioni sulla sismicità dell'area
Allo stato attuale del lavoro, l'integrazione tra la sezione geologica
sopradescritta e i dati sismologici non è stata ancora effettuata.
Nel proseguo del lavoro, anche in collaborazione con altre UR del GNDT,
sarà possibile:
Per ora, dal semplice confronto con i dati sismologici disponibili in letteratura, è possibile esporre alcune considerazioni preliminari.
1- I meccanismi focali delle scosse principali della crisi sismica del 1997-98 (Elkstrom et al., 1998) mostrano un piano nodale immergente verso SW con inclinazione di circa 40°: questa geometria corrisponde con quella dei piani di faglia di Annifo e di Colfiorito, individuati nella sezione presentata.
2- Per quanto riguarda la localizzazione degli ipocentri delle repliche,
i dati pubblicati (Amato et al., 1998; Basili, 1999) indicano che i cluster
della sismicità sono compresi tra 2 e 9 km di profondità. Nella
nostra sezione, la sequenza sismica è confinata all'interno di un
insieme di scaglie tettoniche, costituite da carbonati ed evaporiti; la base
della sequenza sismica (-9 km) corrisponde alla posizione del tetto del
basamento.
4. Spunti di discussione
Geometria delle strutture sismogenetiche
Dal punto di vista metodologico, il nostro studio mette in evidenza l'importanza
dell'utilizzo delle linee sismiche a riflessione nella definizione della
geometria profonda di faglie potenzialmente sismogenetiche. In particolare,
nel nostro caso è stato possibile definire i parametri geometrici
delle faglie di Gubbio (per cui è stata anche proposta un'ipotesi
di segmentazione) e di Colfiorito. Le informazioni geometriche ricostruite
sono riassunte nella tabella che segue:
Gubbio | Colfiorito | |
L (Lunghezza in pianta) | 15 km (2 segmenti) | 8 km |
RW (Lunghezza in sezione) | 11.5 km | 15 km |
Ws (Larghezza in pianta) | 10 km | 11 km |
D (Spessore dello strato sismogenetico) | 5.5 km | 8.5 km |
Riattivazioni
I piani di faglia studiati sembrano riattivare in profondità pre-esistenti
piani di sovrascorrimento. Il fenomeno di riattivazione, nel caso della faglia
di Gubbio, si evince chiaramente dalle sezioni sismiche, mentre nel caso
di Colfiorito può essere ragionevolmente ipotizzato, considerando
che la traiettoria delle faglie in profondità interessa le zone in
cui si localizzano i raddoppi del basamento.
Meccanica del fagliamento
Le inclinazioni delle strutture estensionali di Colfiorito (al di sotto dei
2 km di profondità), descritte nel profilo sismico (circa 40°),
coincidono con quelle dei piani di rottura individuati dai meccanismi focali
dei tre eventi principali (Ekstrom et al., 1998). Nell'ipotesi di un
s1 verticale e
per valori di Byerlee (1978) del coefficiente di frizione statica
(0.6<ms<0.85), si deve considerare
un meccanismo di rottura che sfrutta discontinuità preesistenti, in
presenza di relativamente alti valori di pressione dei fluidi.
Possibile prosecuzione della ATF
Come abbiamo visto, la faglia di Gubbio risulta antitetica rispetto ad una
master fault est-immergente (Faglia altotiberina, ATF). Lo studio dei profili
sismici ha consentito di accertare la presenza della ATF in tutto il settore
compreso tra S.Sepolcro e Perugia (Barchi et al., 1998). Da un punto di vista
geologico, è possibile ipotizzare che anche le faglie di Annifo e
Colfiorito siano antitetiche ad una master fault est-immergente. Tuttavia,
la qualità dei profili sismici studiati nel settore occidentale non
permette di confermare questa ipotesi.
Riferimenti Bibliografici
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