Erano prevedibili i terremoti del settembre/ottobre 1997? Non certo nei termini di dire quando. Tuttavia era chiaro che nelle zone colpite ci si poteva aspettare un terremoto forte - e in altre zone purtroppo ce lo si deve aspettare per il futuro - e quindi effetti paragonabili, o addirittura superiori, a quelli che si sono verificati. In altre parole il "dove" e soprattutto il "quanto", cioè l'entità dei danni attesi, non solo erano prevedibili, ma erano stati previsti all'interno degli strumenti normativi stessi, nazionali e regionali.
Innazitutto, a partire dal 1984 la quasi totalità (230 su 246) dei comuni marchigiani (Fig. 1) sono classificati, ai sensi la legge sismica 64/74, in seconda categoria ossia nella stessa categoria in sono classificati circa 2500 Comuni italiani; questo significa che gli edifici nuovi devono essere costruiti in modo da resistere a scuotimenti sismici di progetto di livello medio, simili a quelli attesi, ad esempio, in gran parte dei Comuni dell'Appennino Centrale e Meridonale.
Il fatto di essere classificati come sismici significa dunque che ci si deve aspettare terremoti distruttivi.
A seguito di questa classificazione, la Regione Marche emanò nel 1984 una Legge Regionale "Norme per le costruzioni in zona sismica" . A questa fece seguito nel 1990, al termine di un periodo di sperimentazione condotto con la collaborazione del GNDT e delle strutture di ricerca marchigiane che vide l'effettuazione di indagini sperimentali su Esanatoglia, Cerreto d'Esi, Serra S. Qurico, S. Vittoria in Matenano e Castel S. Angelo sul Nera, la Circolare n. 15 del 28 agosto 1990, che classificava i Comuni della Regione in tre livelli di rischio sismico: A (elevato) , B (medio), C (basso) (Fig. 2).
I Comuni più colpiti dai recenti terremoti erano collocati nella fascia a rischio più elevato (A), nella quale cioè, secondo la circolare stessa, era da mettere in conto la possibilità di:
Per tutti i Comuni delle Marche la circolare suggerisce che:
in sede di formazione, revisione o adeguamento degli Strumenti Urbanistici
generali o attuativi vengano effettuate, ai fini della riduzione del rischio
sismico, indagini multidisciplinari rivolte ad acquisire
documentazione riguardante le caratteristiche sismiche e geologiche delle aree,
la vulnerabilità del patrimonio edilizio e infrastrutturale
esistente.