TERREMOTO MOLISE 2002

Attività  svolte in fase di emergenza e post-emergenza

 

L'attività del GNDT nel rilievo dei danni alle chiese nel Molise

 

Sergio Lagomarsino

DISEG - Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica

(Università di Genova)

testi a cura di

Stefano Podestà
Giandomenico Cifani

GNDT - Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti

Alberto Lemme

editing a cura di

Silvia Peppoloni

 

INTRODUZIONE

 

 

Dal giorno 3.11.2002 è stata organizzata l'attività per il rilevamento dei danni ai beni culturali. A tale attività hanno partecipato i tecnici della Soprintendenza del Molise affiancati da altri tecnici sia molisani che provenienti da altre regioni italiane.

Per l'attività di rilievo dei danni ai Beni Culturali i rilevatori sono stati organizzati in squadre, sul modello di quelle impiegate nel terremoto del 1997 in Umbria e Marche, denominate NOPSA (Nuclei Operativi Patrimonio Storico Artistico), formate da due funzionari di Soprintendenza, aventi la qualifica di architetto e geometra (di cui uno della Soprintendenza del Molise), da un ingegnere strutturista e da un ingegnere del Corpo dei Vigili del Fuoco.

Per il rilievo del danno è stata utilizzata la scheda predisposta dal "Gruppo di Lavoro per la Salvaguardia dei Beni Culturali dai Rischi Naturali" (decreto interministeriale n.133 del 23 gennaio 2001), integrata, a seconda delle differenti tipologie di beni, da altre schede. Per le chiese e le torri è stata utilizzata integralmente la scheda A-DC; per i palazzi, i conventi e i castelli la scheda utilizzata è stata integrata con la scheda di agibilità AeDES (GNDT-SSN), per i beni archeologici essa è stata integrata con la scheda GNDT sviluppata nell'ambito del Progetto LSU-Parchi.

La prima fase del rilievo del danno ai Beni Monumentali è stata svolta sulla base delle segnalazioni pervenute al COM di Larino e i beni rilevati sono stati in prevalenza chiese.

Nei giorni seguenti l'attività è stata rivolta prevalentemente all'elaborazione dei dati contenuti nelle schede per il rilevamento del danno ai Beni Monumentali danneggiati, alla formazione delle squadre, alla verifica delle schede, all'individuazione di eventuali interventi di messa in sicurezza di immobili, oltre che alla partecipazione ai sopralluoghi per i casi dubbi.

Dopo questa prima fase, su indicazione del Prof. Sergio Lagomarsino, in accordo con l'Ing. Luciano Marchetti, presidente del Gruppo per la Salvaguardia dei BB.CC, è iniziato sperimentalmente il rilevamento del danno e della vulnerabilità sismica delle chiese con una nuova metodologia sviluppata nell'ambito del Progetto GNDT "SAVE - Strumenti Aggiornati per la Vulnerabilità sismica del patrimonio Edilizio e dei sistemi urbani".

Una prima applicazione della scheda è stata effettuata nel comune di S. Croce di Magliano (CB) congiuntamente con il Prof. Sergio Lagomarsino e l'Ing. Stefano Podestà dell'Università di Genova.

Il rilevamento della vulnerabilità e del danno con la scheda di II livello è stata sviluppato nell'ambito del Progetto .

Durante questi tre mesi l'attività di supporto al Centro Operativo Misto (C.O.M.) è stata alternata con il rilevamento del danno e della vulnerabilità con la scheda di II livello alle chiese del Molise. Tale rilievo sarà probabilmente esteso anche ai comuni della Regione Puglia maggiormente danneggiati.

Nel caso del Molise l'attività di supporto al COM ha consentito di verificare le procedure per il rilevamento dei danni in emergenza e di ottenere utili indicazioni, di seguito sintetizzate, per migliorare e ottimizzare le fasi del rilievo:

  • La possibilità di visitare, insieme alle squadre NOPSA, i Beni Monumentali nei giorni immediatamente successivi all'evento, quando ancora non sono stati puntellati, consente di valutare con maggiore precisione i meccanismi di danno attivati dal sisma; pertanto, risulta utile organizzare rilievi speditivi, finalizzati alla ricerca e allo studio dei meccanismi, nella fase preliminare, in modo da rilevare il danno come si presenta subito dopo il sisma.

  • Nella fase di elaborazione dei dati, la valutazione dei costi per la riparazione del danno e il miglioramento sismico viene effettuata sulla base di un giudizio esperto dei rilevatori e quindi necessita di una verifica al fine di omogeneizzare i criteri di valutazione utilizzati dalle squadre. Per quanto riguarda la stima della riparazione del danno, la verifica può essere effettuata agevolmente basandosi sui costi sostenuti a seguito di altri eventi sismici, rapportandoli adeguatamente alla realtà locale. In tali circostanze si utilizza un costo a mq calibrato sul livello di danno. Un livello di maggiore precisione, in una fase successiva, può essere ottenuto con il modello dei costi messo a punto successivamente alla crisi sismica del 1997 in Umbria-Marche, rielaborato per la realtà molisana nell'ambito del Progetto P.O.P. Molise. Tale modello fornisce una stima complessiva del costo di riparazione partendo dalla valutazione dei costi dei singoli meccanismi. Per il miglioramento sismico la valutazione è molto più complessa, in quanto il rilievo del danno non fornisce indicazioni sulla vulnerabilità e quindi sulle carenze della struttura. In questo caso la scheda di II livello, rilevata su un campione significativo di chiese, potrebbe consentire di stimare il costo del miglioramento sismico.

  • In molti casi si è cercato di indirizzare le operazioni di messa in sicurezza dei  beni monumentali con puntellamenti o interventi definitivi (catene, etc.), che in  genere sono stati  eseguiti da soggetti istituzionali diversi (Vigili del Fuoco, Soprintendenza, Comuni, etc.), senza una regia unica o dei modelli predefiniti. Questa fase potrebbe essere migliorata sensibilmente con l'emanazione di semplici raccomandazioni e indicazioni per l'esecuzione degli interventi di pronto-intervento e messa in sicurezza.

  • Anche nel caso del terremoto del Molise si è constatato che gli effetti di amplificazione locale possono influenzare in modo sensibile il danno; pertanto, risulterebbe particolarmente utile il coinvolgimento di un geologo "per verificare quanto del danno sia legato alla vulnerabilità intrinseca e quanto invece sia, eventualmente, frutto di effetti locali di amplificazione del moto sismico (conformazione morfologica o geotecnica del sito); tale informazione è fondamentale per un consapevole progetto di intervento".

  • Il confronto continuo con gli storici dell'arte (dott.ssa Dora Catalano) ha consentito di ottimizzare in molti casi gli interventi di messa in sicurezza dei beni e la stima dei costi per la messa in sicurezza ed il restauro dei beni artistici.

Alla luce delle considerazioni svolte e dei primi risultati della ricerca in corso, si sottolinea l'utilità della collaborazione con il gruppo GRISTAR di storiche dell'arte dell'Università di Roma "La Sapienza" (dott.ssa Simonetta Isgrò, dott.ssa Valentina Palma, dott.ssa Claudia Palazzotti, dott.ssa Valentina Valerio) con le quali è stata avviata una riflessione sulla possibilità di mettere a punto una schedatura integrata con l'obiettivo di arrivare ad un fascicolo del fabbricato per le chiese, con l'indicazione di un percorso da utilizzare "in tempo di pace" per indagini conoscitive e di prevenzione e, in fase di emergenza, per indirizzare i rilievi e gli interventi di messa in sicurezza, valutando, anche in relazione al danno strutturale, la necessità reale degli sgomberi dei beni mobili, fino ad arrivare alla tipicizzazione degli interventi di miglioramento sismico.

Nel caso del Molise l'attività di rilievo in corso diventa una prosecuzione del lavoro svolto dal GNDT, per conto della Regione, con i fondi comunitari (attività che si è conclusa nel 2001). I sopralluoghi sono stati effettuati anche nella zona del Matese (IMCS=5), interessata dal Progetto P.O.P. Molise e, in questi casi, è stata verificata l'utilità di disporre di un'analisi preventiva di vulnerabilità sismica, corredata di documentazione fotografica e dati tipologici sul bene.

 

 

PERSONALE COINVOLTO

 

 

All'attività di rilievo del danno con la scheda di I livello, in qualità di volontari, hanno partecipato n. 7 tecnici che avevano già collaborato con il GNDT nel Progetto P.O.P. Molise. 

Alla schedatura di secondo livello hanno partecipato n. 4 tecnici con la collaborazione dell'Arch. Giuseppe Zingaro che ha fornito un supporto logistico e ha effettuato il rilievo di numerose chiese dell'area.

 

 

Schedatura di I livello:

Ing. Alberto Lemme, Ing. Carmenzo Miozzi, Ing. Damiano Santillo, Arch. Luigi Di Sanza, Arch. Giuseppe Zingaro, Geom. Gianluca Conti, Geom. Luciano Pellegrino

 

 

 

Schedatura di II livello:

Ing. Alberto Lemme, Ing. Carmenzo Miozzi, Ing. Stefano Podestà, Arch. Giuseppe Zingaro, Geom. Gianluca Conti

 

 

ANALISI PRELIMINARE DEI DATI RILEVATI

 

 

Condizione di danno

 

Sulla base delle indicazioni contenute nelle schede si riporta una descrizione sintetica del danno ai beni architettonici valutata con i livelli di danno della scala EMS98.

 

 

Tabella 1 - Correlazione tra il livello di danno e le tipologie di beni rilevate

Tipologia

Livello di danno

Totale

0

assenza di danno

1

danno 

lieve

2

danno 

moderato

3

danno 

medio

4

danno 

grave

5

crollo

 

Castello

1

1

0

0

1

0

3

Chiesa

124

69

34

30

36

5

297

Convento

4

2

0

4

1

0

11

Monumento

2

0

0

0

0

1

3

Palazzo

11

7

3

10

16

1

48

Torre

4

1

1

4

3

0

13

Totale

146

80

38

48

57

7

376

 

Tabella 2 - Correlazione tra il livello di danno e l'intensità macrosismica

IMCS

Livello di danno

Totale

0

assenza di danno

1

danno 

lieve

2

danno 

moderato

3

danno 

medio

4

danno

grave

5

crollo

 

4

33 18 4 4 5 0

64

5

94 48 23 20 14 0

199

5,5

11 9 4 6 14 0

44

6

6 4 5 15 7 0

37

6,5

1 0 1 3 4 0

9

7

1 0 1 0 12 5

19

8,5

0 1 0 0 1 2

4

Totale

146

80

38

48

57

7

376

 

 

Complessivamente sono stati rilevati n. 376 beni architettonici, in prevalenza chiese (n. 298 pari al 79,25%), una significante presenza di palazzi (n. 48 pari al 12,76%) e una modesta presenza di conventi (n. 11 pari al 2,92%) e di torri (n. 13 pari al 3,46%). Nella distribuzione del danneggiamento prevale il livello di danno nullo (n. 146 pari al 38,83%) seguita dal danno lieve (n. 80 pari al 21,27%) e dal danno grave (n. 57 pari al 15,16%). Considerando significativo il livello di danno da moderato a grave con crollo, risulta che circa il 40% dei beni è danneggiato in modo significativo, mentre circa il 60% risulta avere danno nullo o lieve. Correlando il livello di danno con l'intensità macrosismica (IMCS) nei comuni con IMCS minore di 4 risulta che circa il 79% dei beni ha danno nullo e lieve e il 21% ha danno da moderato a grave, tuttavia imputabili prevalentemente alla presenza di un danno pregresso al terremoto. Per intensità maggiori si ha la prevalenza di beni in comuni con intensità IMCS pari 5 (circa 42%) con un livello di danno nullo o lieve di circa il 72%; per intensità IMCS pari a 5.5 si ha una distribuzione più omogenea del livello di danno con una prevalenza di danno grave (32%) e di danno da moderato a grave (circa 55%); per intensità IMCS pari 6 si ha una prevalenza di danno medio e grave (circa 65%); per IMCS 6,5 e 7 il danno in prevalenza è grave con 5 casi di crollo parziale per IMCS pari a 7, mentre per IMCS pari a 8,5 (relativi unicamente al comune di S. Giuliano di Puglia (CB)) si hanno due casi di danno grave di cui due con crolli.

 

 

Figura 1 - Correlazione tra il livello di danno e l'intensità macrosismica

 

 

Agibilità

 

Sui 376 beni rilevati, 214, pari al 57%, sono risultati agibili e 162, pari al 43%, sono risultati inagibili o parzialmente agibili. La distinzione del giudizio di agibilità tra le differenti tipologie di beni evidenzia una prevalenza di inagibilità o parziale agibilità per i palazzi (67,35%) e per le torri (61,54%) mentre le chiese lo sono solo per il 38%. Tutto ciò, da correlare ovviamente al livello di danno, trova un riscontro oggettivo nel livello di manutenzione dei beni culturali rilevati; per quanto riguarda le chiese occorre considerare che siamo in presenza sempre di beni più o meno in buono stato di conservazione e utilizzati, mentre per i palazzi e le torri, nella maggior parte dei casi di proprietà privata o acquisiti al patrimonio pubblico, lo stato di manutenzione è scadente e spesso sono in una condizione di abbandono. Tale situazione altera la vulnerabilità sismica intrinseca, determinando un livello di danno maggiore.

 

 

Tabella 3 - Correlazione tra tipologia ed esito di agibilità

Tipologia

Esito di agibilità

Totale

A

B

C

D

E

F

Castello

1

1

0

0

1

0

3

Chiesa

184

28

6

4

73

2

297

Convento

5

0

1

1

4

0

11

Monumento

2

0

0

0

1

0

3

Palazzo

17

2

7

2

21

0

48

Torre

5

1

0

1

6

0

13

Totale

214

32

14

8

106

2

376

A: agibile;  B: agibile con provvedimenti; C: parzialmente agibile; 

D: temporaneamente inagibile; E: inagibile; F: inagibile per cause esterne

 

Tabella 4 - Correlazione tra IMCS ed esito di agibilità

IMCS

Esito di agibilità

Totale

A

B

C

D

E

F

4

46

6

1

1

10

0

64

5

140

19

5

3

31

1

199

5,5

15

3

2

0

23

1

44

6

11

4

5

2

15

0

37

6,5

1

0

0

2

6

0

9

7

1

0

1

0

17

0

19

8,5

0

0

0

0

4

0

4

Totale

214

32

14

8

106

2

376

A: agibile;  B: agibile con provvedimenti; C: parzialmente agibile; 

D: temporaneamente inagibile; E: inagibile; F: inagibile per cause esterne

 

 

Il rilievo del danno delle chiese

 

Il danno nelle chiese è stato rilevato con la scheda predisposta dal "Gruppo di lavoro per la salvaguardia dei Beni Culturali dai Rischi Naturali" (decreto interministeriale n° 133 del 23 gennaio 2001) che trae origine dalla scheda del GNDT per il rilievo del danno e delle vulnerabilità, utilizzata negli eventi sismici che hanno interessato l'Italia negli ultimi anni. Essa è stata utilizzata, in particolare, per le chiese dell'Umbria e delle Marche danneggiate dal terremoto del 1997.

La scheda (modello A-DC) si compone di n. 31 parti suddivise in due sezioni. La prima sezione suddivisa in n. 14 parti, contiene i dati generali del bene ed è utilizzabile anche per tipologie diverse dalle chiese. Di seguito, si riporta un'indicazione sintetica delle parti della prima sezione che risulta essere riferibile a differenti tipologie di beni.

 

 

Tabella 5 - Prima sezione della scheda A-DC per il rilievo del danno alle chiese

Parte

Descrizione

A1

Dati  identificativi della scheda (numero, data..)

A2

Riferimento verticale del bene (complesso, individuo) 

A3

Descrizione dell'oggetto:  denominazione, datazione, tipologia, proprietà e utilizzatore

A4

Destinazione d'uso attuale (culto, residenziale, turismo e spettacolo, museo, commerciale, altro)

A5

Caratteristiche della fruizione (uso pubblico, abitativo)

A6

Localizzazione geografico amministrativa (regione, provincia, comune, località, indirizzo, dati catastali)

A7

Coordinate UTM

A8

Caratteristiche del sito (piano, rilievo, cresta, pendio, riporto, avvallamento)

A9

Contesto urbano (centro storico, centro urbano, periferia, area agricola, industriale, altro)

A10

Infrastrutture (accesso pedonale, carrabile, con altezza inferiore a 4 m, atterraggio elicottero, reti, altro)

A11

Presenza di rischio (frana, alluvione, industriale, altro)

A12

Tipologia, numero e superficie dei beni artistici presenti (affreschi, mosaici, stucchi, dipinti, arredi, arazzi, decorazioni, rivestimenti, reperti archeologici, libri, manufatti su pergamena e altro) 

A13

Documentazione fotografica allegata

A14

Compilatore scheda

 

 

La seconda sezione è suddivisa in n. 16 parti di cui n. 8 (dalla 14 alla 22) riferibili esclusivamente alle chiese e n. 8 riferibili anche ad altre tipologie di beni.

 

 

Tabella 6 - Seconda sezione della scheda A-DC per il rilievo del danno alle chiese

Parte

Descrizione

A15

Riferimento verticale (bene complesso, individuo) 

A16

Riferimento alla scheda della vulnerabilità delle chiese (scheda di II livello Progetto SAVE)  

A17

Destinazione d'uso (parrocchia, cattedrale, duomo, santuario, altro) 

A18

Condizioni d'uso (quotidiano, settimanale, saltuario, abbandonata, affollamento)

A19

Posizione (isolata, corpi bassi annessi, estremità o angolo, in aggregato edilizio) 

A20

Stato di manutenzione generale (buono, discreto, scadente, pessimo, in corso lavori, eventuale danno pregresso) 

A21

Danno sismico (18 meccanismi con indicazione del livello di danno)

A22

Indice di danno 

A23

Agibilità (agibile, agibile con provvedimenti, parzialmente agibile, temporaneamente agibile, inagibile, inagibile per cause esterne)

A24

Tipo di visita (completa, parziale, solo dall'esterno, motivi ostativi)

A25

Provvedimenti di pronti intervento suggeriti (provvedimenti strutturali e per opere mobili di valore artistico)

A26

Danni all'apparato decorativo e alle opere d'arte (scheda dettagliata a parte) con stima del costo per la salvaguardia delle opere d'arte

A27

Descrizione e stima sommaria delle opere (ripristino strutturale per nuovi danni e danni pregressi aggravati, opere di finitura e miglioramento sismico, opere di pronto intervento)

A28

Note - Eventuali altri danni non rilevabili dalla scheda

A29

Dimensioni significative: (altezza, larghezza, superficie e altezza media di : aula, abside, facciata, campanile, coperture)

A30

Elaborati grafici

A31

Squadra che ha eseguito il rilievo (sisma, COM, squadra numero, componenti la squadra con qualifica ed ente di appartenenza)

 

 

Di seguito si riportano alcuni principali anomalie rilevate nella compilazione delle schede di I livello dopo i primi giorni, precedentemente all'avvio dei rilevamenti delle squadre NOPSA.

Nella parte A21 della II sezione sono elencati i n. 18 meccanismi di collasso caratteristici per le chiese; per ogni meccanismo sono riportate le più frequenti modalità di danno. In molti casi i rilevatori non hanno segnalato il meccanismo in assenza di danno e la correzione è in corso tramite l'ausilio delle schede di II livello e della documentazione fotografica.

 

 

Tabella 7 - Meccanismo di danno connesso al ribaltamento della facciata

1

Ribaltamento della facciata



Danno

Distacco della facciata dalle pareti

    

 

 

Nella parte A25 il rilevatore deve indicare quali provvedimenti di pronto-intervento devono essere eseguiti per la messa in sicurezza dei beni, sia di natura strutturale sia di conservazione e tutela di opere mobili di valore artistico. Nella scheda viene suggerito un elenco di interventi oltre alla possibilità di descrivere in dettaglio l'intervento.

Si ribadisce che gli interventi di messa in sicurezza sono stati eseguiti da soggetti istituzionali differenti senza una regia unica e in modo non sempre efficace. Si ravvisa a tal proposito l'esigenza di raccomandazioni per l'esecuzione degli interventi di messa in sicurezza corredati possibilmente da semplici schemi di montaggio.

Nelle parte A27 viene fornita una descrizione con stima sommaria delle opere di ripristino strutturale per i nuovi danni e per i danni pregressi (A27.1), per le opere di finitura e di miglioramento sismico (A27.2) e quindi di ri-funzionalizzazione del bene oltre che per gli eventuali provvedimenti di pronto intervento (A27.3).

A tal proposito occorre richiamare gli obiettivi corrispondenti ai costi di riparazione, miglioramento sismico e ri-funzionalizzazione. Per riparazione si intende il fabbisogno economico necessario per riportare il bene nello stato antecedente all'evento sismico, indipendentemente dallo stato di conservazione del corpo di fabbrica; per costo di miglioramento sismico si intende la stima delle opere necessarie per migliorare la sicurezza dell'immobile, mentre la ri-funzionalizzazione comprende il miglioramento sismico, il costo delle finiture e delle opere  previste per il rispetto dei requisiti stabiliti da altre norme (opere per la sicurezza e il comfort: antincendio, riscaldamento, impianto elettrico, etc.). La stima dei costi viene effettuata sulla base di un giudizio esperto del rilevatore che, basandosi sui costi avuti per opere simili in altri contesti, è in grado di formulare un giudizio preliminare del fabbisogno economico; successivamente questo dato, per la riparazione del danno e la ri-funzionalizzazione, potrebbe essere validato da un'analisi parametrica che si basi sui dati metrici contenuti nella scheda, sul livello di danno nei diversi macroelementi, sull'indice di danno, sull'indice di vulnerabilità, ottenibile eventualmente dalla scheda di II livello, sui costi medi di riparazione e ri-funzionalizzazione al metro quadro utilizzati in recenti eventi sismici. In particolare, si sottolinea come il costo di riparazione dipenda dall'indice di danno, ovvero dal livello di danno dei singoli macroelementi, il costo di miglioramento sismico dipenda anche dalla vulnerabilità del corpo di fabbrica, mentre il costo delle opere per il completamento della ri-funzionalizzazione dipende dallo stato di conservazione e manutenzione complessiva del bene.

Per quanto riguarda la vulnerabilità sismica del corpo di fabbrica, la scheda utilizzata non contiene le informazioni necessarie per la determinazione dell'indice di vulnerabilità, pertanto per la sua valutazione si potrà considerare, eventualmente, il valore ricavato dalla scheda di II livello a seguito del rilievo di vulnerabilità effettuato nell'ambito del Progetto SAVE.

 

 

 

Meccanismi attivati e livello di danno

 

In tabella 8 sono riportati la percentuale dei meccanismi attivati e la percentuale di ogni livello di danno rilevato sul totale delle chiese in cui si è potuto marcare il meccanismo di danno.

 

 

Tabella 8 - Percentuale dei meccanismi presenti attivati e livello di danno nei singoli meccanismi

Meccanismo

%

attivazione

D0 

(%)

D1 

(%)

D2 

(%)

D3 

(%)

D4 

(%)

D5 

(%)

Ribaltamento della facciata  0.28 0.72 0.09 0.06 0.07 0.06 0.00
Meccanismi sommità della facciata 0.20 0.80 0.09 0.04 0.02 0.02 0.01
Meccanismi nel piano della facciata 0.31 0.69 0.16 0.07 0.04 0.02 0.00
Risposta trasversale dell'aula 0.48 0.52 0.23 0.14 0.06 0.05 0.00
Risposta longitudinale  0.39 0.61 0.19 0.07 0.07 0.05 0.01
Volte della navata centrale 0.54 0.46 0.19 0.14 0.06 0.12 0.03
Volte navate laterali  0.62 0.38 0.28 0.12 0.08 0.12 0.01
Archi trionfali 0.67 0.33 0.32 0.12 0.11 0.11 0.01
Cupola 0.58 0.43 0.25 0.05 0.08 0.18 0.03
Ribaltamento altre pareti di estremità 0.44 0.56 0.19 0.10 0.04 0.10 0.01
Ribaltamento abside 0.46 0.54 0.20 0.08 0.08 0.08 0.01
Volte del presbiterio 0.51 0.49 0.26 0.12 0.10 0.01 0.02
Rottura a taglio delle pareti  0.76 0.24 0.35 0.20 0.14 0.08 0.00
Meccanismi negli elementi di copertura 0.23 0.77 0.07 0.09 0.03 0.03 0.01
Interazioni  0.33 0.67 0.18 0.10 0.02 0.03 0.00
Torre campanaria 0.35 0.65 0.12 0.05 0.04 0.09 0.04
Cella Campanaria 0.28 0.72 0.12 0.06 0.04 0.04 0.03
Aggetti 0.17 0.83 0.04 0.06 0.03 0.03 0.00

 

 

I meccanismi che si sono attivati e che sono maggiormente presenti, sono quelli legati alla risposta trasversale dell'aula, al danno negli archi trionfali, nelle volte (navata centrale, navata laterale, presbiterio) e alla rottura a taglio delle pareti, seguiti dai meccanismi di I modo (ribaltamento della facciata, ribaltamento della sommità della facciata e ribaltamento dell'abside e di altre estremità). Significativa è la presenza delle torri campanarie e delle interazioni con altri corpi di fabbrica che hanno manifestato un livello di danneggiamento. In figura 2 sono stati diagrammati il livello nullo (D0) con quelli con danno compreso tra D1 e D5 dei meccanismi presenti. Il confronto permette, infatti, di capire come il numero di beni monumentali danneggiati con strutture ad arco o volte sia addirittura maggiore di quelli non danneggiati. Il maggior danno rilevato nelle strutture ad arco e nelle volte evidenzia un'elevata vulnerabilità di questi elementi strutturali, dovuta alla mancanza di elementi di presidio (catene e contrafforti), oppure alla presenza di volte realizzate con mattoni pieni in foglio e/o in molti casi con mattoni cavi all'interno (Chiesa di S. Pietro in Vincoli: volta della navata centrale crollata formata da mattoni in argilla a forma di "salvadanaio" e vuoti all'interno). 

Tutto ciò fornisce una prima indicazione sul danneggiamento e sugli interventi da mettere in atto per il miglioramento sismico.

 

 

Figura 2 - Frequenza  dei meccanismi  di danno presenti e attivati

 

 

Documentazione fotografica

 

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Chiesa di S. Giacomo, a S. Croce di Magliano (CB): la guglia della cella campanaria, recentemente rifatta integralmente in cemento armato, è miseramente crollata a seguito del terremoto, lasciando il sottostante campanile originario in muratura senza alcuna lesione. All'interno, i pilastri murari sono fortemente fessurati e prossimi al collasso, con conseguenti gravi fessurazioni nelle volte in foglio.

 

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Chiesa di S. Antonio da Padova, a S. Croce di Magliano (CB): la volta della prima campata è crollata parzialmente avendo subito un'azione di martellamento dalle capriate metalliche inserite in sostituzione di quelle lignee originarie. Si sottolinea come la volta, in tale campata, sia di recente realizzazione (mattoni forati) e sia l'unica ad essere crollata.

 

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Chiesa Greca, a S. Croce di Magliano (CB): la chiesa, in stato di abbandono e molto degradata, non ha manifestato aggravamenti significativi. Le catene trasversali hanno infatti contrastato efficacemente l'azione trasversale.