Dott. Geol. Giuseppe Di Capua Dott. Geol. Giuseppe Di Capua 33 34 2002ᆖᆢT08:44:00Z 2002ᆖᆢT09:18:00Z 6 5816 33154 Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti 276 66 40715 9.2812 75 14

TEMA DI RICERCA: 3

 

TITOLO DEL PROGETTO: VIA - Riduzione della Vulnerabilità sismica di Sistemi infrastrutturali e Ambiente Fisico

 

DURATA DEL PROGETTO: 36 mesi

 

COORDINATORE SCIENTIFICO:

Gian Michele Calvi

Dipartimento di Meccanica Strutturale

Università di Pavia

Via Ferrata 1, 27100 Pavia

Tel: 0382505461

Fax: 0382528422

e-mail: gm.calvi@unipv.it

 

 

Obiettivo del progetto

Il progetto si propone di affrontare globalmente i contenuti del tema 3 del programma quadro in relazione alla vulnerabilità dell'ambiente fisico e di alcuni tipi di opere infrastrutturali, che possono essere suddivise in tre classi:

 

Sia per i problemi connessi all'ambiente fisico che per ciascuna delle tre classi saranno presi in esame tutti i dieci punti elencati nel programma quadro, comprendendo quindi catalogazione, individuazione degli aspetti rilevanti e specifici del moto atteso, modellazione, valutazione di vulnerabilità e rischio, metodi per la riduzione della vulnerabilità.

Si opererà sia su base nazionale, fornendo gli strumenti per una catalogazione completa e predisponendo una prima base di dati per alcune sottoclassi, sia su base locale, individuando aree o esempi campione sui quali le procedure sviluppate saranno applicate in modo completo.

Gli obiettivi generali del progetto proposto comprendono quindi molteplici aspetti:

 

 

Descrizione del programma di ricerca

Il progetto è suddiviso in sette tasks, per ciascuno dei quali sono stati definiti un coordinatore e le di UR che contribuiranno, secondo lo schema di cui alla tabella seguente. Il progetto si varrà di alcuni contributi attraverso sub-contratti, non evidenziati in tabella, tra i quali sono particolarmente rilevanti quelli da stipulare con l'Università degli Studi del Sannio, che contribuirà ai tasks 2 e 7, con l'Università degli Studi di Genova, che contribuirà ai tasks 3 e 7, con l'ENEL (ENEL Ricerca, Polo Idraulico e Strutturale, Milano), che contribuirà ai tasks 4 e 7 e con l' Istituto di Ricerche sulla Combustione del CNR, che contribuirà ai tasks 5 e 7.

 

     

Uni PV-DMS

Uni NA- DSF

Uni CAL-DDS

Uni PV-DIET

Uni RM1-DISeG

Uni RM3-DiPSA

Uni NA-DAPS

Uni NA-DIG

ANAS

TASKS

1

Input sismico ed effetti di sito

 

X

x

 

 

 

 

x

 

2

Vulnerabilità ambiente fisico

 

 

X

 

 

 

 

x

x

3

Vulnerabilità reti viarie

x

 

 

 

X

 

 

x

x

4

Vulnerabilità reti elettriche

 

 

 

 

x

X

 

 

 

5

Vulnerabilità impianti industriali

x

 

 

 

x

x

X

 

 

6

Vulnerabilità dighe in terra

 

 

x

 

 

 

 

X

 

7

Produzione del GIS, catalogazione a livello nazionale e scenario area campione

x

x

x

X

x

x

x

x

x

X coordina il Task      x partecipa al Task

 

 

Il Task 1 prevede una valutazione critica dell'input sismico standard basato sulle norme in vigore in Italia in relazione ai sistemi infrastrutturali ed ambientali considerati, ottenuto per mezzo di formulazioni empiriche valide a scala nazionale o calibrate ad hoc per la zona su cui si effettueranno studi dettagliati. Si esaminerà, in particolare, la rilevanza di effetti normalmente trascurati, quali:

 

Verrà sviluppato (Task 2) un criterio di catalogazione delle caratteristiche essenziali dell'ambiente fisico interagente con le infrastrutture ai fini di valutazioni preliminari su scala territoriale dello stato di rischio diretto e indotto. A tal fine ci si propone di irrobustire, numericamente e qualitativamente, il catalogo esistente (CEDIT) attraverso studi di nuove fonti storiche e confronti con altri cataloghi. I dati strumentali relativi ai terremoti più recenti saranno di supporto a correlazioni, più attendibili di quelle tradizionali, tra parametri sintetici del moto e parametri rappresentativi del meccanismo innescabile. Verranno raccolte e descritte, sotto forma di linee-guida, le metodologie disponibili per l'analisi numerica di vulnerabilità e rischio, definendo criteri per una valutazione comparativa delle potenzialità di previsione in relazione al grado di approfondimento della caratterizzazione sismologica e geotecnica . Nell'ambito dell'area-campione (Task 7) si prevede la definizione di uno scenario territoriale di potenziali effetti indotti sull'ambiente fisico (limitatamente ai fenomeni franosi, di liquefazione e subsidenza) in accordo allo scenario di scuotibilità fornito dal task 1. Verranno selezionati uno o più siti, interagenti con le infrastrutture-campione, da sottoporre ad analisi del rischio, ricorrendo a metodi numerici di complessità crescente col grado di sofisticazione della caratterizzazione del sottosuolo e dell'evento di riferimento.Tra le varie tipologie dei meccanismi di instabilità dei pendii, verranno esaminate nel dettaglio quelle di interesse prevalente in fase sismica. Sui versanti più rappresentativi di rischi di questo genere nell'area-campione andranno effettuate e confrontate valutazioni semplificate (analisi pseudo-statiche) e approfondite (analisi dinamiche con metodi alla Newmark, FEM, FDM) del danno conseguente all'eventuale collasso. Per alcuni tipi di infrastrutture, andrà esaminata la possibile conversione del danno indotto in rischi significativamente più elevati (e.g. la caduta di grossi volumi di terreno in invasi).

Nei riguardi del fenomeno di liquefazione, verranno individuati nell'area-campione depositi di terreno incoerente saturo con potenziale comportamento metastabile (collasso post-sismico) o instabile (collasso in fase sismica), a contatto con le infrastrutture prescelte o facenti parte di esse (p. es. nell'ambito della zona satura di una diga in terra). In casi del genere, le previsioni con i tradizionali criteri empirici non è detto che risultino sufficientemente attendibili, e dovranno essere raffrontate con quelle di metodi più sofisticati (analisi dinamiche non lineari accoppiate, con integrazioni passo-passo), laddove supportate da caratterizzazione sperimentale adeguata del legame costitutivo.

Relativamente al fenomeno della subsidenza, nell'area-campione verranno selezionati prioritariamente depositi di terreni fini con elevati spessori, per i quali la riconsolidazione post-sismica può essere anche molto ritardata nel tempo, con aggravio del danno complessivo. Su di essi andranno confrontati i risultati di previsioni semplificate con quelli di metodi numerici sofisticati (p.es. FEM o FDM con analisi accoppiata) e con eventuali osservazioni. Nel caso di terreni granulari non liquefacibili verrà investigato il potenziale innesco di cedimenti a breve termine.

Per tutte le fenomenologie esaminate, verranno infine considerate e valutate analiticamente anche le possibili strategie di intervento per la riduzione del rischio.

Per quanto attiene alle reti viarie (Task 3), il progetto comprende: la messa a punto del procedimento affidabilistico  per la valutazione della sicurezza sismica di una rete viaria, l'impiego di modelli avanzati per la quantificazione della pericolosità e per la simulazione del moto sismico atteso, il perfezionamento di  modelli meccanici per la vulnerabilità di elementi e strutture, l'acquisizione dei dati necessari per l'esecuzione della analisi affidabilistica, nella forma di anagrafe informatizzata comunicante con i moduli di elaborazione, l'esecuzione della analisi con riferimento ai dati della rete stradale ANAS, con particolare riferimento all'area oggetto di studio di scenario (Task 7). La messa a punto del metodo affidabilistico non presenta novità concettuali di rilievo; a seconda della effettiva complessità della rete quale risulterà dai rilevamenti, il sistema serie-parallelo che rappresenta la rete verrà risolto con metodi numerici (tecniche FORM/SORM) oppure con procedimenti di simulazione. Il comportamento di elementi strutturali in c.a. non progettati per l'azione sismica verrà approfondito attraverso prove sperimentali e modellazione numerica. Le prove riguarderanno elementi di pila inadeguati per difetti di armatura a taglio, di confinamento e per insufficiente ancoraggio delle barre. La modellazione numerica porterà ad uno studio di sviluppo più avanzato il codice di calcolo nonlineare già disponibile, introducendovi meccanismi di degrado dovuti alla apertura delle staffe per la pressione radiale esercitata dal conglomerato, ed allo scorrimento delle barre per perdita di aderenza. Ponti a telaio fortemente iperstatici, ponti ad arco, in muratura ed in cemento armato, saranno oggetto di studi numerici di vulnerabilità a diverso livello di raffinatezza. Il sistema costituito dalle spalle di un ponte, dal terreno ad esse retrostante e dalle loro fondazioni costituisce notoriamente un elemento ad elevata vulnerabilità, eppure risulta spesso modellato in modo troppo semplificato e non realistico, quando non ignorato.  Verranno sviluppati modelli più accurati, che consentano una valutazione sia della vulnerabilità del sistema-spalle sia della interazione tra deformabilità delle spalle e risposta del ponte. La catalogazione informatizzata costituisce un aspetto di importanza e di impiego rilevanti nel contesto dell'intero studio della rete, in quanto le sue caratteristiche di completezza e di sinteticità condizionano rispettivamente l'attendibilità e l'onere della fattibilità dello studio stesso. La definizione del modello concettuale di sistema informatico comporterà in primo luogo la individuazione delle basi cartografiche di riferimento, quindi la definizione di schede di rilevamento delle singole opere d'arte, del contesto geologico e geotecnico ad esse associato, e delle zone di potenziale dissesto dell'ambiente fisico. Riguardo ai prodotti della ricerca, occorre distinguere tra prodotto complessivo e contributi innovativi ai diversi aspetti che intervengono nello studio. Questi ultimi sono molto numerosi e comprendono uno spettro specialistico molto ampio cui si è fatto cenno in quanto precede. Nel prodotto complessivo si distingue l'aspetto metodologico, che è generale per le reti viarie e quindi applicabile in futuro ad altre infrastrutture dello stesso tipo, e l'aspetto applicativo concreto. Questo consiste nella stima della affidabilità sismica della rete stradale dell'area oggetto di scenario, stima che può venire espressa, a seconda delle esigenze, in probabilità di superamento di prefissati livelli di riduzione di esercizio, fino alla sospensione di esso, tra punti generici di ingresso e uscita dalla rete, in termini di frequenza media annuale o di probabilità condizionata ad un particolare evento o scenario.

Per quanto riguarda le reti elettriche (Task 4), si perfezioneranno gli strumenti già sviluppati da alcuni dei proponenti per la valutazione del rischio e per la riduzione della vulnerabilità, soprattutto in relazione all'acquisizione di dati.

Più in dettaglio, si prevede la raccolta dei dati dell'intera rete elettrica italiana ad alta e media tensione (>150 kV), necessari per la valutazione del rischio (localizzazione geografica delle stazioni e loro caratteristiche, flussi erogati verso reti di più basso livello o le potenze fornite dalla produzione, estremi connessi delle linee e caratteristiche elettriche quali impedenza, ammettenza, ecc.), nonché la raccolta dei dati disponibili relativi alle curve di “fragility” dei componenti delle stazioni distinti per tipo e per classe. Tutti questi dati dovranno essere inseriti in una banca dati interfacciata con il programma di valutazione della sicurezza.

Si intende inoltre affinare la conoscenza sulle resistenze di alcuni componenti, attraverso analisi con modelli ad elementi finiti ed indagini sperimentali per identificare accuratamente le caratteristiche meccaniche dei materiali ceramici. Con riferimento poi ai modelli di risposta di reti ed alla valutazione deterministica e probabilistica della sicurezza, si prevede di affinare il programma già disponibile, inserendovi delle strategie di riattivazione della rete dopo il sisma, per ottenere una configurazione della rete di lunga durata, che consenta anche una stima temporale della durata della mancanza di alimentazione ("durata del guasto"). Un'applicazione della procedura sarà quindi fatta nell'area campione scelta per il programma. Questa applicazione prevederà anche la valutazione degli effetti della riduzione della vulnerabilità di alcune tipologie di componenti o di alcune stazioni di importanza cruciale.

Si prevede infine di individuare i dispositivi più adatti per la protezione sismica di apparecchiature AT, caratterizzarne meccanicamente il comportamento anche utilizzando i risultati di prove sperimentali e sviluppare metodologie di progetto da inserire in un manuale di progettazione corredato di numerosi esempi. Si prevede ancora di studiare le potenzialità offerte dagli isolatori elettrici realizzati con materiali fibro-rinforzati in sostituzione di quelli in porcellana, anche attraverso prove sperimentali di caratterizzazione ciclica.

In considerazione dello spettro estremamente esteso del tema, la parte del progetto relativa agli impianti industriali (Task 5) è articolata su due linee principali: la vulnerabilità di strutture prefabbricate di grande luce e la vulnerabilità di impianti per lo stoccaggio e alla trasformazione di gas e liquidi infiammabili (depositi e raffinerie) con la valutazione delle conseguenze sulla popolazione dei fenomeni esplosivi e degli incendi originati dalla fuoriuscita accidentale di sostanze infiammabili da unità di impianto.

Per quanto riguarda la vulnerabilità delle strutture prefabbricate il programma di ricerca parte da una classificazione delle tipologie strutturali prodotte in Italia soprattutto negli anni 60' e 70' in funzione dei potenziali fattori di vulnerabilità (connessioni, fondazioni, etc.). In parallelo, si porgerà particolare attenzione alle problematiche che riguardano questa tipologia strutturale; in particolare si svilupperanno spettri di spostamento atteso che governano il possibile collasso per deficienze degli appoggi di collegamento e spettri di input verticale con particolare riferimento alle tipologie spingenti. In seguito, si svilupperà un modello di risposta di strutture prefabbricate capace di tenere in considerazione i meccanismi di collasso probabili in strutture di vecchia concezione o progettate in assenza di normativa sismica. L'impiego di tale modello consentirà di effettuare una vulnerabilità di dettaglio con metodi semi-quantitativi di questa tipologia strutturale e di sviluppare metodologie di verifica speditive basate sul metodo degli spostamenti. In conclusione, verranno studiate e verificate sperimentalmente metodologie di rinforzo ed adeguamento sismiche basate sull'impiego di compositi avanzati (FRP).

Per quanto riguarda la vulnerabilità degli impianti petrolchimici, il programma di ricerca parte da una definizione di schemi tipo di impianti petrolchimici ed estrapolazione delle tipologie strutturali critiche nel comportamento sismico. A ciò si affianca la raccolta dei dati disponibili relativi alle curve di “fragility” dei componenti costituenti gli impianti in Italia. Specifici modelli di risposta in campo nonlineare per strutture in acciaio con carichi concentrati o sospesi e per serbatoi verranno sviluppati includendo i fenomeni di interazione terreno struttura. L'impiego dei modelli e dell'input consentiranno valutazione delle vulnerabilità mediante l'impiego di curve di fragility e valutazioni della vulnerabilità di dettaglio di tipologie campione. Particolare attenzione verrà rivolta alla valutazione di scenari di contaminazione legate al rilascio di sostanze pericolose dagli impianti.  Verrà considerata la dispersione nell'atmosfera con la formazione di nubi di vapore o pozze di liquido e successivamente la possibilità di esplosione della nube, o di incendio della nube con danni dovuti alla radiazione termica generata. Anche la pozza di liquido, una volta incendiatasi, genera danni sull'ambiente circostante per effetto della radiazione.  La costruzione dello scenario verrà effettuata mediante opportuni modelli di calcolo disponibili in letteratura e/o commercialmente. Infine, la valutazione dell'esposizione della popolazione al rischio industriale è effettuata sovrapponendo i risultati dell'analisi delle conseguenze su mappe cartografiche. In conclusione verranno definite  metodologie e tecniche di riduzione della vulnerabilità dei serbatoi basate sull'impiego di compositi avanzati per il confinamento ed il cerchiaggio delle strutture.

Il tema della vulnerabilità delle dighe in terra (Task 6) prevede la catalogazione e descrizione delle metodologie disponibili per l'analisi numerica della risposta sismica di dighe in terra, e quindi la valutazione comparativa delle relative potenzialità di previsione in relazione alla caratterizzazione sismica ed a quella geotecnica.

In seguito verrà selezionata una infrastruttura campione ricadente nell'area prescelta per l'intero progetto (area del Sannio-Matese) o nelle sue immediate vicinanze. Tale infrastruttura sarà sottoposta ad analisi del rischio, ricorrendo a metodi di complessità crescente in termini di studio di pericolosità del sito e vulnerabilità sismica della infrastruttura.

Il programma operativo verrà sviluppato in più fasi:

 

Di fondamentale importanza per l'affidabilità delle analisi di risposta sismica sarà la valutazione degli stati tensionali preesistenti all'evento, cioè quelli indotti da fasi costruttive, primo invaso, variazioni nel tempo del livello d'acqua nel serbatoio, eventuale evoluzione nel tempo delle proprietà dei materiali da costruzione. Per la valutazione del rischio della infrastruttura campione si prevede di introdurre nelle analisi più evolute anche la modellazione del comportamento meccanico del terreno in condizioni di saturazione variabile.

Lo sviluppo di uno strumento informatico territoriale e la preparazione di uno scenario post-sismico sull'area campione sono accorpati insieme in un unico task (Task 7).

Il G.I.S sarà sviluppato su piattaforma NT con software ArcInfo e Oracle ed sarà atto ad archiviare tutti i dati descrittivi di input sismico ed effetti di sito, degli effetti indotti sull'ambiente fisico e delle opere e sistemi infrastrutturali. Il sistema prevederà la possibilità di georeferenziare tutti i dati rispetto al sistema di riferimento nazionale, di acquisire e gestire dati provenienti dalla rete ASI, e da stazioni GPS permanenti o mobili.

Saranno predisposti interfaccia che consentano forme automatiche di collegamento a programmi esterni, sviluppati nell'ambito del progetto, atti ad effettuare valutazioni di vulnerabilità e rischio sulla base dei parametri memorizzati nel sistema.

Sarà infine posta particolare cura nella definizione di elaborati di output che riproducano rappresentazioni cartografiche correlanti dati geografici, dati di natura descrittiva e dati di vulnerabilità e rischio risultanti da elaborazioni esterne.

Sono previste le seguenti tre fasi operative:

 

1.     Definizione dello schema logico e della struttura dei dati di base per lo sviluppo del sistema informativo.

Verranno recepiti gli standard informativi definiti nell'ambito dei task 1Lj, per il censimento e la valutazione della vulnerabilità delle infrastrutture (per elementi e per sistemi). Il progetto di sistema informativo, con un dettaglio esecutivo per quanto riguarda le basi dati esistenti e già acquisibili, verrà sottoposto a tutte le Unità di ricerca per le opportune integrazioni in modo da realizzare il progetto definitivo della struttura delle informazioni acquisite o ancora da acquisire.

2.    Completamento della struttura delle informazioni e prima elaborazione dei modelli sugli scenari.

In questa fase viene conclusa l'implementazione delle basi informative e vengono acquisiti i modelli di valutazione della vulnerabilità delle infrastrutture predisposti nei diversi task del progetto. Segue una prima realizzazione di tali modelli e della simulazione di scenari per la verifica di applicabilità nell'ambito territoriale prescelto (area campione del Sannio-Irpinia). La fase si conclude con la predisposizione di primi scenari parziali (per settori e ambiti territoriali) per la verifica di congruenza che le Unità di ricerca coinvolte devono effettuare per gli ambiti di propria competenza.

3.     Realizzazione finale dell'applicativo sugli scenari.

Sulla base delle verifiche per la messa a punto dei modelli di vulnerabilità effettuate nella fase precedente verrà completato l'applicativo di generazione degli scenari nell'area campione del Sannio-Irpinia. In particolare verranno seguiti due diversi approcci.

Il primo, di tipo probabilistico, in modo analogo a quanto già realizzato nelle mappe di rischio del patrimonio abitativo, fornirà una stima degli effetti indotti sull'ambiente fisico e dei danni attesi per le reti viarie, elettriche e gli impianti industriali, in conseguenza di eventi sismici in un prefissato periodo di tempo.

Il secondo, di tipo deterministico, sarà finalizzato alla gestione dell'emergenza post-terremoto: nel momento in cui vengono rese disponibili le caratteristiche (magnitudo e coordinate epicentrali) dell'evento verificatosi, l'applicativo è in grado di generare in tempo reale una serie di mappe e di tabulati relativi al danneggiamento previsto per le infrastrutture e a una stima dei tempi di ripristino (reti elettriche) o dei percorsi alternativi (reti viarie) o dei possibili effetti indotti sull'ambiente e sulla popolazione (impianti industriali). L'applicativo sarà basato sulla stima delle caratteristiche del moto del terreno ricavata dal task 1 e sui modelli di vulnerabilità di ambiente fisico e infrastrutture ricavati dai task 2, 3, 4, 5, e 6. La simulazione sarà facilmente estensibile dall'area campione al territorio nazionale a seconda della disponibilità di dati a tale scala.

 

 

Articolazione del progetto e organigramma

 

Task1

Input sismico ed effetti di sito

(A. Herrero, DSF - Università di Napoli “Federico II”)

 

Risultati attesi

 

Interazioni con altri tasks

 

Prodotti

 

Task 2

Vulnerabilità ambiente fisico

(F. Silvestri, DDS - Università della Calabria)

 

Risultati attesi

 

Interazioni con altri tasks

 

Prodotti

 

Sulla scorta dei risultati ottenuti, verranno indicati i possibili protocolli di intervento di riduzione del rischio, con sistemi preferibilmente estensivi (ecocompatibili), nonché criteri di valutazione comparativa tra diverse tecniche (p.es. di miglioramento o rinforzo dei terreni) basati su parametri rappresentativi dell'efficacia dell'intervento (p.es. rapporti tra coefficienti di sicurezza o valori massimi di accelerazioni o spostamenti con e senza intervento).

 

Task 3

Vulnerabilità reti viarie

(P.E. Pinto, UniRM1-DISeG)

 

Risultati attesi

 

Prove sperimentali

 

Interazioni con altri tasks

 

Prodotti

 

Task 4

Vulnerabilità reti elettriche

(R. Giannini, Università di Roma 3)

 

Risultati attesi

 

Prove sperimentali

 

Interazioni con altri tasks

 

Prodotti

 

Task 5

Vulnerabilità impianti industriali

(G. Manfredi, DAPS - Università di Napoli “Federico II”)

 

Risultati attesi

 

Interazioni con altri tasks

 

Prodotti

 

Task 6

Vulnerabilità dighe in terra

(F. Vinale, DIG - Università di Napoli “Federico II”)

 

Risultati attesi

 

Prove sperimentali

 

Interazioni con altri tasks

 

Task 7

Produzione del GIS, catalogazione a livello nazionale e scenario area campione

(R. Galetto, DIET - Università di Pavia)

 

Risultati attesi

 

Prove sperimentali

 

Interazioni con altri tasks

 

Prodotti

 

 

Unità di ricerca partecipanti

 

Unità di Ricerca 1

Coordinatore del Progetto

e Responsabile Scientifico:

Gian Michele Calvi, DMS-Università di Pavia

Unità di Ricerca 2

Responsabile Scientifico:

Riccardo Galetto, DIET-Università di Pavia

Unità di Ricerca 3

Responsabile Scientifico:

Renato Giannini, DPSA-Università di Roma 3

Unità di Ricerca 4

Responsabile Scientifico:

André Herrero, ING c/o Dsf-Università di Napoli “Federico II”

Unità di Ricerca 5

Responsabile Scientifico:

Gaetano Manfredi, DAPS-Università di Napoli “Federico II”

Unità di Ricerca 6

Responsabile Scientifico:

Paolo Emilio Pinto, DISEG-Università di Roma “La Sapienza”

Unità di Ricerca 7

Responsabile Scientifico:

Francesco Silvestri, DDS-Università della Calabria

Unità di Ricerca 8

Responsabile Scientifico:

Filippo Vinale, DIG- Università di Napoli “Federico II”

Unità di Ricerca 9

Responsabile Scientifico:

Andrea Capuani, ANAS-Roma