Modello di Caratterizzazione Tipologica a Scala Nazionale
Lo sviluppo di un modello di indagine e classificazione delle caratteristiche tipologico strutturali degli edifici ordinari dei comuni italiani nasce dall'esigenza, nell'ambito delle valutazioni di Rischio Sismico in generale e più specificamente in quello della Vulnerabilità Strutturale e dell'Ingegneria Sismica, di fornire una chiave di lettura alle innumerevoli osservazioni sul comportamento strutturale sotto sisma fortemente condizionato da fattori di dettaglio delle caratteristiche costruttive degli edifici e dei materiali impiegati.
Nonostante la gran mole di studi prodotti in svariati ambiti disciplinari, caratterizzare le tipologie strutturali ed i specifici dettagli costruttivi dei comuni Italiani è impresa molto ardua, forse impossibile in via esaustiva. Il presente progetto senza la pretesa di fornire contributi originali in settori specifici della ricerca storica di settore, si propone di prospettare un metodo di analisi ed un modello di indagine finalizzati alla caratterizzazione tipologico costruttiva di base del patrimonio edilizio italiano finalizzato ad analisi e valutazioni di vulnerabilità sismica a scala nazionale.

Si è messa a punto una procedura di elaborazione del dato ISTAT che consente di stimare la distribuzione delle classi tipologiche di vulnerabilità (EMS98) e di definire un indice sintetico di vulnerabilità (Ivc) per ognuno dei Comuni italiani.
Questa procedura è stata calibrata mediante il confronto con un robusto data-base di inventario frutto di svariate campagne di rilevamento effettuate nel corso di precedenti progetti di ricerca, ampliato e sistematizzato nel presente lavoro che ha inserito recenti acquisizioni. Nell'ambito del lavoro di revisione dei dati di inventario si sono ridefiniti i criteri di assegnazione della classe tipologica di vulnerabilità.
Si introduce il parametro sintetico di danneggiamento(Spd), definito come ascissa baricentrica della distribuzione del danno.

La probabile distribuzione annua del danno agli edifici è stata stimata combinando per ogni Comune le distribuzioni di vulnerabilità ricavate dal dato ISTAT con la pericolosità riportata nelle mappe ad oggi disponibili (fornite dal Servizio Sismico Nazionale e, limitatamente al periodo di 475 anni, elaborate dal Prof. Stucchi dell'INGV.
Attingendo ancora ai dati ISTAT, dalla distribuzione del danno atteso per gli edifici si traggono le stime del danno atteso anche in termini di superficie abitativa (crollata, danneggiata, o inagibile) e di impatto sulla popolazione (vittime, feriti e senza tetto).
I risultati sono riportati in mappe a scala nazionale con livello di dettaglio comunale, e sono espressi sia in termini assoluti che in termini percentuali rispetto all'edificato o alla popolazione complessiva del Comune considerato.
Si riportano in analoghe mappe anche i risultati ottenuti per intervalli temporali di 95, 475, 975, 2475 anni, corrispondenti a probabilità di superamento rispettivamente del 50%, del 10%, del 5% e del 2% nell'arco di 50 anni.