Dott. Geol. Giuseppe Di Capua Dott. Geol. Giuseppe Di Capua 4 4 2002ᆖᆨT10:30:00Z 2002ᆖᆮT11:40:00Z 13 9854 56173 Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti 468 112 68984 9.2812 75 14

 


Programma Quadro Triennale per il G.N.D.T.

(2000 - 2002)


versione finale - 20 luglio 1999


PREMESSA

Il Sottosegretario per la Protezione Civile, con lettera in data 24.2.99, ha incaricato un Gruppo di Lavoro, coordinato da Paolo Gasparini e costituito da Michele Calvi, Alberto Cherubini, Massimo Cocco, Renato Funiciello, Enrico Giorgetti (quale rappresentante del Dipartimento per la Protezione Civile), Fabio Sabetta, Filippo Vinale, Aldo Zollo, di elaborare un programma quadro per il triennio 2000񮖢, tenendo conto di documenti preesistenti, quali il Documento elaborato dalla Commissione ING-SSN-GNDT e il programma triennale già predisposto dal Consiglio Scientifico del GNDT. Le ricerche di tale programma aperte al contributo di tutta la Comunità scientifica attiva nel settore saranno finanziate dal Dipartimento per la Protezione Civile. Al Gruppo di Lavoro è stato inoltre affidato il compito di effettuare uno studio di ottimizzazione della rete sismica nazionale, gestita dall' Istituto Nazionale di Geofisica, e della rete nazionale accelerometrica gestita dal Servizio Sismico Nazionale, e di valutarne i costi di aggiornamento e di gestione. La relazione su quest'ultimo punto non fa parte del Programma quadro, ma viene presentata alla Protezione Civile in un documento indipendente.


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OBIETTIVI

Si ritiene opportuno di scindere gli obiettivi scientifici del Programma Quadro, dall' assieme di attività di consulenza, di formazione, di raccolta dati, ecc., che il GNDT ha svolto e continuerà a svolgere e che possono essere definiti i compiti del GNDT. Questi ultimi sono riportati nell'Appendice 1 e non rientrano nel Programma Quadro, in quanto non saranno oggetto di una richiesta di progetto, ma continueranno ad essere svolti dal personale, temporaneo e permanente, del GNDT. Lo svolgimento di questi compiti non preclude d'altra parte al personale GNDT la partecipazione a progetti di ricerca.

Gli obiettivi scientifici del Programma Quadro sono:

1. la promozione di ricerche finalizzate alla riduzione del rischio sismico sul territorio nazionale;

2. la promozione di ricerche che mirano a fornire linee guida per l'aggiornamento della normativa sulle costruzioni in area sismica.

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STRUTTURA DEL PROGRAMMA

Il programma è strutturato in 4 temi di ricerca, articolati in sotto-temi in modo tale da favorire la presentazione di progetti da parte di gruppi interdisciplinari strettamente coordinati. Un carattere innovativo del programma è che ogni progetto proposto dovrà garantire un'azione coordinata ed integrata tra diversi sotto-temi.

Partendo dall'esperienza degli eventi sismici distruttivi che negli ultimi decenni hanno colpito il territorio italiano, il programma mira a concentrare gran parte dell'attività di ricerca su aspetti che finora sono stati in scarsa evidenza.

Infatti tutto il problema della valutazione del rischio va rivisitato alla luce dell'evidenza che molti terremoti di magnitudo intermedia e forte che investono il territorio italiano sono generati da processi di frattura multipla su diverse scale spaziali e temporali. Un particolare esempio è costituito dalla sequenza sismica Umbro-Marchigiana del 1997񮖞. Anche eventi di magnitudo intermedia, accadendo in aree precedentemente danneggiate dai terremoti principali della sequenza, hanno prodotto danni inattesi. Quindi, per ciò che concerne la pericolosità di un'area urbana e la vulnerabilità del suo patrimonio abitativo, la ricorrenza di eventi multipli, anche se di magnitudo moderata, richiede probabilmente la rivisitazione dei modelli convenzionali utilizzati per la loro stima facendo riferimento a modelli realistici di segmentazione dei fenomeni di fratturazione.

La logica del Programma è di trattare separatamente le problematiche a scala nazionale (Tema 1), quelle a scala locale (Tema 2), la definizione e valutazione di rischi connessi alle grandi infrastrutture e all'ambiente fisico (Tema 3) e la valutazione e gli interventi multi disciplinari per la riduzione del rischio (Tema 4).

Una efficace revisione del rischio sismico a livello nazionale richiede di migliorare gli attuali modelli di pericolosità basati sulla suddivisione del territorio nazionale in zone sismogenetiche in ciascuna delle quali la probabilità di accadimento di un evento viene ritenuta omogenea, con modelli che consentano di trattare separatamente le faglie sismogenetiche principali. Inoltre l'esperienza dell'attuale catalogo suggerisce una revisione dei processi di attenuazione macrosismica, insieme alla introduzione di metodologie per la introduzione di modelli tridimensionali di attenuazione anelastica e per la parametrizzazione degli effetti di sito.(Tema 1).

Nell'ambito del Tema 2, che tratta i problemi del rischio a scala urbana, si intende promuovere la ricerca innovativa stimolando la proposta di approcci metodologici originali, sia per quanto riguarda gli aspetti sismologici che quelli ingegneristici.

La logica del Tema segue il naturale percorso dalla sorgente della radiazione sismica, alla sua propagazione fino agli effetti al sito di osservazione ed all'elaborazione di scenari di danno. Questa articolazione nasce dalla constatazione, fortemente sostenuta da un'ampia base di osservazioni, che gli effetti di sorgente e quelli di propagazione a scala regionale e locale contaminino in modo equivalente la radiazione sismica ad alta frequenza, responsabile in larga parte dei danni prodotti da terremoti di magnitudo moderata e forte. Un altro aspetto nuovo di questo tema riguarda la valutazione della vulnerabilità dei centri storici e dei beni culturali.

Il Tema 3 prevede lo sviluppo di argomenti di ricerca che finora non sono stati trattati con il dovuto approfondimento sia a livello nazionale che internazionale: cioè l'effetto dei terremoti sull' ambiente fisico (frane, crolli in roccia, subsidenze, liquefazioni, ecc.) e sulle grandi reti e opere infrastrutturali (ponti, reti viarie, reti per la distribuzione dell'energia, gasdotti, ecc.). Le ricerche vanno principalmente rivolte a quelle componenti dell'ambiente fisico il cui comportamento potrebbe compromettere la funzionalità e la sicurezza delle opere e dei sistemi infrastrutturali. L'obiettivo è di giungere ad una simulazione degli scenari di danno per le diverse opere che preluda allo sviluppo di linee guida a carattere pre-normativo.

Infine il tema 4 prevede lo sviluppo di ricerche, che coinvolgono anche settori al di fuori del campo tecnico scientifico, finalizzate alla definizione di strategie per la riduzione del rischio. Questo è un argomento con particolari caratteristiche rispetto alle ricerche convenzionali in questo settore, che risponde all'esigenza di fornire alla protezione civile elementi utili per fini decisionali e normativi.

In questo tema sono incluse la fattibilità e la progettazione di metodologie di allarme sismico, mentre, coerentemente con i risultati recenti delle ricerche sui precursori, non si è creduto opportuno includere ricerche che comportino significativi investimenti in questo campo nel prossimo triennio, in quanto si ritiene che le attività svolte nell'ambito del Progetto Poseidon nella Sicilia orientale siano sufficienti a coprire questo aspetto.

Un obiettivo comune a tutti i temi è l'organizzazione dell'informazione raccolta in banche dati.

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TEMA 1: VALUTAZIONE DEL RISCHIO SISMICO DEL PATRIMONIO ABITATIVO A SCALA NAZIONALE

Stato delle conoscenze

Relativamente alla valutazione del rischio sismico del territorio italiano a scala nazionale, l'unico studio attualmente disponibile è rappresentato dalle mappe di rischio realizzate nel 1996 dal Gruppo di Lavoro SSN-GNDT-ING e consegnate al Dipartimento della Protezione Civile. Tali mappe rappresentano, per ciascun comune e su base annua, l'ammontare atteso dei danni relativi al patrimonio abitativo e il numero medio di persone coinvolte in crolli di abitazioni. Il suddetto studio rappresenta tuttavia solo il primo approccio al problema ed è suscettibile di aggiornamenti e miglioramenti che dovranno essere oggetto delle proposte relative al presente tema di ricerca.

Obiettivi e prodotti

I prodotti attesi sono mappe di rischio del territorio nazionale, a dettaglio comunale e di sezione censuaria, relative a diverse probabilità di eccedenza in prefissati intervalli di tempo, dei livelli di danno, delle perdite economiche, e delle perdite in termini di popolazione. I risultati dovranno essere organizzati in banche dati georeferenziate da collegare al Sistema Informativo Territoriale per la valutazione del rischio attualmente gestito dal Servizio Sismico Nazionale.


Articolazione del tema

Il tema di ricerca è articolato in 8 sottotemi secondo una logica che cerca di evidenziare le principali carenze nello stato attuale delle conoscenze.

I primi 4 sottotemi sono relativi all'aggiornamento e miglioramento dei dati di base (zonazione sismogenetica, cataloghi sismici, modelli di velocità, leggi di attenuazione) necessari per gli studi di pericolosità.

Il sottotema 5 è relativo all'introduzione di nuove metodologie di calcolo (per esempio, modelli ibridi, processi non stazionari) e alla definizione delle incertezze statistiche nell'ambito della valutazione probabilistica della pericolosità.

Il sottotema 6 prende in considerazione un aspetto fondamentale, non ancora considerato negli studi di pericolosità attualmente disponibili, quale quello di una caratterizzazione degli effetti di sito che consenta di distinguere, almeno a grandi linee, lo scuotimento atteso in aree caratterizzate da condizioni geo-morfologiche completamente differenti.

I sottotemi 7 e 8 si riferiscono alla vulnerabilità del patrimonio abitativo, dove i principali settori da sviluppare sono quelli relativi al miglioramento dei "dati poveri" ricavati dal censimento ISTAT, all'introduzione di nuove matrici di probabilità di danno, differenziate a livello regionale e basate sia sull'intensità macrosismica che sulle caratteristiche del moto del terreno, all'introduzione di ulteriori settori di indagine come ad esempio quello relativo agli edifici pubblici strategici.

Articolazione dei sottotemi

1.1 Aggiornamento della zonazione sismogenetica

L'obiettivo è quello di utilizzare tutti i dati disponibili per consentire di sostituire gli attuali modelli di pericolosità che utilizzano esclusivamente zone sismogenetiche, con modelli di tipo "ibrido" che utilizzano strutture sismogenetiche nelle quali le faglie principali sono trattate distintamente dalle faglie minori associate che continuano a essere trattate come "immerse" in zone sismogenetiche. I prodotti attesi sono elencati nel seguito.

1.2 Revisione ed integrazione del catalogo sismico

L'obiettivo è quello di migliorare i dati di base macrosismici e strumentali necessari per la valutazione della pericolosità sviluppando le attività descritte nel seguito.

1.3 Modelli di velocità ed attenuazione anelastica a scala nazionale

Il complesso delle osservazioni e dei modelli interpretativi circa le proprietà di velocità ed attenuazione anelastica della crosta terrestre sono parziali e frammentate sul territorio italiano e necessitano di un'accurata revisione ed organizzazione. Le attività ed i prodotti attesi sono elencati nel seguito.

1.4 Aggiornamento delle leggi di attenuazione dell'intensità macrosismica e dei parametri "strong motion"

L'obiettivo è quello di utilizzare nuovi dati per un aggiornamento e miglioramento delle leggi di attenuazione sviluppando le attività descritte nel seguito.

1.5 Valutazione probabilistica della pericolosità

L'obiettivo è quello di un aggiornamento delle metodologie (come la classica metodologia di Cornell,) attualmente impiegate per la valutazione probabilistica della pericolosità, attraverso l'utilizzo di processi non stazionari e mediante un'accurata valutazione delle incertezze statistiche. Va incentivata la messa a punto di codici "user-friendly" sia per le metodologie convenzionali che quelle di nuovo sviluppo. Le attività ed i prodotti attesi sono elencati nel seguito.

1.6 Effetti di sito

Nelle analisi di pericolosità del territorio nazionale sviluppate fino ad oggi, non si é tenuto conto dei possibili effetti di amplificazione del moto del terreno legati alle condizioni geo-morfologiche locali. E' pertanto di fondamentale importanza mettere a punto una metodologia, anche particolarmente semplificata, che consenta di distinguere almeno a grandi linee lo scuotimento atteso in aree caratterizzate da condizioni geologiche completamente differenti. Considerando la scala nazionale a cui vengono sviluppate le analisi di rischio, sarà necessario provvedere alla parametrizzazione degli effetti di sito, attraverso l'individuazione, per tutti i centri abitati del territorio italiano, di categorie geo-morfologiche ricavate dalla cartografia e dai dati disponibili. Le attività ed i prodotti attesi sono elencati nel seguito.

1.7 Vulnerabilità del patrimonio abitativo e degli edifici strategici

L'obiettivo è quello di un sostanziale miglioramento dell'inventario di vulnerabilità delle abitazioni realizzato in base ai "dati poveri" ricavati dal censimento ISTAT. Va inoltre messo a punto un inventario a scala nazionale degli edifici pubblici strategici. Le attività ed i prodotti attesi sono elencati nel seguito.

1.8 Stima dei danni e delle perdite

L'obiettivo è quello dello sviluppo di nuove matrici di probabilità di danno regionalizzate e correlate sia all'intensità macrosismica che alle caratteristiche del moto del terreno ricavate da dati sperimentali e modellazioni. Vanno inoltre messi a punto modelli per la valutazione delle perdite indirette. Le attività ed i prodotti attesi sono elencati nel seguito.

 

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TEMA 2: SIMULAZIONE DI EVENTI SISMICI E SCENARI DI DANNO IN AREE URBANE

Premessa

Nell'ambito di questa tematica s'intende promuovere lo sviluppo e l'applicazione ad aree "test-sites" di diverse metodologie per la costruzione di scenari di scuotimento, di vulnerabilità e danno che dovranno essere eventualmente comparate e validate mediante il riscontro con le osservazioni disponibili. L' analisi comparativa dovrà permettere di stabilire l'applicabilità, i limiti ed i vantaggi dei vari metodi nella prospettiva di un loro utilizzo per la costruzione di scenari di rischio Sismico a scala territoriale.

Rispetto alle tematiche sviluppate nel tema 1, nell'ambito di questo tema si richiede lo sviluppo di metodi altamente innovativi, e la loro verifica mediante applicazioni su aree urbane campione (test-sites). Come scritto precedentemente le ricerche proposte seguono il naturale percorso dalla sorgente della radiazione sismica, alla sua propagazione fino agli effetti al sito di osservazione ed agli effetti sul costruito. Si vuole dunque indicare la necessità di considerare un approccio fortemente multidisciplinare nell' affrontare il problema della costruzione di scenari di danno in aree urbane che permetta di considerare in modo completo ed appropriato i singoli effetti che concorrono alla definizione del danno.

Stato delle conoscenze

In numerose aree italiane ad elevato rischio sismico sono note, anche se in modo approssimativo, le posizioni e le probabili geometrie delle faglie attive (si veda ad esempio Avezzano o la piana di Gioia Tauro in Calabria), ma non si hanno a disposizione dati strumentali per valutare in modo attendibile la scuotibilità e quindi definire il rischio sismico.

Nell' ultimo ventennio, l' avvento della tecnologia digitale e l'implementazione sul territorio nazionale di reti di sismografi ed accelerografi ad alta dinamica ha consentito di ottenere segnali sismici di alta qualità da cui è possibile estrarre informazioni circa i processi di frattura che hanno luogo durante terremoti di magnitudo moderata e forte ed i processi di propagazione ed attenuazione a scala crostale e locale.

In queste condizioni assumono particolare interesse tutte quelle ricerche che, utilizzando procedure più o meno calibrate per la simulazione del movimento del terreno (attraverso differenti parametrizzazioni della sorgente o mediante l'uso di funzioni di Green empiriche e/o teoriche), permettano di proporre e convalidare metodi statistici e/o deterministici per la definizione di scenari di pericolosità.

Questi studi sono di particolare interesse in Italia se si considera che solo per poche aree sismiche attive si possiedono registrazioni accelerometriche del moto del suolo associate a terremoti moderati e/o forti.

Nella prospettiva di valutazione del rischio sismico di un'area urbana le ricerche sulla genesi e propagazione dei segnali sismici da terremoti moderati e forti devono necessariamente raccordarsi con quelle applicative che hanno obiettivi finalizzati a specifiche valutazioni della vulnerabilità (ambiente fisico, patrimonio costruito e centri storici, beni culturali) e stima dei danni.

Un particolare riferimento va fatto ai Centri Storici delle città italiane, ricchi di patrimoni monumentali, architettonici ed artistici per cui si rende necessaria una valutazione ad hoc della vulnerabilità ed una schedatura di dettaglio del patrimonio a rischio, attualmente inesistenti.

Obiettivi e prodotti

Il progetto proposto dovrà avere obiettivi metodologici ed applicativi finalizzati alla definizione ottimale della scuotibilità di un'area urbana scelta come test-site e la valutazione della vulnerabilità del suo patrimonio edilizio abitativo e monumentale. Ulteriore obiettivo è il confronto tra metodologie diverse e la valutazione dei loro limiti di applicabilità. I prodotti delle ricerche sono banche dati, codici di calcolo, mappe di dettaglio della scuotibilità, vulnerabilità, documenti e manuali che possono rappresentare un supporto effettivo alla valutazione del rischio sismico di un'area urbana.

Dovranno essere specificatamente indicati dai proponenti le modalità di archiviazione proposte per i dati prodotti, i supporti informatici con i quali si intendono sviluppare eventuali programmi di calcolo, l' utilizzabilità specifica di ogni strumento prodotto.

Articolazione del tema

Uno schema di 7 sottotemi e relativi prodotti/obiettivi attesi viene proposto nell'ambito di questa tematica di ricerca. I primi quattro sotto-temi sono relativi alla caratterizzazione del moto sismico prodotto dai terremoti ed includono gli effetti di propagazione a scala crostale e locale (effetti di sito). I restanti temi trattano la valutazione di vulnerabilità e scenari di danno dell'ambiente costruito con particolare accento all'edilizia in assenza di normativa sismica ed ai beni monumentali e Centri storici.

La peculiarità di questi studi è lo sviluppo e l'applicazione di metodi innovativi per la costruzione di scenari di danno, da sperimentare e validare in aree urbane campione (test sites) con la prospettiva futura di utilizzare i risultati di queste ricerche per la definizione di procedure e/o protocolli standard o modifiche alle normative sismiche vigenti.

I proponenti dei progetti nell'ambito di questa linea di ricerca potranno scegliere un percorso tematico che dovrà essere necessariamente multidisciplinare e che abbia comunque la finalità di produrre una valutazione di dettaglio della vulnerabilità a scala urbana dell'ambiente costruito e/o dei Beni monumentali ed esempi di scenari di danno. La costituzione di banche dati riguardanti i molteplici aspetti della ricerca (sorgente, propagazione, sito, edifici, beni monumentali) e che siano di facile accesso alla comunità scientifica è un prodotto collaterale fortemente auspicato.

Articolazione dei sottotemi


2.1 Caratteristiche geometriche e meccaniche delle sorgenti sismiche in prossimità dell'area urbana selezionata

Si richiedono studi multidisciplinari sulla geometria, il meccanismo dislocativo ed i processi di interazione delle faglie e/o dei sistemi di faglie potenzialmente attivabili durante un terremoto di dimensione moderata o forte sul territorio nazionale. Si sollecitano studi volti a verificare l'origine ed il ruolo che eventi di magnitudo moderata ed in generale la micro sismicità hanno nei processi deformativi della crosta superiore in Italia. Si intende inoltre promuovere lo studio di dettaglio, a partire da dati strumentali, delle fratture sismiche di piccola e media dimensione a scala regionale basato sulla modellazione del segnale sismico nel dominio del tempo e della frequenza. L'intento primario è quello di ottenere informazioni traducibili in leggi di scala, modelli spettrali e relazioni empiriche/teoriche tra osservabili (valori di picco, durata, ordinate spettrali) e parametri di sorgente.

2.2 Modelli di velocità ed attenuazione anelastica a scala regionale e locale

Vista l'influenza che le caratteristiche del mezzo di propagazione possono avere sull'ampiezza e durata del segnale sismico in superficie, si pone l'accento sulla necessità di considerare modelli realistici di velocità ed attenuazione nella simulazione del moto sismico atteso, con particolare riguardo ai metodi deterministici basati sul calcolo di funzioni di Green teoriche.

 

2.3 Caratterizzazione del moto atteso al "bedrock"

Esistono attualmente differenti approcci proposti in letteratura per calcolare mappe di scuotimento (non solo in termini di distribuzione spaziale dei valori di picco del moto, ma anche come variazione degli spettri e delle durate del moto atteso, etc...). Inoltre, sono state raccolte numerose evidenze dirette (mediante registrazioni sismometriche ed accelerometriche) sull'importanza degli effetti di direttività della rottura e di amplificazione del moto al suolo dovuta a complessità di propagazione a scala crostale e locale in prossimità dei siti di registrazione (effetti di sito lineari e non lineari).

I prodotti/obiettivi delle ricerche in questo sottotema sono dunque finalizzati alla costruzione di accelerogrammi sintetici al bedrock (cioè prescindendo dalla risposta del sito, che viene trattata separatamente) e di mappe di variazione spaziale dei parametri del moto e delle proprietà spettrali del moto del suolo nelle aree urbane di riferimento ed in aree di dimensione regionale scelte come test-sites.


2.4 Caratterizzazione degli effetti di sito

Gli effetti di amplificazione/attenuazione della copertura superficiale rivestono un ruolo significativo per ciò che riguarda la definizione della risposta in frequenza e variazione spaziale del sito alla sollecitazione sismica da utilizzare sia per simulazioni realistiche del moto atteso durante i terremoti che per fini di microzonazione a scala urbana e locale. Le ricerche proposte in questo sottotema riguardano principalmente lo sviluppo, la validazione e la comparazione delle diverse tecniche di misura della risposta sismica locale in relazione alle particolari condizioni topografiche e caratteristiche del moto atteso nelle aree scelte come test-sites.


2.5 Vulnerabilità dei Centri abitati

Con riferimento all'area campione prescelta dovranno essere considerati gli edifici che costituiscono l'edilizia costruita. Le ricerche avranno come prodotti finali mappe di vulnerabilità e di interventi per la riduzione di vulnerabilità tali da ottenere risultati ottimali in termini di benefici/costi, in relazione ad un prefissata soglia di sicurezza strutturale per l'area dei Centri in esame. Le mappe vanno corredate da tabelle descrittive di interventi e di costi.

 

2.6 Vulnerabilità dei Centri Storici e Beni Culturali

I Centri Storici delle città italiane sono forniti di tali e frequenti patrimoni monumentali, architettonici ed artistici (ivi compresi i Beni mobili e gli apparati decorativi), da rendere necessaria la formulazione di questo sottotema di ricerca ad hoc, sia per la esatta calibrazione delle strategie di restauro e prevenzione, sia per il forte significato della informazione proveniente dallo studio dei monumenti che, anche in città distanti dalle sorgenti sismiche principali, hanno dimostrato livelli di danno non attesi. Con riferimento all'area campione prescelta si sollecitano proposte di ricerca che facciano riferimento ad una o più diverse tipologie di Beni Culturali: chiese, campanili e torri, costruzioni massive, costruzioni con ampie pannellature murarie, beni archeologici, patrimonio storico-edilizio minore, beni mobili ed apparati decorativi.

I prodotti/obiettivi attesi nell'ambito di questa tematica riguardano metodi di indagine della vulnerabilità dei Beni Culturali, proposte di interventi di riduzione della vulnerabilità e la schedatura dei Beni in un Centro storico dell'area presa in esame.

2.7 Stima dei danni e delle perdite

In questo ambito si può mantenere la distinzione tra edilizia corrente e monumentale, per arrivare a mappe o scenari di danno in uno o più centri abitati dell'area campione prescelta, partendo da relazioni vulnerabilità/danno di diverso tipo, e, includendo, se il caso, i danni prevedibili da maremoto. L'uso appropriato di dati demografici dei Centri studiati consente anche la valutazione di perdite umane attese. La conoscenza del valore esposto dei Beni Mobili ed apparati decorativi, oltre al valore stesso del Bene Monumentale, consente la stima delle perdite dei Beni esposti.

 

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TEMA 3: EFFETTI DEI TERREMOTI SULL'AMBIENTE FISICO E SULLE OPERE INFRASTRUTTURALI

Premessa

Il progetto richiede lo studio combinato degli effetti sismici sulle grandi opere infrastrutturali, sulle reti nelle quali queste sono inserite e su quelle parti dell'ambiente fisico il cui comportamento potrebbe compromettere la funzionalità e la sicurezza delle opere e dei sistemi infrastrutturali.

A titolo di esempio di opere e sistemi infrastrutturali, si considerino: sistemi di trasporto (su gomma e su ferro) con le relative opere d'arte, infrastrutture idrauliche e marittime, impianti e sistemi di produzione e distribuzione dell'energia elettrica, gasdotti, oleodotti, grandi impianti industriali.

La funzionalità e la sicurezza di ciascuno di questi manufatti e sistemi, oltre che dipendere dalla vulnerabilità intrinseca (della singola opera e del sistema), possono essere seriamente compromesse dalla vulnerabilità sismica dell'ambiente fisico, qualora in esso abbiano luogo fenomeni tipo: subsidenza locale, crolli in roccia, frane in terreni sciolti (scorrimenti e colate), liquefazione, ....

La vulnerabilità sismica potenzialmente elevata dei sistemi infrastrutturali è stata evidenziata da terremoti recenti, che hanno altresì reso drammaticamente chiaro il possibile impatto devastante della non utilizzabilità di reti infrastrutturali di varia natura, stradali in particolare, sull'organizzazione dei soccorsi e degli interventi di riparazione e ricostruzione e sulla ripresa economica dell'area colpita.

Gli effetti catastrofici sull'ambiente naturale ed urbano conseguenti a danni significativi subiti da grandi impianti industriali possono essere facilmente immaginati; peraltro tali evenienze sono molto probabili considerata la pericolosità intrinseca di numerosi processi industriali e la vulnerabilità di strutture costruite in assenza di norme specifiche.

Stato delle conoscenze

Lo studio della vulnerabilità sismica delle reti e delle grandi opere infrastrutturali esistenti è stato sinora sottovalutato dal mondo della ricerca nazionale e, spesso, anche da quello internazionale. Non esistono ad esempio studi sistematici sui grandi complessi industriali, sulle grandi reti di distribuzione, sulle opere marittime.

Nei fatti, sono disponibili solo alcuni studi nel settore delle reti elettriche e delle reti viarie (cfr. PE 97 e 98), con carattere preliminare e non conclusivo. In particolare, con riferimento ai sistemi viari, è disponibile un'ampia letteratura sulle opere d'arte di nuova costruzione, mentre per quanto riguarda le opere d'arte già realizzate esistono riferimenti americani (a seguito del terremoto di Northridge) e giapponesi (a seguito del terremoto di Kobe). In Italia sono state studiate alcune tipologie di ponti (a travata, con travi appoggiate), mentre altri sistemi, sebbene ampiamente diffusi sul territorio, non sono stati ancora oggetto di studi sistematici (ad esempio, i ponti ad arco).

Analogamente, in Italia ed all'estero, non è stato mai affrontato lo studio sistematico degli effetti indotti da eventi sismici sull'ambiente fisico, finalizzato alla loro incidenza sulla salvaguardia delle reti e delle grandi opere infrastrutturali. Lo stato delle conoscenze su questo tema è limitato ed, in qualche misura, differente a seconda che si ragioni di subsidenza locale, crolli in roccia, scorrimenti e colate in terreni o sistemi di terreni e rocce ovvero liquefazione.

Obiettivi e prodotti

Il progetto dovrà prevedere lo sviluppo di strumenti immediatamente utilizzabili per la valutazione della risposta attesa e del rischio sismico di reti e opere infrastrutturali e dell'ambiente fisico, per la predisposizione di scenari post-sisma in termini di funzionalità e sicurezza delle infrastrutture e per la scelta di possibili interventi di adeguamento. è importante lo sviluppo di linee guida a carattere pre-normativo.

Dovranno essere specificatamente indicati dai proponenti le modalità di archiviazione proposte per gli inventari, i supporti informatici con i quali si intendono sviluppare eventuali programmi di calcolo, l'utilizzabilità specifica di ogni strumento prodotto.

Articolazione del tema

I progetti proposti dovranno prevedere lo sviluppo di metodi che consentano di valutare il rischio sismico di reti infrastrutturali e delle opere d'arte in esse inserite con riferimento alla realtà del territorio italiano. Sarà necessario censire gli effetti di terremoti recenti sull'ambiente fisico classificando i principali casi, anche in considerazione della interazione con opere e sistemi infrastrutturali, in termini di subsidenza, frane, liquefazione, ecc. . Allo stesso tempo, andranno censite le principali reti infrastrutturali ed opere d'arte. Potranno così essere predisposti scenari esemplificativi del danno atteso, a livello della singola rete infrastrutturale e/o opera d'arte a scala urbana, regionale e nazionale.

Il progetto dovrà anche esaminare e valutare i possibili interventi di adeguamento e riqualificazione sismici. Così come dovranno essere analizzate le possibili conseguenze sull'ambiente circostante, sulle opere di soccorso e sulla ricostruzione post-sismica.

A titolo esemplificativo, il progetto potrà prendere in esame i seguenti aspetti: rilevanza della propagazione delle onde sulla risposta sismica; effetti locali; meccanismi di danno ed instabilità geotecnica dell'ambiente fisico; meccanismi di danno e collasso delle strutture portanti; valutazione dei fattori di rischio conseguente (incendio, esplosione, contaminazione, ecc.); valutazione dell'efficacia di metodi di rinforzo e di isolamento strutturale; valutazione probabilistica del rischio. Potranno essere utilizzati metodi numerici e sperimentali, in funzione dello stato dell'arte e della pratica.

Il tema è articolato in dieci sottotemi, che comprendono aspetti di catalogazione di reti ed effetti sismici sull'ambiente fisico (1, 2); aspetti di caratterizzazione specifica del moto in relazione alle caratteristiche delle opere esaminate (3); aspetti di modellazione: dei sistemi di terreni e rocce (4, 5), dell'interazione terreno-struttura (6), degli elementi e sistemi strutturali (7), delle reti infrastrutturali complesse (8); aspetti di valutazione probabilistica del rischio (9) ed aspetti connessi alla scelta ed alla valutazione di metodi di adeguamento e mitigazione del rischio (10).

Articolazione dei sottotemi


3.1 Inventari di opere e sistemi infrastrutturali

Si prevede la catalogazione, quanto più possibile estesa, di opere e sistemi infrastrutturali, con la creazione di una banca dati accessibile. I dati caratterizzanti ciascuna opera devono essere definiti a priori, in modo da consentire valutazioni preliminari di potenziale vulnerabilità, peraltro non comprese nel tema. Segue un elenco esemplificativo, non limitativo, delle opere da considerare.

3.2 Catalogazione, classificazione ed inventario degli effetti indotti sull'ambiente fisico

Il tema è del tutto analogo al precedente, con la sola differenza connessa agli oggetti di catalogazione, elencati in modo esemplificativo nel seguito.

3.3 Aspetti specifici del moto atteso

Il rischio sismico di grandi opere infrastrutturali può essere influenzato in modo significativo da aspetti del moto comunemente trascurati nel caso degli edifici. Ad esempio possono essere considerati i temi seguenti.

3.4 Caratterizzazione meccanica dei terreni e delle rocce in condizioni sismiche e post-sismiche

Anche per quanto attiene alle caratteristiche geotecniche dei terreni l'analisi di rischio delle infrastrutture può richiedere lo studio di aspetti specifici, spesso trascurati nel passato. Come indicato nel seguito, il tema prevede la caratterizzazione sperimentali di terreni in alcuni casi specifici e l'estensione dei risultati ottenuti a più ampie aree territoriali, con la creazione di banche dati analoghe a quelle previste nei temi 1 e 2.

3.5 Modelli di risposta dell'ambiente fisico e loro validazione

Il tema prevede la formulazione e la validazione di modelli di risposta per fenomeni caratterizzanti il comportamento sismico dell'ambiente fisico, ai fini di valutazioni di vulnerabilità e rischio. Valutazioni specifiche di vulnerabilità e l'eventuale predisposizione di mappe a varia scala sono da intendersi comprese nel tema. Esempi dei fenomeni da considerare sono elencati nel seguito.

3.6 Modelli di interazione terreno-struttura e loro validazione

Il tema è analogo al precedente, riferendosi ad aspetti specifici di interazione terreno-struttura, come indicato negli esempi seguenti.

3.7 Modelli di risposta per elementi ed opere e loro validazione

Il tema comprende la formulazione e validazione di modelli per la valutazione della vulnerabilità di singole opere infrastrutturali, eventualmente comprese in reti. I modelli potranno riferirsi a singoli elementi strutturali, ma dovranno prevederne l'integrazione in modelli globali. Come nei due temi precedenti, eventuali valutazioni specifiche di vulnerabilità predisposizione di mappe sono comprese nel tema. Seguono esempi delle opere da considerare.

3.8 Modelli di risposta di reti e sistemi territoriali

Il tema è analogo al precedente, ma si riferisce e sistemi di opere collegate in rete. Sono quindi specificamente inclusi gli aspetti connessi a percorsi alternativi o alla ridondanza delle connessioni. I modelli da considerare hanno carattere di reti a nodi piuttosto che di modelli meccanici. Ad esempio, possono essere presi in esame i sistemi seguenti.

3.9 Valutazioni deterministiche e probabilistiche della sicurezza di opere e sistemi

Le valutazioni di vulnerabilità di cui ai quattro punti precedenti hanno in generale carattere deterministico. Valutazioni di rischio non possono prescindere da valutazioni di affidabilità delle valutazioni risultanti, basate sull'aleatorietà del moto atteso, delle caratteristiche delle infrastrutture e dei metodi di stima delle risposta. Il tema prevede l'esame di questi aspetti, con l'eventuale predisposizione di mappe a diversa scala. Vanno quindi trattati i punti seguenti.

3.10 Tecniche innovative di intervento per la riduzione della vulnerabilità

Il tema prevede lo sviluppo e la valutazione critica di tecniche di intervento innovative per la riduzione della vulnerabilità e del rischio. Le tecniche da prendere in esame devono ovviamente essere particolarmente orientate al caso delle opere infrastrutturali. L'ampiezza e la potenziale eterogeneità del tema rende inevitabile una trattazione non necessariamente organica di tipi di intervento specifici, di cui sono dati alcuni esempi nel seguito.

 

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TEMA 4: STRATEGIE PER LA RIDUZIONE DEL RISCHIO SISMICO

Premessa e stato delle conoscenze

La riduzione del rischio sismico rappresenta il coronamento degli studi e delle ricerche nel settore e la nuova frontiera di un impegno a livello anche politico e sociale: per questo tale tema riveste valore strategico.

In tale settore confluiscono molti aspetti disciplinari, di cui molti non a carattere propriamente tecnico, quali ad esempio l'aspetto giuridico-amministrativo ed economico-finanziario, per non parlare della corretta informazione, dell'educazione della popolazione al terremoto e di quanto altro ancora rappresenti oggi, nei differenti aspetti di risposta ad un evento sismico, un elemento utile alla difesa dai terremoti.

Tale settore, individuato finalmente in maniera globale, è di recente concezione per cui non esistono ancora apporti sistematici di studi che offrano una visione coordinata ed unitaria del problema; tuttavia si presenta oggi in forte crescita, soprattutto dopo l'attribuzione di importanti competenze in materia alle regioni, con la legge n. 122/98, e dopo recenti eventi sismici che hanno accentuato la "sensibilità" della popolazione a prevenire non solo effetti di danno sugli edifici, ma ogni altro effetto negativo che subisce la comunità dopo un evento sismico.

Obiettivi e Prodotti

Gli obiettivi che si vogliono raggiungere nell'articolare in sottotemi il tema delle strategie per la riduzione del rischio sismico, sono necessariamente molto diversi tra loro, e vanno dall'apporto necessario ad una corretta pianificazione urbanistica allo studio e proposizione di procedure giuridico-amministrative ed economico-finanziarie (comprendendo anche proposte nel settore della assicurazione di beni a fronte del rischio sismico).

Il quadro delle strategie di riduzione del rischio viene completato individuando come obiettivi e prodotti lo studio e le applicazioni di metodi di "allarme sismico" e l'aspetto fondamentale di una corretta informazione alla popolazione e l'educazione sistematica alla prevenzione del rischio sismico.

Date le caratteristiche sopra esposte, sono comuni a tutti i prodotti i requisiti di facile trasferibilità dei risultati, sia attraverso rapporti di studi e ricerche nei singoli casi. Vengono richieste mappe, elenchi, documenti scritti e proposte operative; è peraltro fondamentale requisito che molti prodotti siano facilmente utilizzabili anche da non "addetti ai lavori", quindi con linguaggio comprensibile ed esempi illustrativi.

Articolazione del progetto

Il tema è articolato in quattro sottotemi. I primi due riguardano essenzialmente ricerche su aspetti giuridico amministrativi, sulla elaborazione di modelli per l'allocazione ottimale delle risorse e sul trasferimento di criteri per la riduzione del rischio sismico in strumenti pianificatori. Infine gli ultimi due temi si riferiscono alla fattibilità dell'adozione sul territorio nazionale di procedure di allarme sismico e alla messa a punto di metodologie innovative per la sensibilizzazione e l'educazione della popolazione al rischio sismico.

Articolazione dei sottotemi


4.1 Supporti alla pianificazione

L'articolazione di questo sottotema risponde alla necessità di trasferire contenuti e criteri di difesa e riduzione del rischio sismico in strumenti pianificatori ai vari livelli (piani territoriali di coordinamento, piani regolatori, piani attuativi, ecc.) ed in pre-normative; inoltre introduce il tema dei piani di emergenza, che va affrontato anch'esso con il dovuto rigore scientifico.

4.2 Analisi e proposizione di procedure giuridico-amministrative ed economico-finanziarie.

Il sottotema riguarda altri obiettivi strategici di riduzione del rischio: l'aspetto giuridico-amministrativo, che tratta procedure tecnico-amministrative o giuridico-amministrative da adottare sia in fase di prevenzione che a seguito di eventi: basti pensare che oggi si dispone di modelli procedurali, adottati nei vari post-eventi sismici, molto diversi tra loro; l'aspetto economico finanziario mette in primo piano gli aspetti delle risorse economiche e di tutti i possibili "benefits" finalizzati ad interventi di prevenzione, affrontando anche il problema del rischio assicurativo per la copertura dei danni conseguenti al sisma. Inoltre riguarda altri aspetti di fondamentale importanza, quali la definizione di macro-indicatori economici e l'allocazione ottimale di risorse finanziarie, nella ipotesi che la prevenzione sismica trovi giusta collocazione nelle leggi finanziarie dello Stato.

4.3 Fattibilità e progettazione di metodologie di allarme sismico in Italia.

Tale argomento, di particolare novità, riguarda le potenzialità ai fini di protezione civile delle metodologie di "allarme sismico": l'avviso di un evento, pur se in un intervallo di pochi secondi, può essere tuttavia di fondamentale importanza per la disattivazione automatica del funzionamento di impianti e sistemi a rischio.

4.4 Metodologie innovative per l'informazione ed educazione.

Tale argomento riguarda la messa a punto di precise strategie sia per la corretta informazione alla popolazione (ad esempio il ruolo dell'informazione attraverso la stampa) ed inoltre l'educazione sistematica della popolazione alla prevenzione dal rischio sismico.

 

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MOBILITA' DEI RICERCATORI

 

La partecipazione, soprattutto dei giovani ricercatori, a programmi di ricerca internazionali di interesse per il progetto nei quali siano o meno coinvolti gli enti italiani è uno strumento irrinunciabile per la crescita della comunità nazionale. Perché possano avere un adeguato ritorno in termini di formazione, queste partecipazioni non devono essere sporadiche o di breve durata, ma devono coinvolgere una frazione significativa del progetto stesso. E` previsto quindi un fondo da destinare a borse di studio da elargire a giovani ricercatori (età inferiore ai 35 anni) per periodi non inferiori ai 2 anni.

 

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DIRETTIVE PER LA FORMULAZIONE DELLE PROPOSTE DI PROGETTO

 

Si consiglia di presentare progetti interdisciplinari che coprano un intero tema o diversi sottotemi come specificato in dettaglio qui di seguito.

Le proposte di finanziamento dovranno preferibilmente prendere in esame l'intero spettro del tema. Allo scopo di garantire un miglior coordinamento interno al progetto si raccomanda che la squadra proponente sia costituita da un numero non elevato di gruppi di ricerca e di strutture (sedi universitarie, enti o società) seguendo le indicazioni riportate nella tabella 1.

 

 

TABELLA 1

 

Tema

# min sotto-temi

# max gruppi di ricerca

# max di strutture

1

5

8

4

2

4

10

6

3

5

10

6

4

1

5

5

 

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FACSIMILE DEI MODULI PER LA PROPOSTA DEI PROGETTI

GRUPPO NAZIONALE PER LA DIFESA DAI TERREMOTI
PROGRAMMA QUADRO 2000񮖢
PROPOSTA DI PROGETTO COORDINATO

1. TEMA DI RICERCA

2. TITOLO DEL PROGETTO

3. DURATA DEL PROGETTO

4. INFORMAZIONI GENERALI SUL GRUPPO PROPONENTE

4.1 COORDINATORE SCIENTIFICO DEL PROGETTO (Cognome, nome, qualifica, Ente, indirizzo, telefono, fax, e-mail):

4.2 CURRICULUM VITAE DEL COORDINATORE con le pubblicazioni più significative pertinenti il Progetto (max 10; non inviare estratti) e la sua partecipazione ad altri Progetti di ricerca in corso.

4.3 ELENCO DELLE UNITA' DI RICERCA PARTECIPANTI AL PROGETTO: Responsabile scientifico, qualifica, Ente, mesi uomo complessivi dedicati al Progetto dal personale di ciascuna Unità di Ricerca

4.4 SCHEDA DELLE UNITA' DI RICERCA: Responsabile Scientifico, Ente, indirizzo, telefono, fax, e-mail, Curriculum del responsabile scientifico, nome, qualifica e afferenza dei partecipanti, altri progetti in corso, mesi uomo dedicati al Progetto, pubblicazioni più significative dei partecipanti pertinenti al Progetto (max 10 per Unità di Ricerca; non inviare estratti)

5. DESCRIZIONE DEL PROGETTO

5.1 OBIETTIVO DEL PROGETTO (max 20 righe)

5.2 STATO ATTUALE DELLE CONOSCENZE (max 2 pagine)

5.3 DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA DI RICERCA (max 3 pagine)

5.4 ARTICOLAZIONE DEL PROGETTO ED ORGANIGRAMMA (max 5 pagine)

Il progetto deve essere suddiviso in obiettivi parziali, o tasks, ciascuno affidato ad un responsabile scientifico. Per ogni task devono essere indicati gli obiettivi finali e i punti di verifica annuali. Deve essere inoltre indicato il contributo di ogni Unità di Ricerca e il coordinamento con le altre Unità di Ricerca.

5.5 TABELLA DEI RISULTATI ATTESI E SCADENZE ANNUALI

6. COSTI

Indicare i costi annuali per ciascuna Unità di Ricerca e i Costi totali del Progetto, suddivisi nelle seguenti Categorie:

* * * * *

SUGGERIRE I NOMI DI TRE REFEREE ITALIANI E TRE REFEREE STRANIERI, PREFERIBILMENTE EUROPEI (Cognome, Nome, Ente, Indirizzo, Tel., Fax, e-mail)

Si fa rilevare che:

#Il coordinatore scientifico non può essere coordinatore di più di un progetto GNDT, e può partecipare al massimo ad un altro progetto GNDT;
#ogni componente di Unità di Ricerca può partecipare al massimo a due progetti GNDT.

Qualora il progetto venga approvato, il proponente si impegna:

1.        a mettere a disposizione dell'Ente finanziatore i dati ed i risultati acquisiti alla fine del Progetto;

2.        a mettere a disposizione dell'Ente finanziatore i dati ed i risultati acquisiti in qualsiasi momento gli vengano richiesti;

3.        a raccordarsi con gli organi direttivi del GNDT e con la Commissione Grandi Rischi su ogni questione avente implicazioni di protezione civile.

 

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GRUPPO NAZIONALE PER LA DIFESA DAI TERREMOTI
FRAMEWORK PROGRAM 2000񮖢
COORDINATED PROJECT PROPOSAL

1. RESEARCH AREA

2. PROJECT TITLE

3. PROJECT DURATION

4. GENERAL INFORMATION ABOUT THE PROPONENT

4.1 SCIENTIFIC COORDINATOR OF THE PROJECT (Name, position, affiliation, address, telephone, fax, e-mail)

4.2 CURRICULUM VITAE OF THE COORDINATOR including the most relevant publications pertaining to the project (max 10; reprints must not be included) and his/her participation to other projects.

4.3 LIST OF THE RESEARCH UNITS: Scientist Responsible, position, affiliation, total man/months dedicated to the Project by the personnel of each Research Unit.

4.4 INFORMATION ON INDIVIDUAL RESEARCH UNITS: Scientist Responsible, Institution, address, telephone, fax, e-mail, curriculum of the scientist responsible, name, position and affiliation of the participants, participation to other projects, man/months dedicated to the project, most relevant publications of the participants pertaining to the project (max 10 for each Research Unit; reprints must not be included).

5. DESCRIPTION OF THE PROJECT

5.1 OBJECTIVE OF THE PROJECT (max 20 rows)

5.2 STATE OF THE ART (max 2 pages)

5.3 DESCRIPTION OF THE RESEARCH (max 3 pages)

5.4 MANAGEMENT AND ORGANIZATION STRUCTURE OF THE PROJECT (max 5 pages)

The project should be divided in tasks, each entrusted to a scientist responsible. The description of each task must include final objectives and milestones. Moreover, the contribution of each Research Unit and the coordination among the Units must be highlighted.

5.5 TABLE OF THE RESEARCH OBJECTIVES AND ANNUAL MILESTONES

6. COSTS

Describe the costs of each Research Unit (per year), and the total cost of the Project, according to the following scheme:

* * * * *

SUGGEST THREE ITALIAN AND THREE FOREIGN REFEREES (Possibly european):
Name, Affiliation, Tel., Fax, e-mail.

Please note:

#The coordinator can coordinate only one GNDT project, and can also participate to another GNDT project only.
#Each partner cannot participate to more than two GNDT projects.

If the project will be approved, the proponent group will agree:

1.        to make data and results of the project available to the financially supporting Institution the at the end of the Project;

2.        to make data and results of the Project available to the financially supporting Institution when requested;

3.        to agree with the GNDT scientific Commitee and "Commissione Grandi Rischi" upon any matter having Civil Defence implication.

 

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MODALITA' DI PRESENTAZIONE DEI MODULI

 

Gli originali dovranno essere firmati dal Coordinatore e dal Direttore del suo Ente di appartenenza.

Le schede delle Unità di Ricerca dovranno essere firmate dal Responsabile Scientifico e dal Direttore del suo ente di appartenenza.

I moduli dovranno essere prodotti su supporto cartaceo.

Un originale + due copie in lingua italiana e un originale + due copie in lingua inglese.

dovranno pervenire per posta, entro e non oltre il 20 ottobre 1999 al seguente indirizzo:

Dipartimento per la Protezione Civile
Via Ulpiano, 11
00193 ROMA
Att.ne: Dott. Enrico Giorgetti
(Tel: 06 - 6820311)

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ALLEGATO: CRITERI PER LA VALUTAZIONE DEI PROGETTI SUGGERITI ALLA COMMISSIONE DI VALUTAZIONE


Suggeriamo alla Commissione di inviare ciascun progetto ad almeno due referees,di cui uno non italiano.
I parametri di valutazione da adottare devono accertare i seguenti requisiti:

1.        La qualità scientifica e l'aspetto innovativo del Progetto;

2.        L'esperienza e la competenza scientifica del coordinatore e delle singole unità di ricerca.

3.        L'attinenza del Progetto al Programma Quadro. 4.La multidisciplinarietà del Progetto.

I parametri adottati dalla EU e dal MURST per i progetti di rilevante interesse nazionale (PRIN) sono adeguati all'accertamento dei requisiti su menzionati e possono essere utilizzati anche nel nostro caso con leggere modifiche, come suggerito qui di seguito.

1.        Attinenza la Programma Quadro

2.        Qualità del Progetto

a.        Chiarezza e realizzabilità degli obiettivi nei tempi indicati;

b.        Conoscenza dello stato dell'arte;

c.        Contributo innovativo del Progetto;

d.        Adeguatezza e completezza delle metodologie proposte rispetto all'obiettivo da raggiungere;

e.        Credibilità e verificabilità dei risultati attesi alle scadenze annuali;

f.         Prodotti previsti.

3.        Affidabilità del gruppo proponente

a.        Competenza e capacità di leadership del Coordinatore scientifico;

b.        Competenza tecnica e scientifica di ogni singola Unità di ricerca;

4.        Congruità dei costi previsti.

Viene raccomandato che per i progetti validi qualitativamente da un punto di vista globale, ma non rispondenti a qualcuno dei parametri sopra riportati, venga adottata la prassi della contrattazione diretta con il Responsabile Scientifico per una ridefinizione del Progetto stesso.


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