TERREMOTO MOLISE 2002 |
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Attività svolte in fase di emergenza e post-emergenza |
Gruppo storico-artistico |
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testi a cura di |
Simonetta Isgrò Claudia Palazzetti Valentina Palma Valentina Valerio |
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editing a cura di |
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Presentazione |
Il Gruppo di Ricerca Storico Artistica (Gristar, composto da Simonetta Isgrò, Claudia Palazzetti, Valentina Palma, Valentina Valerio) dal 1997 si occupa del patrimonio storico-artistico in aree a rischio sismico. In particolare, ha collaborato alle attività dell'Ufficio del Vice Commissario per i Beni Storico-Artistici delle Marche danneggiati dal terremoto del 26 settembre 1997, dalla prima emergenza fino alla ricostruzione. Dal 1997 collabora con il GNDT in progetti di ricerca finalizzati allo studio della vulnerabilità degli apparati decorativi di interesse storico-artistico. Dal 15 novembre 2002 la Gristar è impegnata presso il C.O.M. di Larino con un duplice obiettivo: sviluppare e approfondire la ricerca nel proprio settore, ancora poco indagato, e supportare le attività per la gestione dell'emergenza coadiuvando i funzionari di Soprintendenza. |
Attività svolta |
Il rilevamento dei danni ai beni storico-artistici è stato effettuato attraverso un tracciato schedografico già impostato nell'ambito del progetto triennale G.N.D.T. “Analisi di scenario nella Liguria occidentale e soluzioni per la conservazione dei centri storici” coordinato dal Prof. S. Lagomarsino. Questa occasione si è rivelata quindi preziosa per il testaggio e la messa a punto di uno strumento elaborato in sede teorica. La Scheda Apparati Decorativi, finalizzata alla restituzione completa, ma speditiva, della consistenza e della distribuzione dei beni all'interno di un edificio, si basa sulla scomposizione in porzioni di questo, avvalendosi anche della ripresa fotografica digitale. Il metodo di rilevamento, rispondendo ad esigenze di velocità e organicità, restituisce l'insieme “edificio - beni contenuti” come organismo complesso di sistemi di vulnerabilità. Il modello è stato testato su 42 chiese danneggiate nei comuni di Ripabottoni, S. Giuliano di Puglia, S. Croce di Magliano, Morrone, Bonefro, Casacalenda, Limosano, Larino, Montorio nei Frentani (CB), portando alla costituzione di un archivio cartaceo e di un archivio fotografico di 620 immagini (foto n. 2dž, 7, 9, 11, 13, 14, 16ᆦ, 20, 22, 27ᆱ, 31, 33ᇁ). L'esistenza di un archivio relativo al trasferimento dei beni mobili, predisposto dai volontari di Legambiente contestualmente alle operazioni di sgombero sulla base della scheda approntata dal Ministero dei Beni Culturali e dal Dipartimento della Protezione Civile, ha evidenziato la necessità di documentare in maniera sistematica gli interventi di messa in sicurezza dei beni mobili, integrando le informazioni con i dati del rilevamento danni. L'obiettivo è quindi la creazione di un database Access, in parte già approntato, che permetta la correlazione delle informazioni sullo stato degli apparati decorativi di ciascun edificio danneggiato e sui pronti interventi effettuati (rimozioni, smontaggi e protezioni in loco), corredate da immagini. A tal fine sarà preliminarmente necessario informatizzare l'archivio cartaceo di Legambiente, dettagliando i dati dimensionali, tipologici e la localizzazione specifica. La ricaduta metodologica di questa parte delle attività sarà rappresentata da un database strutturato per la gestione delle informazioni relative agli apparati decorativi in tutte le fasi del post-sisma, dall'emergenza alla ricostruzione, corredato da un manuale di istruzioni per la compilazione delle schede.
Parallelamente a questo lavoro di ricerca, il Gruppo, di concerto con la funzionaria della Soprintendenza di settore Dott.ssa Catalano, ha seguito le seguenti attività del C.O.M. di Larino:
Coordinamento delle operazioni di sgombero dei beni mobili a rischio dalle chiese danneggiate, effettuate dai volontari di Legambiente. In un primo momento i beni sono stati ricoverati presso un deposito centrale, che però ha in breve tempo esaurito la sua capienza. E' stato quindi necessario limitare questo tipo di operazioni, ricorrendo in alternativa a trasferimenti interni agli stessi edifici o in piccoli depositi provvisori nei territori comunali (foto n. 12, 19, 23, 30, 46).
Recupero di frammenti di dipinti murali di volte interessate da crolli (chiese di S. Maria delle Rose a Bonefro e di S. Onofrio a Casacalenda) (foto n. 5, 6, 9,10).
Integrazione della documentazione di sopralluogo già prodotta (Scheda Ministero Beni Culturali - Dipartimento Protezione Civile) con le informazioni sugli apparati decorativi (compilazione delle sezioni A12 e A26).
Resoconto strutturato di tutte le attività relative ai beni storico-artistici, coordinate dal C.O.M. tramite foglio Excel, con segnalazione dei sopralluoghi effettuati e da effettuare, delle operazioni di protezione e di trasferimento effettuate o richieste, dei depositi individuati e di particolari situazioni di rischio da monitorare.
Avvio dell'attività di monitoraggio dei cantieri, di concerto con la funzionaria di Soprintendenza competente per i beni storico-artistici e con il funzionario responsabile dei beni architettonici, verificando la compatibilità delle operazioni di messa in sicurezza dell'edificio con la salvaguardia degli apparati decorativi rimasti in loco, segnalando i beni sottoposti a rischio di danneggiamento e programmando gli interventi di rimozione o protezione in loco. La dettagliata segnalazione di particolari situazioni di danno e di rischio, le incongruenze di alcuni interventi, gli interventi di rimozione o protezione effettuati dal Gruppo sono stati segnalati attraverso verbali o relazioni protocollate dal C.O.M. ed inviate alla Soprintendenza competente.
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Conclusioni |
L'esperienza sul campo ha messo in luce con drammatica urgenza la questione delle protezioni in loco dei beni fissi e di quelli difficilmente amovibili, aperta dalla mancata concertazione degli interventi di messa in sicurezza tra gli architetti e gli storici dell'arte della Soprintendenza. All'attivazione dei cantieri all'interno degli edifici non è infatti corrisposta una adeguata pianificazione delle protezioni e dei trasferimenti necessari per scongiurare i rischi di cantiere. Il monitoraggio effettuato nei cantieri già attivati ha messo in luce la scarsa attenzione alla problematica da parte dei direttori dei lavori e la mancanza di specifici protocolli operativi. L'esperienza maturata in Molise potrebbe costituire la base conoscitiva per l'elaborazione, in collaborazione con altre figure professionali, di un manuale tecnico procedurale per la protezione e messa in sicurezza di particolari tipologie di beni fissi (es. organi, macchine d'altare, cori, pulpiti) o difficilmente amovibili per conformazione tipologica, materica, dimensionale o per la tenacia del vincolo che li ancora alle strutture (foto n. 1, 8, 15, 21, 24ᆮ, 32, 45). |
foto dal n.1 al n.9 |
foto dal n.28 al n.36 |
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foto dal n.37 al n.46 |