3. ISTRUZIONI ALLA COMPILAZIONE DELLA SEZIONE 3 : TIPOLOGIA
3.1 Premesse e istruzioni generali
3.1 Premessa e istruzioni generali
La sezione 3 della scheda si propone quale obiettivo principale quello di indirizzare il rilevatore verso una conoscenza approfondita del manufatto, all'interno di un percorso guidato di analisi in grado di orientare verso il giudizio finale di agibilità, evidenziando indicatori di vulnerabilità, che possono condizionare la riposta della struttura all'azione sismica. I due livelli di grigio utilizzati oltre allo sfondo bianco delle caselle sottolineano vulnerabilità progressivamente crescenti.
Riguardo alla compilazione della sezione, valgono le seguenti indicazioni generali, che integrano quelle riportate nelle note esplicative sulla compilazione riportate nella pagina 4 della scheda. A queste seguiranno più puntuali indicazioni nei paragrafi 3.2 e 3.3 rispettivamente per edifici in muratura e per gli edifici realizzati con altri materiali; nel § 3.5 verranno date infine indicazioni per la compilazione della tabella relativa alla copertura dell'edificio.
L'ispezione va preceduta, se possibile, da un'intervista ai tecnici locali e al proprietario dell'immobile al fine di reperire informazioni di carattere generale, quali l'età di costruzione, i materiali impiegati, le tipologie strutturali, eventuali modifiche e/o ampliamenti subiti nel corso degli anni, dissesti sui terreni di fondazione, etc.
Solo qualora né l'indagine in situ, né le informazioni raccolte siano sufficienti all'identificazione delle tipologie costruttive verticali ed orizzontali, il tecnico rilevatore potrà utilizzare il campo non identificate previsto nella scheda.
La sezione 3 è, relativamente agli edifici in muratura, di tipo multiscelta con un massimo di 2 opzioni da riferire alle situazioni ritenute più significative dal punto di vista volumetrico. Quindi per gli edifici in muratura si possono segnalare due combinazioni di strutture orizzontali e verticali prevalenti, accoppiando in ogni caso le pareti di uno o più piani al loro solaio di copertura: ad esempio: volte senza catene e muratura in pietrame al 1° livello (2B) e solai rigidi (in c.a.) e muratura in pietrame al 2° livello (6B). Si osservi che non viene registrato nella scheda il numero di piani cui l'accoppiamento si riferisce. E' opportuno utilizzare la doppia scelta solo se entrambi gli accoppiamenti compaiono con estensione significativa; non va pertanto registrato un secondo accoppiamento che riguardi una parte marginale dell'edificio.
La muratura è distinta in due tipi in ragione della qualità (materiali, legante, realizzazione) e per ognuno è possibile segnalare anche la presenza di cordoli o catene se sono sufficientemente diffusi.
I solai sono distinti in deformabili, semirigidi e rigidi nel loro piano medio. Normalmente i solai in c.a. vengono considerati rigidi, quelli in putrelle e tavelloni semirigidi, quelli in putrelle e voltine o in legno sono deformabili se non è stata realizzato un irrigidimento, nel qual caso potrebbero intendersi rigidi o semirigidi, in base al livello di collegamento tra gli elementi.
Vanno anche rilevati:
in colonna F l'eventuale presenza di pilastri isolati, siano essi in c.a., muratura, acciaio o legno;
in colonna G la presenza di strutture portanti verticali miste muratura e calcestruzzo armato (più in generale muratura e strutture intelaiate);
in colonna H la presenza di muratura armata o rinforzata, durante la costruzione originaria dell'edificio o in occasione di precedenti riparazioni o adeguamenti antisismici.
Gli edifici si considerano con strutture intelaiate di c.a. o d'acciaio, se l'intera struttura portante fuori terra è in c.a. o in acciaio. Strutture portanti verticali miste (muratura - telai) vanno indicate nell'apposita colonna G della parte Muratura: ad esempio, se la struttura intelaiata è limitata ad un piano mentre la parte sottostante è in muratura, si barrerà la casella G1 (c.a. o altre strutture intelaiate su muratura); se la struttura intelaiata e la muratura sono allo stesso livello si barrerà la casella G3 (muratura mista a c.a. in parallelo agli stessi piani).
Per le strutture intelaiate le tamponature sono irregolari quando presentano dissimmetrie in pianta e/o in elevazione o sono in pratica completamente assenti in un piano in almeno una direzione.
3.2 Edifici in muratura
3.2.1 Strutture verticali e Abaco delle murature
La scheda, tenendo conto del materiale utilizzato e della sua tessitura nel paramento, della qualità del legante e delle modalità costruttive, prevede una distinzione delle strutture in muratura in due classi:
Muratura di tipo I : a tessitura irregolare e di cattiva qualità :
Questo tipo di muratura di pietra naturale manifesta un comportamento sfavorevole caratterizzato da:
elevata vulnerabilità per azioni fuori del piano, con tendenza allo scompaginamento ed allo sfaldamento dell'apparecchio murario, anche per instabilità, sotto carichi verticali, dei singoli paramenti mal collegati o non collegati; tale circostanza si verifica in genere anche in condizioni di vincolo ottimale agli orizzontamenti;
scarsa resistenza per azioni nel piano, a causa sia della scarsa resistenza intrinseca dei materiali, ed in particolare della malta, sia per lo scarso attrito che può svilupparsi tra gli elementi lapidei, in relazione alla configurazione dell'apparecchio murario.
Muratura di tipo II : a tessitura regolare e di buona qualità
Questo tipo di muratura di pietra naturale o artificiale manifesta un comportamento favorevole caratterizzato da:
bassa vulnerabilità per azioni fuori del piano, sempre che la parete sia correttamente vincolata superiormente ed inferiormente a solai rigidi o semirigidi, in grado di ridistribuire le azioni sismiche alle pareti parallele all'azione, con comportamento monolitico della parete;
media o elevata resistenza per azioni nel piano della parete, grazie alla resistenza intrinseca dei materiali, in particolare della malta, e/o per l'attrito che può svilupparsi tra i blocchi o gli elementi lapidei, in relazione alla configurazione regolare dell'apparecchio murario.
Allo scopo di guidare il rilevatore nel riconoscimento e nella corretta assegnazione della tipologia costruttiva viene proposta nelle Tabelle allegate una classificazione più dettagliata della muratura, che tiene conto della varietà di situazioni che caratterizzano il panorama costruttivo italiano.
Di essa viene fornita una documentazione grafica e fotografica organizzata attraverso abachi riepilogativi, nei quali, per ciascuna tipologia muraria, viene suggerita l'attribuzione ai tipi I e II previsti nella scheda.
Il suggerimento non vincola il rilevatore, il quale giudicherà in sito, sulla base della propria sensibilità ed esperienza, la più corretta attribuzione.
Un primo abaco (Tabella 3.2) propone una classificazione fondata sull'analisi del paramento esterno (I° livello di conoscenza), che è quanto di più facilmente riconoscibile dal rilevatore ad una prima analisi visiva della superficie esterna o interna non intonacata. Su tali basi la muratura viene classificata in tre grandi famiglie:
muratura irregolare (cod. A), costituita da elementi informi, che si possono presentare o come ciottoli di fiume, di piccole o medie dimensioni, levigati e con spigoli dalla forma decisamente arrotondata (provenienti dalle alluvioni o da letti di torrenti e fiumi) o come scapoli di cava, scaglie, etc., ovvero elementi di diversa pezzatura a spigoli vivi, generalmente in calcare o pietra lavica;
muratura sbozzata (cod. B), costituita da elementi sommariamente lavorati, dal taglio non perfettamente squadrato, che si presentano in forma pseudo - regolare o con orditura lastriforme di pietra detta a soletti;
muratura regolare (cod. C), realizzata con elementi dal taglio regolare perfettamente squadrato, quale viene consentito dal tufo e da talune pietre, nonché naturalmente dal laterizio.
In tutti i casi la tessitura può essere (codice CR) o non essere (codice SR) rinforzata con ricorsi di mattoni o pietre regolari con passo abbastanza costante (dello stesso ordine di grandezza dello spessore).
L'analisi del paramento esterno da sola può non essere sufficiente a distinguere una muratura di cattiva qualità (tipo I) da una di buona qualità (tipo II). Il gruppo di lavoro ha sottoposto l'abaco riportato in allegato al giudizio di tecnici e ricercatori con esperienza di osservazione del danno sismico gli edifici in muratura. Ne sono derivate le statistiche di classificazione riportate nella colonna Assegnazioni dell'abaco: è evidente la notevole incertezza particolarmente per quanto riguarda la muratura sbozzata (codice B).
E' pertanto opportuno acquisire ulteriori informazioni su:
la qualità della malta
la sezione muraria
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Sezione muraria con paramenti collegati da diàtoni (che attraversano tutto lo spessore murario) |
Sezione muraria con paramenti collegati da elementi che attraversano fino ai 2/3 dello spessore |
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Sezione muraria con paramenti collegati da listature di mattoni che attraversano tutto lo spessore murario |
Sezione piena di muro in pietra squadrata |
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Assonometria di un muro di mattoni a sezione piena a quattro teste |
Assonometria di un muro realizzato con due paramenti collegati tra loro da nervature trasversali |
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Fig. 3.1 - Pc : sezione a paramenti ben collegati o ad unico paramento (sezione piena) |
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Anche in funzione di queste ulteriori variabili, gli abachi allegati propongono, attraverso una tabella di attribuzione, la più probabile assegnazione del paramento osservato ai tipi I e II previsti nella scheda. Le incertezze di classificazione si riducono progressivamente, anche se in alcuni casi restano sensibili. In ogni caso si rinvia al giudizio finale del rilevatore la classificazione più opportuna.
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Sezione muraria a doppio paramento. Paramenti non collegati |
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Fig. 3.2 - Ps: sezione a paramenti con elementi scollegati o male ammorsati, come evidenziato da crolli rovinosi provocati da sisma. |
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Si riporta a titolo esemplificativo nella Fig. 3.3 una delle tabelle di attribuzione che negli abachi (Tabelle 3.3 e 3.4 per le murature irregolari; 3.5 per le murature sbozzate; 3.6 per le murature regolari) sono associate a ciascuna tipologia di paramento murario. La lettura della tabella consente di orientarsi nell'assegnazione ai tipi I e II della muratura che si sta analizzando; ciò sia nel caso in cui sia disponibile la sola informazione sulla malta (suggerimento riportato nel campo II° livello di conoscenza), sia nel caso in cui si riescano a rilevare contemporaneamente la qualità della malta ed il tipo di sezione muraria (suggerimento riportato nella campo III° livello di conoscenza). Anche con queste ulteriori informazioni restano comunque dei casi incerti, evidenziati negli abachi tramite la doppia classificazione: I/II).
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Fig. 3.3 - Esempio di attribuzione della classe di qualità della muratura in funzione del livello di conoscenza. |
3.2.2 Impalcati orizzontali e abaco delle tipologie di solai piani
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1 |
Non identificate |
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Volte senza catene |
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3 |
Volte con catene |
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4 |
Travi con soletta deformabile (travi in legno con semplice tavolato, travi e voltine, ...) |
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5 |
Travi con soletta semirigida (travi in legno con doppio tavolato, travi e tavelloni, ...) |
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6 |
Travi con soletta rigida ( travi in c.a., travi ben collegate a sdette di c.a., ...) |
Le strutture orizzontali non sono sempre identificabili; a tale scopo risultano utili elementi di guida al rilevatore, oltre all'intervista ai tecnici locali e/o al proprietario:
l'ispezione in locali non intonacati, quali cantine, piani interrati, etc;
l'analisi delle caratteristiche strutturali degli sbalzi (balconi, aggetti, pensiline)
Solo in caso di forti incertezze, il tecnico rilevatore potrà utilizzare il campo "non identificate".
Nella scheda si distinguono fondamentalmente le strutture orizzontali piane da quelle a volta, e nell'ambito di ciascuna di queste classi principali, si opera un'ulteriore distinzione in relazione alle caratteristiche che possono avere riflessi importanti sul comportamento d'insieme dell'organismo strutturale.
Per quanto riguarda gli orizzontamenti voltati, la distinzione fondamentale è tra:
volte senza catene: ossia strutture spingenti già sotto l'azione dei carichi verticali, che possono ulteriormente aggravare questa spinta per effetto dell'azione sismica, e portare dunque al collasso fuori del piano delle pareti;
volte con catene: ossia strutture la cui spinta viene eliminata o ridotta grazie alla presenza di catene ben ancorate, o viene contrastata da idonei speroni.
Per quanto riguarda le strutture piane (solai), la scheda distingue tre tipologie, in relazione alla loro deformabilità nel piano:
Travi con soletta deformabile
Travi con soletta semirigida
Travi con soletta rigida
Da un punto di vista operativo valgono le seguenti considerazioni.
Per solai deformabili si intendono solai in legno a semplice o doppia orditura (travi e travicelli) con tavolato ligneo semplice o elementi laterizi (mezzane), eventualmente finito con caldana in battuto di lapillo o materiali di risulta (gretonato); nonché solai in putrelle e voltine realizzate in mattoni, pietra o conglomerati. In entrambi i casi se è stata realizzato un irrigidimento, mediante tavolato doppio o, meglio ancora, soletta armata ben collegata alle travi, tali solai potrebbero intendersi rigidi o semirigidi, in base al livello di collegamento tra gli elementi.
Per solai semirigidi si intendono solai in legno con doppio tavolato incrociato eventualmente finito con una soletta di ripartizione in cemento armato; solai in putrelle e tavelloni ad intradosso piano; solai in laterizi prefabbricati tipo SAP senza soletta superiore armata.
Per solai rigidi si intendono solai in cemento armato a soletta piena; solai in latero-cemento con elementi laterizi e travetti in opera o prefabbricati, o comunque solai dotati si soletta superiore di c.a. adeguatamente armata, connessa a tutte le murature e connessa fra campo e campo.
Allo scopo di guidare il rilevatore nel riconoscimento della tipologia orizzontale viene proposta in Tabella 3.7 un abaco con una documentazione grafica ed iconografica delle tipologie previste nella scheda, in funzione della deformabilità dei solai nel piano orizzontale.
Si precisa infine che se l'unico orizzontamento è la copertura (come nel caso di edifici ad un solo piano), la tipologia dell'orizzontamento va descritta, oltre che nella tabella Copertura, anche nella relativa riga della tabella Strutture in muratura.
3.2.3 Strutture miste e rinforzate
Nella sezione 3 strutture in muratura, la scheda prevede la possibilità di indicare, in aggiunta alle informazioni precedenti:
La presenza di pilastri isolati (monoscelta; colonna F);
La presenza di una tipologia a struttura mista (colonna G) con 3 opzioni (multiscelta) che corrispondono a:
G1 : c.a. (o altre strutture intelaiate) su muratura
G2 : muratura su c.a. (o altre strutture intelaiate)
G3 : Muratura mista a c.a. (o altre strutture intelaiate)in parallelo sugli stessi piani
La presenza di muratura rinforzata con 3 opzioni (multiscelta) che corrispondono a:
H1: Muratura rinforzata con iniezioni o intonaci non armati
H2: Muratura armata o con intonaci armati
H3: Muratura con altri o non identificati rinforzi
L'esistenza di pilastri isolati va segnalata qualora si rilevi, in una costruzione a struttura portante in muratura o mista, la presenza di elementi isolati di scarico di qualunque tipologia, siano essi in cemento armato, muratura, acciaio o legno. In generale la presenza in edifici di muratura di concentrazioni di sforzi normali su pilastri, specialmente se conseguente a lavori di ristrutturazione, può essere indice di maggiore vulnerabilità per l'edificio.
Le strutture miste (campo G), invece, concordemente a quanto espresso dalla vigente normativa sismica, sono da considerarsi strutture fuori terra in muratura ordinaria o armata nelle quali siano stati inseriti elementi strutturali verticali di diversa tecnologia (cemento armato, acciaio, legno o altri materiali), cui è affidato il compito di sopportare almeno una parte dei carichi verticali. Tali strutture possono risultare in serie (G1, G2 ; su piani diversi) o in parallelo (G3) rispetto alle pareti di muratura. Casi tipici frequenti sono:
G1 - costruzioni di muratura che presentano il piano superiore interamente realizzato con struttura portante a telaio in cemento armato;
G2 - costruzioni di cemento armato che presentano una sopraelevazione a struttura portante in muratura (non previste da normativa);
G3 - costruzioni che, ad uno stesso livello, presentano la struttura verticale costituita in parte da pareti in muratura ed in parte da pilastri o pareti in cemento armato; il caso più frequente è quello di setti murari disposti lungo il perimetro del fabbricato e telai in cemento armato disposti all'interno).
Quando l'estensione della parte intelaiata è significativa, va compilata anche la sezione "Altre Strutture" con l'indicazione delle caratteristiche della struttura intelaiata.
Non necessariamente il carattere misto delle strutture verticali è sistematicamente indice di vulnerabilità, anche se spesso implica disomogeneità nella risposta strutturale e concentrazioni di sforzi causa di danno locale.
La presenza di rinforzi nelle pareti di muratura non è generalmente rilevabile a vista: peraltro quando interventi tipici siano stati realizzati in comprensori le informazioni sono ottenibili dai proprietari o dai tecnici locali. Si tratta generalmente di rinforzi eseguiti in sede di riparazione o adeguamento di edifici in muratura ordinaria tramite iniezione non armata (H1) o armata (H2) o placcaggio con paretine armate (H2) o anche compositi (H2), mentre poco diffusa è in Italia la muratura armata in fase di costruzione con barre di acciaio orizzontali e verticali (H2). Più complesso invece il giudizio sulla qualità dell'intervento: non sembra realistico ipotizzare in ogni caso che l'intervento sia stato sempre correttamente eseguito e quindi classificare di tipo II la muratura rinforzata. Se il rilevatore è in grado di accertare che l'intervento di rinforzo è stato ben eseguito, dichiarerà la(e) tipologia(e) prevalenti nelle colonne D o E anche se la muratura originaria fosse di tipo I.
3.3 Altre strutture
strutture a telaio in cemento armato;
strutture a pareti portanti in cemento armato;
strutture a telaio in acciaio.
Altre strutture (ad esempio quelle in legno) non sono previste nella scheda per la loro scarsa diffusione in Italia. Quando sono accoppiate a strutture in muratura, sono rilevabili e classificabili come strutture miste in colonna G.
Per le tre tipologie specificate, il rilevatore deve esprimere un giudizio globale sulla regolarità/irregolarità della costruzione.
Tale giudizio va sinteticamente indicato nei campi 1 (forma in pianta ed elevazione) e 2 (disposizione tamponature) della scheda.
Non viene specificato in questo caso l'accoppiamento con le strutture orizzontali di impalcato, che sono da supporre rigide nel loro piano; eventuali irregolarità al riguardo vanno annotate nella Sezione 9 della Scheda. Sempre nella Sezione 9 potranno essere annotate eventuali strutture non ricadenti in nessuna delle tipologie previste nella scheda.
Di seguito vengono fornite alcune indicazioni d'ausilio all'interpretazione dei campi suddetti.
3.3.1 Forma in pianta ed in elevazione
Sotto questa voce il rilevatore dovrà complessivamente valutare la presenza di:
3.3.2 Disposizione tamponature
Sotto questa voce il rilevatore dovrà complessivamente valutare la presenza di dissimetrie generali nella disposizione delle tamponature e/o la presenza di condizioni di vulnerabilità non strutturale, quali:
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Fig. 3.8
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3.4 Coperture
Le coperture influenzano in modo positivo o negativo il comportamento sismico dell'edificio essenzialmente tramite due fattori: il peso e l'eventuale effetto spingente sulle murature perimetrali.

Per un edificio in muratura la condizione ideale è quella di una copertura, leggera, rigida e resistente e ben collegata alla struttura muraria, ossia una copertura che trasmette basse forze d'inerzia (leggerezza) e ridistribuisce le forze sismiche tra le pareti parallele alle azioni, costituendo un ottimo vincolo per le pareti sollecitate fuori del piano.
Queste tre condizioni difficilmente sono realizzabili contemporaneamente. Nelle vecchie costruzioni, le coperture sono spesso spingenti, ossia applicano forze orizzontali ortogonali alle pareti su cui appoggiano, per effetto dei soli carichi verticali. Questa condizione viene aggravata dalle forze sismiche, orizzontali e verticali.
Nella scheda si è ritenuto opportuno identificare come parametri fondamentali, il peso ed il carattere spingente o no della copertura. Di seguito si descrivono sinteticamente le conseguenze di queste due caratteristiche sul comportamento dell'organismo strutturale:
Spingente pesante
Non spingente pesante
Spingente leggera
Non spingente leggera
Da un punto di vista operativo valgono le seguenti considerazioni.
Riguardo al peso si intenderanno generalmente leggere coperture in acciaio o legno (salvo caso di lastre o tegole pesanti, ad esempio in pietra naturale), pesanti coperture in cemento armato.
Riguardo all'effetto spingente si considererà la presenza e/o l'efficacia dei seguenti elementi:
cordolo
muro di spina
catene
trave rigida di colmo
capriate a spinta eliminata su cui gravano travetti longitudinali
Possono dunque presentarsi i casi rappresentati in Tabella 3.1 (il simbolo "x" indicherà la presenza di quell'elemento). Si precisa che le valutazioni associate agli schemi riportati in Tabella hanno carattere indicativo e rappresentano la condizione più probabile soprattutto nei casi in cui non sia possibile indagare nel dettaglio sulle condizioni di vincolo tra gli elementi
Tabella 3.1 - Abaco delle Coperture: valutazione della spinta
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Copertura
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Configurazione statica |
Note |
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spingente |
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Copertura con spinta dipendente dai vincoli |
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Il carattere più o meno spingente di questo schema dipende dalla rigidezza della trave di colmo; travi snelle non consentono di limitare efficacemente l'azione spingente, pertanto, a vantaggio di sicurezza, si propone per questo schema la definizione spingente. Tuttavia se al colmo i travetti sono ben collegati tra loro e/o sono ben collegati alla trave rigida di colmo e al cordolo, la copertura può considerarsi non spingente |
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Copertura |
Configurazione statica |
Note |
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Copertura generalmente non spingente |
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Vanno verificate le condizioni di vincolo al contorno (esistenza di efficaci collegamenti tra gli elementi) In modo che le travi trasmettano alle pareti di sostegno solo carichi verticali |
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Coperture non spingenti |
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Orditura principale disposta longitudinalmente all'inclinazione della falda e poggiante tra due muri perimetrali o tra due capriate a spinta eliminata |
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Copertura piana (presenza di travi orizzontali) |
Si precisa che, qualora la copertura non fosse ispezionabile, la sezione "Coperture" non va compilata e tale circostanza va annotata nelle osservazioni finali.