Il terremoto del 17 luglio nel quadro della sismicità dell'area interessata

INGV, Sezione di Milano

18 luglio 2001, agg. 19 luglio 2001

Il terremoto che ha colpito il Sud Tirolo / Alto Adige nella giornata di ieri è stato caratterizzato dai seguenti parametri, forniti dalla Sala Sismica dell'INGV:

coordinate epicentrali 46.680 Nord 11.070 Est
magnitudo locale 5.2
profondità 18 km

A dispetto del fatto che l'energia rilasciata avrebbe potuto provocare effetti almeno del 7° grado della scala Mercalli, non si hanno notizie di danni superiori al 6° grado.

Questo terremoto rappresenta un fenomeno abbastanza singolare.

Come si può vedere dalla Fig.1, infatti, il terremoto è localizzato in un'area a sismicità molto bassa; nelle vicinanze dell'epicentro non si ricorda un evento della stessa energia negli ultimi 1000 anni Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani - CPTI).

Fig. 1- Sismicità dell'area secondo il Catalogo CPTI

Un'area sismica un po' più attiva è localizzata nella zona dell'Ortles (Alta Valtellina, Val Monastero, Val Venosta occidentale, Alta Val di Sole - si veda la pagina dedicata ai terremoti di Bormio del 1999-2000), mentre un terremoto di energia paragonabile è avvenuto nel 1924 nella zona di Vipiteno.

L'area dove il terremoto è avvenuto non è inclusa nelle zone in cui vige la legge sismica per le nuove costruzioni (http://www.dstn.it/ssn/LEGI/CLASS/italia.html) e non è compresa nelle zone sismogenetiche definite dal modello sismogenetico del Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti (Fig.2).

Fig. 2

Di conseguenza, l'area è fra quelle in cui l'accelerazione massima del suolo attesa in 475 anni risulta fra le più basse di tutta la penisola.

Fig. 3 - Mappe di pericolosità sismica del territorio nazionale GNDT
da http://emidius.itim.mi.cnr.it/GNDT/PS.html

In passato i terremoti hanno prodotto raramente nel Trentino e in Sud-Tirolo/Alto-Adige effetti superiori al 6° grado della scala MCS, che corrisponde a lievi danni non strutturali, e comunque mai superiori al 7° grado (Fig. 4).

Fig. 4

A Bolzano, in particolare, il Database delle Osservazioni Macrosismiche (DOM4.1) segnala danni di grado fra il 6° e il 7° in occasione del terremoto del 1348 (Friuli) e danni lievissimi in occasione del terremoto del 1976 (Friuli) (Fig. 5).
Secondo la Bozener Chronik (Universität Bibliothek, Innbruck, Cod. 502), nel 1348 si ebbero danni a dieci case e a una torre:
Item der selbig erpign warff nider zu Botzn X heuser undd den turn in wagnergasn der erklab sych von ainer gueten potzner elln weit das sachn über hundert menschn und nach dem epridn gieng der turn wider zusamen das man kem zween finger darein möcht legn und der wendl stain zu der pfar kirchn zu Botzn der klob sych von oben herab untzt auf das vierd gaden unnd hern Chunrats thurn auff dem graben klab sych an zwayen enden und geschach dy weil man vesper sanng und dy weil es erpydnns da was es finster pey scheinnder sunen. Anno rev. dm. MCCCXLVIII jarn.

Fig. 5 - Storia sismica osservata di Bolzano

A Merano sono segnalati danni lievissimi in occasione del terremoto del 1976 (Friuli) (Fig. 6).

Fig. 6 - Storia sismica osservata di Merano

Non è possibile, al momento, mettere in relazione questo evento con elementi di tettonica attiva. La scarsità di conoscenze è in parte da mettersi in relazione proprio alla modesta sismicità; lo studio dei terremoti fornisce infatti importanti elementi di conoscenza sulla tettonica attiva e stimola indagini multidisciplinari per la sua comprensione.

Questo terremoto, in definitiva, conferma che è opportuno mettere in conto la possibilità che eventi di questa energia si possano originare praticamente ovunque nel territorio italiano.