Nel CD sono raccolti numerosi documenti relativi al violento terremoto che ha colpito la Turchia il 17 agosto 1999. L'iniziativa della raccolta è stata promossa dai tecnici ricercatori: Ing. Antonio Martinelli (GNDT), Geol. Giuseppe Naso (SSN) e Geol. Andrea Tertulliani (ING), con l'intento iniziale di organizzare le numerose immagini raccolte nel corso della partecipazione, come osservatori, alla missione inviata dal Dipartimento della Protezione Civile il giorno successivo all'evento, per svolgere attività di pronto intervento con l'ausilio di unità cinofile condotte da volontari e vigili del fuoco.

All'archivio, inizialmente costituito raccogliendo e selezionando le immagini tratte dalle numerose foto scattate nel corso della missione, sono state aggiunte altre informazioni, osservazioni e altre immagini selezionate da Internet: in particolare, si è ritenuto utile predisporre i collegamenti ipertestuali per permettere la consultazione dei contenuti dei siti web realizzati: dal Servizio Sismico Nazionale e dall'Istituto Nazionale di Geofisica con gli apporti dei geologi partecipanti alla missione; dal Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti con i risultati di una missione di osservazione svolta dal Prof. Marco Mucciarelli (Università della Basilicata, Potenza), dal Dott. Romano Camassi (GNDT-DISTART, Bologna) e dall'Ing. Maria Rosaria Gallipoli (IMAAA-CNR, Potenza); dalla Bogazici University, Kandilli Observatory & Earthquake Research Institute

(http://www.koeri.boun.edu.tr/depremmuh/earthquake1.htm)

Quest'ultimo, in particolare, è stato tempestivamente creato e accuratamente aggiornato nel corso della crisi sismica e fornisce un ricco ventaglio di dati e riferimenti che bene documentano l'evento sismico attraverso le registrazioni strumentali, gli effetti sull'ambiente e sui manufatti, il contesto sismogenetico nell'ambito della faglia Nord-Anatolica. Inoltre, fornisce un quadro di riferimento delle conoscenze relative al rischio sismico e alla normativa antisismica in Turchia.

 

Le osservazioni degli effetti del sisma sull'ambiente e sulle costruzioni, che è stato possibile effettuare nel corso della missione, sono di necessità limitate ad alcuni luoghi e non approfondite in conseguenza del breve tempo di permanenza e delle condizioni operative. Per il numero contenuto di mezzi di trasporto e per dare il massimo sostegno all'azione di soccorso, l'attività di osservazione tecnica è stata limitata dalla necessità di favorire gli spostamenti delle unità cinofile dal campo base verso i siti di ricerca nella città di Adapazari.

Nella città di Adapazari, pertanto, è stata condotta in prevalenza l'attività di osservazione degli effetti del sisma sugli edifici, le modalità di danneggiamento e di collasso in rapporto alle tipologie edilizie e alle caratteristiche di vulnerabilità e di sito.

Nel corso dello spostamento dal campo base, posto presso la lo stabilimento della Pirelli a Kosecoy distante una decina di chilometri da Izmit, alla base navale nel porto di Golcuk per stabilire i contatti con le nostre forze armate e con il comando della nave San Giorgio, è stato possibile svolgere una ulteriore osservazione "veloce" del danneggiamento della città. La pronta disponibilità dei nostri militari ha reso possibile un volo di ricognizione in elicottero con il quale si sarebbe potuto visionare e documentare fotograficamente il danno su vasta scala, ma le avverse condizioni atmosferiche della giornata hanno permesso solo di sorvolare e documentare l'area maggiormente colpita della città di Golcuk

 

 

Osservazioni sugli effetti del sisma

Il sisma ha colpito nove province, con popolose città (100.000냂.000 ab.) quali Izmit, Golcuk, Adazapari, Yalova, centri di minori dimensioni e quella che rappresenta la zona maggiormente industrializzata della Turchia. Si tratta nel complesso di una regione che ha registrato un notevole sviluppo urbanistico-edilizio nel corso degli ultimi decenni, che ha determinato una netta ed estesa prevalenza di costruzioni in calcestruzzo armato, pur permanendo la molto limitata presenza di tipi edilizi in muratura o appartenenti alla tradizione costruttiva locale. Molti sono naturalmente anche gli edifici destinati alle attività produttive ed industriali. Gli effetti della scossa principale e delle successive repliche hanno interessato l'area che dalla parte più orientale della città di Istambul si sviluppa attorno al golfo di Izmit, proseguendo ad oriente verso l'interno a comprendere Adazapari, fino a Bolu. Gli effetti più disastrosi sono in generale associati, sia nelle zone epicentrali che in quelle non epicentrali, ad aree urbane con marcati effetti di sito.

 

Le osservazioni sul danneggiamento nel corso della missione sono iniziate già nel percorso di trasferimento da Istambul al campo base previsto presso la Pirelli. In particolare si è avuto modo di vedere la raffineria ancora in fiamme e i primi edifici danneggiati in avvicinamento alla città di Izmit. La prima visita alla città di Adazapari è avvenuta la mattina del giorno 19 e si è immediatamente rivelata la situazione catastrofica della parte bassa sia centrale che periferica, caratterizzata da numerosissimi crolli totali e parziali, situazioni di forte deformazione e dissesto dei terreni di fondazione, drammaticamente evidenziato dalla diffusa presenza di edifici fortemente inclinati. Lo scenario era caratterizzato da un intenso traffico veicolare ancora no controllato e dai numerosi abitanti precariamente sistemati lungo le strade e gli spazi liberi attigui alle costruzioni, molti dei quali in attesa dell'intervento delle numerose squadre internazionali di salvataggio già operanti.

è apparso subito evidente che il pesante danneggiamento prevalentemente costituito dal collasso parziale o totale di edifici in c.a. con un numero di piani variabile da 4 a 6NJ è stato fortemente influenzato dagli effetti di sito dipendenti dai terreni poco coerenti di origine fluvio-lacustre, di tipo limo-sabbioso, con falda molto superficiale, che hanno dato luogo, per lo scuotimento sismico, a forti effetti di amplificazione, addensamento e liquefazione, con frequenti manifestazioni superficiali di rottura del terreno. Sono stati anche osservati numerosi casi di ribaltamento completo di fabbricati.

Nella visita alla città di Golcuk sono stati rilevati danneggiamenti agli edifici dello stesso tipo, sempre concentrati in prevalenza nella parte più bassa e pianeggiante. Particolarmente rilevante è risultato il forte abbassamento di un tratto della costa, a partire dal porto della base militare verso il vertice del golfo a oriente, che ha portato il piano di posa di molte opere e costruzioni al di sotto del livello marino di alcuni metri.

Nel seguito si elencano sommariamente alcuni caratteri descrittivi delle tipologie costruttive osservate, le tipologie di danno più frequenti agli edifici e alle infrastrutture che sono parzialmente documentate nelle foto riportate in coda.

 

Tipologie costruttive di Adapazari

Le tipologie edilizie osservate in generale comprendono:

  • in prevalenza costruzioni a struttura in calcestruzzo armato intelaiata; questa tipologia si presenta con pilastri e travi (generalmente alte e meno frequentemente a spessore di solaio) o a setti (spessore di 25ᆲ cm e lunghezza variabile) e travi; i solai sono in travetti e laterizi o in c.a. gettato in opera con nervature; le tamponature, generalmente deboli, sono in laterizio forato o in blocchi di calcestruzzo leggero cellulare (in uso negli ultimi anni); il numero di piani varia da 2Dž fino a 8 o più, con prevalenza di quelli a 4Lj piani; una caratteristica molto diffusa è la presenza di coperture a struttura lignea con manto di tegole sovrapposte agli edifici in c.a. anche di grandi dimensioni, strutture che non sono in generale ben organizzate e collegate al resto del fabbricato;

  • in misura limitata fabbricati abitativi in muratura di mattoni e appartenenti alla tradizione locale fatte in mattoni con intelaiature di legno; il numero di piani è di 1DŽ

  • i fabbricati ad uso produttivo o industriale sono più frequentemente in c.a. prefabbricato e calcestruzzo armato precompresso;

  • le strutture in acciaio sono poco frequenti; non sono stati osservati edifici civili con strutture di questo tipo.

 

Danni agli edifici in c.a.

Gli edifici in c.a. con 4NJ piani risultano, come già accennato, di gran lunga i più colpiti. Gli edifici di 2Dž piani risultano meno danneggiati e spesso in condizioni anche buone. I tipi di danno più frequentemente osservati sono così sintetizzabili:

 

  • Crollo totale con sovrapposizione verticali degli impalcati (frequente);

  • Crollo totale con sovrapposizione traslata ("shiftata") degli impalcati (molto frequente);

  • Crollo con perdita del piano terra per taglio alla base (molto frequente);

  • Ribaltamento completo con o senza effetti disastrosi (episodico);

  • Crollo ai piani intermedi (episodico);

  • Abbassamenti e rotazioni alla base per cedimento del terreno (frequente);

  • Lesioni alle parti strutturali (diffuso);

  • Lesioni alle parti non strutturali (diffuso);

  • Crolli o danneggiamenti delle coperture lignee di cui sopra (diffuso);

 

Danni agli edifici in muratura

  • Per quanto riguarda gli edifici in muratura di mattoni e mattoni e legno si è riscontrato un comportamento diverso con presenza di casi di crollo o forte danneggiamento e casi di danneggiamento meno grave o molto lieve. Specialmente gli edifici tradizionali in mattoni con intelaiature in legno si possono trovare in molti casi collassati forse per gli effetti del forte scuotimento (anche verticale) e spesso in buone condizioni o con lievi danni.

 

Probabile cause del danneggiamento

Le cause sono sicuramente di tipo diverso e in molti casi hanno agito in combinazione tra loro. Va rimarcata l'azione di esasperazione degli effetti sismici determinata dall'interazione col terreno e dal suo specifico comportamento che si ritiene una delle concause di maggiore rilevanza nell'interpretazione del danno, in particolare a Adapazari. Volendo formulare un elenco di fattori ma senza stabilire un ordine di importanza si possono citare i seguenti.

  • Severità locale dello scuotimento in generale, con attenzione anche alla componente verticale.

  • Qualità dei materiali: molto frequente la presenza di armature lisce; il calcestruzzo probabilmente risente della qualità degli inerti di calcari non particolarmente resistenti e spesso ciottolosi, come pure della presenza di sabbie fini probabilmente non ben lavate.

  • Fattori specifici di vulnerabilità e tra questi:

    Disposizioni strutturali non corrette o regolari come:

    • setti resistenti in prevalenza in una sola direzione;

    • pilastri a setto tra pilastri più tozzi collocati in punti delicati quali angoli o interi lati di contorno;

    • piani soffici generalmente a livello terra per presenza di aperture o porticati;

    • armature non ben confinate (non generalizzabile)

     

Come ulteriore osservazione si sottolinea che, sia pure limitatamente a quanto direttamente osservato, le strutture non presentano in generale dimensionamenti inadeguati, anzi l'impressione è di trovarsi in presenza di progettazioni con impostazioni antisismiche e questo fatto è in parte confermato dal contenuto tecnicamente avanzato del regolamento antisismico turco.

 

Danno alle infrastrutture

Si è già detto del grave danno che ha determinato l'incendio della raffineria. Si possono elencare ioltre:

  • danni a molti impianti industriali (capannoni);

  • danni alla linee stradali e ferroviarie (per effetto della rottura della faglia hanno subito vistose dislocazioni);

  • danni alle condotte;

  • danni alle linee elettriche (crolli soprattutto di pali in ambiente urbano).