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Sismicità dell'Alta Valtellina e delle zone
adiacenti
M. Stucchi
Istituto di Ricerca sul Rischio Sismico - CNR, Milano
10 aprile 2000
Indice
Introduzione
La sismicità delle Alpi Centrali
- Terremoti storici simili a quelli recenti
Quadro sismotettonico
Introduzione
L'Alta Valtellina è stata interessata, a partire dalla fine
dell'anno 1999, da numerosi terremoti, alcuni dei quali risentiti in aree abbastanza estese e che hanno
destato paura e preoccupazione nella popolazione (Tab. 1).
Si è trattato di eventi non particolarmente energetici, non frequenti
nell'area ma che, al tempo stesso, hanno alcuni precedenti e sono di un livello
tale da potere provocare lievi danni se generati in prossimità di centri
abitati e a profondità non rilevanti.
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Fig. 1 - Localizzazione degli eventi del 29 - 31 dicembre 1999. (da http://seismo.ethz.ch/homepage.html)
| Fig. 2 - Localizzazione degli eventi del 6 aprile 2000. (da http://seismo.ethz.ch/homepage.html)
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In passato, comunque, i terremoti non hanno prodotto in Alta Valtellina effetti
superiori al 6 grado della scala MCS, che corrisponde a lievi danni non
strutturali.
Fig. 3 - Distribuzione delle massime intensità macrosismiche osservate
nei comuni lombardi.
(da: http://emidius.mi.ingv.it/GNDT/IMAX/max_int_oss.html)
Al fine di meglio comprendere la situazione, vengono fornite nel seguito alcune
informazioni sulla sismicità dell'area, tratte dai seguenti lavori:
Albini P., Morelli G. e Stucchi M., 1994. Alcuni terremoti importanti per
l'Alta Valtellina. In: "Studi sismici in Alta Valtellina", I quaderni
dell'ISMES, 336, pp. 19-42.
Camassi R. e Stucchi M. (eds.), 1996. NT4.1: un catalogo parametrico di
terremoti di area italiana al di sopra della soglia di danno. Rapporto tecnico,
GNDT, Milano, 66 pp. + http://emidius.mi.ingv.it/NT/home.html
Meletti C., Patacca E., Scandone P., 2000. Construction of a seismotectonic
model: the case of Italy. Pageoph, 157, pp. 11-35. +
http://emidius.mi.ingv.it/GNDT/ZONE/zone_sismo.html
Molin D., Stucchi M. e Valensise G., 1996. Massime intensità
macrosismiche osservate nei comuni italiani. Rapporto tecnico per il
Dipartimento della Protezione Civile, GNDT/ING/SSN, Milano-Roma, 203 pp. +
http://emidius.mi.ingv.it/GNDT/IMAX/max_int_oss.html
Monachesi G. e Stucchi M., 1997. DOM4.1, un database di osservazioni
macrosismiche di terremoti di area italiana al di sopra della soglia del danno.
Rapporto tecnico, GNDT, Milano-Macerata, 1052 pp. +
http://emidius.mi.ingv.it./DOM/home.html
Onida M., 1999. Applicazione di tecniche paleosismologiche allo studio di
deformazioni recenti di versante in zone alpine. Università degli Studi
di Milano, Dipartimento di Scienze della Terra, Dottorato di Ricerca in Scienze
della Terra - XII ciclo (1997-1999), Milano, 231 pp. (Tutore: G.
Pasquaré; Co-tutori: F. Forcella; F. Galadini; M. Stucchi).
Servizio Sismico Svizzero (ETH, Zurigo). Sito web
http://seismo.ethz.ch/homepage.html
Stucchi M., Albini P. e Bellettati D., 1993. Valutazione della
attendibilità dei dati sismologici di interesse per il territorio della
Regione Lombardia. Rapporto tecnico per la Regione Lombardia, CNR, Milano, 185
pp.
La sismicità delle Alpi Centrali
Gli epicentri dei terremoti che hanno interessato la regione delle Alpi
Centrali nel periodo 1000-1975 sono rappresentati in Fig. 4.
Fig. 4 - Sismicità delle Alpi Centrali in 4 finestre temporali.
Come si può vedere, fino al secolo scorso sono segnalati solo i
terremoti più forti, nessuno dei quali è localizzato nell'area
degli eventi recenti. Questo può essere dovuto anche al fatto che per
questi eventi non si dispone di notizie abbastanza precise.
A partire dall'inizio di questo secolo notiamo alcuni terremoti paragonabili
per livello energetico a quello del 6 aprile, localizzati nella valle del Fuorn
e nel gruppo dell'Ortles.
Alcuni terremoti simili, per livelli energetici e distribuzione degli
effetti, a quelli del dicembre 1999, si sono verificati nel corso del XX
secolo:
Data Tempo (UTC) Lat Lon Prof ML Area epic.
20Apr1907 13:25 - - 46.4N 10.5E - 4.0 GRAN ZEBRU'
21May1924 15:32 - - 46.6N 10.5E - 4.1 VAL MONASTERO
09Aug1961 13:04 - - 46.6N 10.4E - 4.2 VAL MONASTERO
Terremoti di entità inferiore sono segnalati il 12 dicembre 1887, 13
novembre 1895, 4 settembre 1897, 20 settembre 1910, 12 ottobre 1929.
Negli ultimi 25 anni la installazione di numerose stazioni sismiche, in
territorio sia italiano che svizzero, ha consentito la registrazione e la
localizzazione di un discreto numero di terremoti di bassa energia, utili per
segnalare le zone in cui la crosta è sottoposta a tensioni.
Questa sismicità, assieme a quella del periodo precedente, permette di
evidenziare una fascia di sismicità disposta in direzione NO-SE,
parallela all'asse Gran Zebrù - Ortles, che interseca la fascia attiva
dell'Engadina.
Fig. 8 - Sismicità delle Alpi Centrali nel periodo 1976-1995.
Riassumendo, nelle figure 9 e 10 è rappresentata la sismicità
delle Alpi Centrali nel periodo 1000-1995, suddivisa in due livelli energetici.
Le stelle in verde e rosso rappresentano i terremoti del 29/31 dicembre 1999 e
del 6 aprile 2000.
Fig. 9 - Sismicità delle Alpi Centrali nel periodo 1000 - 1995.
Magnitudo >3.
Le stelline rappresentano i terremoti del 29/31 dicembre 1999, mentre il rombo rappresenta il terremoto del 6 aprile 2000.
Fig.10 - Sismicità delle Alpi Centrali nel periodo 1000 - 1995.
Magnitudo <=3.
Quadro sismotettonico
Le cause di questa sismicità non sono note. Si tratta infatti di
terremoti troppo deboli per lasciare impronte nelle formazioni geologiche di
superficie, impronte che sarebbero peraltro difficili da identificare a causa
del contesto geomorfologico di alta montagna che rende difficile la
registrazione ed il riconoscimento di tali impronte.
Il modello sismogenetico del Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti del
CNR, che racchiude la maggior parte delle aree in cui possono originarsi eventi
di livello paragonabile o superiore a quelli recenti dell'Alta Valtellina,
colloca la zona origine dei terremoti in questione ai margini di una zona
sismogenetica disegnata attorno all'Engadina.
Fig. 11 - Zone sismogenetiche.
(da: http://emidius.mi.ingv.it/GNDT/ZONE/zone_sismo.html)
E' comunque assodato che la cosiddetta Linea Insubrica, una linea di discontinuità molto lunga che coincide per un buon tratto con l'asse delle Valtellina, non è oggi attiva e non può quindi essere responsabile della odierna sismicità.
La fascia di sismicità disposta in direzione NO-SE, parallela all'asse Gran Zebrù - Ortles, corre invece all'incirca parallelamente ad un'altra linea di discontinuità di importanza regionale, la cosidetta Linea dello Zebrù.
Fig. 12
- Carta degli elementi strutturali delle Alpi Centrali significativi al fine della definizione della tettonica attiva.
(a cura di M. Onida)
Essa è stata recentemente classificata, sulla base delle conoscenze geologiche, come una faglia ad attività quaternaria di cui tuttavia non sono evidenti espressioni superficiali dell'attività nel corso degli ultimi 50.000 anni.
Allo stato attuale delle conoscenze, dunque, le cause dell'odierna
sismicità potrebbero esser collegate a questa fascia di
discontinuità tettonica.