Rilievo fotografico degli effetti prodotti dal terremoto Photographic survey of the damaged area


Rilievo degli effetti prodotti dalla sequenza sismica molisana iniziata il 31 ottobre 2002

(aggiornamento al 8 novembre 2002)

A seguito dell'evento sismico verificatosi il 31 ottobre 2002 alle ore 1:32 (Ml 5.4), è stato immediatamente avviato il rilievo del danneggiamento: il rilievo è stato condotto da alcune squadre di tecnici e ricercatori del gruppo di lavoro QUEST (QUick Earthquake Survey Team), ed è tutt'ora in corso di aggiornamento, per il monitoraggio dei possibili aggravamenti del quadro di danneggiamento a seguito delle numerose scosse della sequenza sismica, e in particolare di quella verificatasi il giorno 1 novembre alle ore 16.08 (Ml 5.3).

La valutazione degli effetti è al momento espressa utilizzando la scala MCS, mentre l'elaborazione dei dati per fornire una stima utilizzando la scala EMS98 è in corso. La valutazione del danneggiamento secondo la scala EMS è complessa in quanto numerosi centri colpiti risultano di dimensioni rilevanti e appaiono costituiti da tipologie edilizie molto diversificate, che in qualche caso si costituiscono come agglomerati autonomi all'interno delle diverse aree urbane; va osservato inoltre che alcuni dei comuni colpiti dal terremoto risultano classificati sismici da una ventina di anni, il che in teoria fa ipotizzare la presenza di misure antisismiche nel patrimonio edilizio più recente.

Per ragioni analoghe, anche la stima degli effetti in scala MCS  è qualche volta particolarmente critica.

Le numerose repliche seguite all'evento principale, e particolarmente quella del giorno 1 novembre delle ore 16.08 hanno contribuito ad incrementare il danneggiamento, il cui monitoraggio è tutt'ora in corso.

L'evento principale è stato avvertito in una vasta area dell'Italia centro-meridionale, e ha prodotto danni significativi in un'area ristretta compresa fra i Frentani, il Sannio e la Capitanata, nelle provincie di Campobasso e di Foggia.

Diversi centri appenninici interessati da effetti di danno presentano uno sviluppo urbanistico originariamente localizzato in posizione di culmine, cui sono seguite fasi di espansione in tempi diversi, verso aree limitrofe: l'evoluzione di questi insediamenti è solitamente ben riconoscibile sia spazialmente che cronologicamente.

Gli effetti massimi prodotti dalla sequenza sismica sono quelli riscontrati nella località di S. Giuliano di Puglia: oltre alla presenza di diversi crolli parziali di edifici in muratura nella fascia centrale del paese, sono riscontrabili alcuni crolli totali e un danneggiamento grave pressochè generalizzato. La tipologia edilizia di questa parte del paese è rappresentata da muratura che risale apparentemente al periodo compreso fra gli anni '30 e la seconda metà degli anni '60, con situazioni di elevata vulnerabilità sismica. In particolare, i crolli totali e parziali rivelano la presenza di muratura a sacco (in molti casi mascherata esternamente da conci murari squadrati) e di orizzontamenti in legno non collegati, con la sporadica presenza di catene; in molti casi, edifici in muratura di qualità mediocre hanno subito rimaneggiamenti che ne hanno peggiorato sensibilmente la vulnerabilità, quali, ad esempio, la sovrapposizione di solai o coperture in laterocemento, senza alcun rinforzo delle murature.

A prescindere dalle condizioni geologiche locali e da possibili effetti di amplificazione di sito, di cui si da conto in apposito rapporto tecnico, è possibile osservare una evidente differenziazione degli effetti imputabile alla diversa vulnerabilità sismica delle aree di espansione dell'abitato.

Il nucleo originario, dislocato ai bordi del pendio, il cui sviluppo più recente è riconducibile prevalentemente al XVIII secolo,  presenta infatti un quadro di danneggiamento contenuto, anche in presenza di scarse condizioni di manutenzione. La parte centrale del paese, che si allunga in posizione di sella verso il pendio sovrastante, e' costituita come segnalato da edilizia in muratura di pessima qualità risalente agli anni '30-'70, presenta crolli parziali o totali e danni strutturali generalizzati, in molti casi gravissimi. La parte più alta del paese, di sviluppo più recente, in cui è presente sia muratura che strutture in C.A, presenta livelli di danneggiamento modesto, pur in presenza di condizioni morfologiche non favorevoli o di evidenti irregolarità strutturali.

Alcune località presentano danni differenziati, quantitativamente più modesti. Il danneggiamento più grave (lesioni passanti nei muri perimetrali, crolli parziali) riguarda generalmente edifici in muratura di qualità modesta, spesso in cattivo stato di manutenzione; molto diffuso risulta invece il danneggiamento leggero (lesionamento di pareti all'interno, di volte, distacco di intonaci, ecc.), specie in alcuni centri storici degradati e parzialmente in disuso. Alcuni edifici recenti in CA, presentano lesioni anche gravi delle tamponature, ma in generale il danneggiamento dell'edilizia più recente è sporadico.

Forte differenziazione nel danneggiamento fra le parti più recenti degli abitati e i rispettivi centri storici e' presente in quasi tutte le localita',  come Larino, Colletorto,  S. Croce di Magliano e Casalnuovo Monterotaro. A S. Croce di Magliano sono presenti alcune situazioni di forte danneggiamento alle tamponature di alcuni edifici in CA, in cui si sommano probabilmente condizioni di sito e livello di vulnerabilità strutturale .

A Casalnuovo Monterotaro, la situazione apparentemente piu' grave e' quella rilevata nel centro storico, in cui è generalizzato un quadro fessurativo più o meno rilevante con diversi crolli parziali di edifici in muratura, generalmente degradati, e  numerosi crolli parziali interni di solai e volte. La fascia esterna del paese, più recente e in buono stato di conservazione, non presenta invece situazioni di danneggiamento significativo.

Anche i centri storici di Castellino del Biferno e Ripabottoni presentano crolli parziali, soprattutto in edifici fortemente degradati, in disuso o scarsamente utilizzati. Il degrado del patrimonio edilizio di alcuni centri storici è accentuato dall'assenza di manutenzione ordinaria, per l'accentuato abbandono dei centri storici stessi (vedi i casi di Castellino del Biferno, Ripabottoni, Casalnuovo Monterotaro, Motta Montecorvino, ecc.).

Come segnalato, è tutt'ora in corso il rilievo accurato della distribuzione del danneggiamento, i cui risultati saranno resi disponibili non appena completato il lavoro di raccolta ed elaborazione dei dati; nei prossimi giorni saranno inoltre elaborate tutte le informazioni raccolte, al fine di fornire una stima complessiva del danneggiamento in termini di scala macrosismica europea (EMS98).

 

Danni all'edilizia monumentale

I danni più importanti (con la rilevante eccezione di  S. Giuliano di Puglia) si concentrano nei centri storici, alcuni dei quali risultano di notevole interesse storico e artistico.

Numerose chiese risultano danneggiate, gravemente in area epicentrale, in modo più leggero nelle aree esterne: in alcuni casi il danneggiamneto leggero delle chiese risulta l'unico effetto significativo riscontrato, e come tale non è stato considerato nella stima di intensità, in considerazione soprattutto della preesistenza di quadri fessurativi,

Danni molto gravi ha subito la settecentesca chiesa di S. Maria della Rocca a Casalnuovo Monterotaro: lesione passante nella parete laterale che evidenzia un possibile meccanismo di distacco laterale, lesioni nella parte absidale, in corrispondenza del campanile, distacco di intonaco nella facciata e rottura dell'architrave del portale settecentesco.

La chiesa di S. Giacomo  di S. Croce di Magliano presenta gravi lesioni interne in corrispondenza degli archi, oltre al crollo parziale della cella campanaria (completatosi con la scossa del giorno 1 novembre);  nella Chiesa Madre è evidente l'inizio di distacco fra facciata e campanile.

La chiesa di Castellino sul Biserno presenta il cedimento delle chiavi nelle volte e una lesione verticale  in facciata; lesionata anche la Torre civica. Il campanile della chiesa di Castellino Nuovo ha subito il crollo parziale della cella campanaria.

A Casalvecchio di Puglia la chiesa settecentesca ha subito un crollo parziale del soffitto.

Due chiese di Ripabottoni presentano qualche danno: in particolare la settecentesca chiesa di Santa Maria Assunta presenta il crollo di alcuni blocchi ornamentali e il crollo parziale di una parte alta dell'abside.

La duecentesca Chiesa Matrice di Castelnuovo della Daunia ha evidenziato alcune lesioni interne, mentre la canonica, edificio monumentale di pregio, presenta una lesione passante su una parete laterale, parzialmente preesistente

La torre campanaria della Chiesa di S. Alfonso de Liguori a Colletorto ha una lesione visibile dall'esterno (campanile appena ristrutturato). La Chiesa Madre, già in fase di ristrutturazione, presenta la caduta di grossi frammenti e una vistosa lesione verticale sul lato dx della facciata.

La Chiesa di S. Elena, localizzata su un colle di fronte a S. Croce di Magliano, è parzialmente crollata, evidenziando una gravissima vulnerabilità strutturale (muratura a sacco di pessima qualità, appesantimento delle coperture senza rinforzo della murature, ecc.).

Qualche leggera lesione presenta anche la chiesa di Chieuti, così come le chiese di S. Paolo di Civitate. Analogamente, qualche leggera lesione, in parte preesistente, presenta anche la Chiesa Madre di Motta Montecorvino.

 

Danni alle strutture in CA

In generale gli effetti sull'edilizia in CA appaiono modesti, con l'eccezione di alcuni gravi danni alle tamponature di alcuni edifici a S. Croce di Magliano, edifici tutti concentrati in un'area su pendio nella parte nuova e periferica del paese, il che fa supporre che oltre all'assenza di progettazione antisismica (il comune attualmente risulta non classificato) siano presenti effetti di sito.

Nell'area dei maggiori effetti, che comprende alcuni comuni tuttora non classificati (S. Giuliano, Bonefro, Colletorto), negli edifici più recenti (degli ultimi vent'anni), generalmente in CA, il danno è assente o molto modesto, ad eccezione del caso di Bonefro, ove è riscontrabile un danneggiamento strutturale grave su cemento armato, aggravato dalla scossa del giorno 1 novembre.

Decisamente migliore è il comportamento del CA recente (successivo alla classificazione sismica) nei comuni classificati (Castellino del Biferno in 1a categoria, Ururi, S. Martino in Pensilis, Rotello, Casalnuovo Monterotaro, Casalvecchio e Castelnuovo della Daunia in 2a categoria, Celenza Valfortore e Carlantino in 3a categoria). Solo in pochi casi, alcuni edifici presentano danni anche appariscenti (è il caso di Rotello) alle tamponature, ma nessun danno strutturale.


  Stima delle intensità macrosismiche per la sequenza iniziata con l'evento del 31 ottobre 2002

[aggiornamento al 7 novembre 2002]

Comune longitudine latitudine Is (MCS)
San Giuliano di Puglia* 14,964 41,685

8/9

Bonefro* 14,935 41,704

7

Casalnuovo Monterotaro 15,105 41,620

7

Castellino del Biferno 14,731 41,701

7

Ripabottoni* 14,808 41,688

7

Santa Croce di Magliano* 14,991 41,711

7

Colletorto* 14,970 41,663

6/7

Montelongo* 14,950 41,736

6/7

Casacalenda* 14,848 41,740

6

Montorio nei Frentani* 14,933 41,758

6

Larino* 14,911  41,799

6

Morrone del Sannio 14,781 41,711 

6

Rotello 15,004 41,749

6

Ururi 15,014 41,815

6

Campodipietra 14,748 41,557

5/6

Carlantino 14,976 41,594

5/6

Casalvecchio di Puglia 15,113 41,594

5/6

Castellino Nuovo 14,720 41,680 

5/6

Castelnuovo della Daunia 15,120 41,583

5/6

Celenza Valfortore 14,980 41,560

5/6

Chieuti 15,166 41,843

5/6

Limosano 14,621 41,675

5/6

Lucito 14,688 41,731

5/6

Lupara 14,733 41,762

5/6

Macchia Valfortore* 14,911 41,593

5/6

Petrella Tifernina 14,696 41,691

5/6

Provvidenti* 14,822 41,718

5/6

Toro 14,766 41,570

5/6

Campobasso 14,667 41,557

5

Campolieto 14,766 41,633

5

Castelbottaccio 14,706 41,753

5

Civitacampomarano 14,691 41,780

5

Guglionesi* 14,914 41,912 

5

Lucera 15,335 41,508

5

Monacilioni 14,809 41,609

5

Motta Montecorvino 15,115 41,508

5

Sant'Elia a Pianisi* 14,874 41,620

5

Pietra di Montecorvino 15,128 41,541

5

Ripalimosano 14,665 41,611

5

San Giovanni in Galdo 14,748 41,588

5

San Martino in Pensilis 15,011 41,869

5

San Paolo di Civitate 15,261 41,739

5

Serracapriola  15,159 41,806

5

Termoli  14,993 41,999

5

Torremaggiore  15,292 41,689

5

Volturara Appula  15,052 41,495

5

Sant'Angelo Limosano 14,604 41,692 

5

Acquaviva Collecroce  14,746 41,867

4/5

Castelmauro  14,710 41,828

4/5

Montecilfone* 14,837 41,908

4/5

Palata* 14,785 41,889

4/5

* Principali comuni interessati dal terremoto, attualmente NON classificati sismici


 QUEST (QUick Earthquake Survey Team) riunisce un Team di esperti, promosso da INGV, dedicato al rilievo macrosismico post-terremoto in grado di intervenire in tempo reale, e di fornire, rapidamente ed univocamente, il quadro degli effetti nell'area colpita da un evento sismico, a supporto degli interventi di Protezione Civile e della Comunità Scientifica. A questo Team contribuiscono volontariamente ricercatori e operatori INGV (oltre che di altri enti e Università), con competenze multidisciplinari (sismologia, sismologia storica, geologia, ingegneria, macrosismica), in grado di gestire l'ampio ventaglio di problematiche che si presentano in occasione di un terremoto.

Hanno contribuito al rilievo: R. Camassi, V. Castelli, E. Ercolani, C. Piccarreda (INGV-MI) - F. Bernardini, S. Del Mese, A. Maramai,  A. Massucci, A. Rossi, A. Tertulliani, M. Vecchi (INGV-RM) - V. Bosi, P. Galli (Dipartimento della Protezione Civile) - M. Mucciarelli, R. Gallipoli (Università della Basilicata)


Alcune note sulla vulnerabilità edilizia a S. Giuliano di Puglia (in progress)

Stima speditiva degli effetti di sito a S. Giuliano di Puglia [aggiornamento al 7.11.2002]

 Danneggiamento di struttura in CA a Bonefro


Stima preliminare delle intensita' macrosismiche (agg. h. 16 del 01.11.02)

Stima preliminare delle intensita' macrosismiche (agg. h. 16 del 03.11.02)

Pagina a cura di R. Camassi e E. Ercolani. Ultima modifica 12 novembre 2002


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