Si espongono i risultati di una indagine macrosismica condotta in 362 centri delle provincie di Reggio Calabria, Messina, Catania e Catanzaro, a seguito del terremoto del 16 gennaio 1975. L'entità e l'ubicazione del danneggiamento, così come il complesso dei fenomeni macrosismici accertati, sono analizzati e discussi in relazione alla magnitudo, alla accelerazione orizzontale ed alle caratteristiche meccaniche dei terreni interessati. In Calabria è caratterizzato un andamento, generalmente allungato verso NE, delle isosiste che risultano ravvicinate e regolari sul lato orientale e più sviluppate verso NW sul lato occidentale. In Sicilia invece l'asse delle isosiste appare deviato verso Sud. In tale quadro è possibile individuare alcune zone di anomalia macrosismica negativa, come quelle di Taormina e Messina, e positiva come quella di Bagnara Calabra. Il confronto con le isosiste di quattro terremoti, con epicentro nella medesima zona mette infine in evidenza alcuno direttrici « ricorrenti » ad alto (SE) e basso (NE, WNW, NW) coefficiente di attenuazione macrosismica.
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