Il territorio del comune di Bologna è situato nella parte mediana della fascia pedeappenninica emiliano-romagnola, lungo la quale sono presenti importanti strutture tettoniche sismicamente attive. Più in generale lo stesso territorio ricade, secondo il modello sismotettonico d’Italia del CNR-GNDT [Consiglio Nazionale delle Ricerche - Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti], attualmente in corso di definizione (Scandone et al., 1990), nella zona “in compressione” corrispondente al fronte dell’Appennino settentrionale, che si sviluppa lungo il margine padano-adriatico dell’Appennino stesso dalle coste abruzzesi fino quasi in Piemonte.
Tale zona in compressione, determinata dal lento movimento differenziale dell’Appennino settentrionale verso NE e dal conseguente contatto con l’avanpaese padano-adriatico, risulta interrotta in più parti da strutture tettoniche trasversali anch’esse sismicamente attive.
In generale tutto il margine padano-adriatico dell’Appennino settentrionale è sede di una importante sismicità, di cui fa parte anche quella relativa all’area pedeappenninica bolognese, dove hanno avuto origine i terremoti del 1929.
Negli anni tra il 1929 ed il 1931 gran parte del fronte dell’Appennino settentrionale fu interessato da una notevole attività sismica il cui evento principale è rappresentato dal terremoto di Senigallia del 30 ottobre 1930, classificato del grado IX della scala Mercalli-Cancani-Sieberg (MCS).
Negli stessi anni anche la fascia pedeappeninica emiliano-romagnola fu sede, particolarmente nel tratto bolognese, di notevole attività sismica, la cui fase critica si verificò nell’aprile-maggio 1929.
Secondo il catalogo dei terremoti italiani (Postpischl, 1985b) tra il 10 aprile ed il 12 maggio si verificarono 42 scosse di terremoto, di cui 2 di VII grado MCS, 1 di VI-VII e 2 di VI; quasi tutte le scosse furono avvertite anche nella città di Bologna, dove causarono leggeri danni e non poca apprensione, tanto che buona parte della popolazione preferiva vivere fuori dalle abitazioni per paura di crolli.
Il presente studio intende ricostruire propriamente questo periodo sismico, indagando specificamente gli effetti prodotti nell’area urbana bolognese, senza però dimenticare il contesto storico e sismologico in cui si verifica questo evento.
La parte di ricerca dedicata alla ricostruzione del quadro storico è principalmente finalizzata alla contestualizzazione dell’evento e quindi a consentire una piena e corretta utilizzazione della documentazione disponibile; l’inquadramento sismologico, e quindi la definizione della pericolosità sismica dell’area bolognese in base alle conoscenze disponibili, intende evidenziare le caratteristiche di questo periodo sismico in relazione alla storia sismica di quest’area.