Il terremoto, avvenuto alle ore 13.41 (GMT), fu risentito in tutta la provincia di Roma ed interessò con i massimi effetti, riferibili al VI grado MCS, una limitatissima area situata immediatamente a NW di Monte Mario (fig. 13 e tab. 5). Leggeri danni ad edifici si verificarono, infatti, nei dintorni sia dell'attuale chiesa di San Francesco d'Assisi (all'epoca del terremoto veniva chiamata «Sanr'Onofrio in Campagna»), che della vicina stazione «Monte Mario» della linea ferroviaria Roma-Viterbo. Nell'area danneggiata, nel complesso comunemente denominata «Sant'Onofrio» ed attualmente densamente popolata, erano presenti all'epoca soprattutto case di tipo rurale; da ricordare che tra gli edifici dan-neggiati figuravano anche la caserma dei Carabinieri e «l'abitazione del sanitario».
Le informazioni raccolte riguardanti il terremoto e, in particolare, il risentimento in Roma sono in massima parte dovute alle opere di Martinelli (1912 e 1913), di RIGUZZI & TERTULLIANI (1992 e 1993) ed a notizie di cronaca, ricavate attraverso la consultazione delle seguenti testate: «L'Avanti», «L'Avvenire d'Italia», «Il Corriere della Sera», «Il Corriere d'Italia», «Il Giornale d'Italia», «Il Giorno», «Il Messaggero», «Il Popolo Romano», «La Ragione», «La Tribuna», «La Vita», «L'Italie», «L'Osservatore Romano» ed «Il Roma».
Il quadro degli effetti verificatisi nell'area urbana di Roma può essere così riassunto:
- grande panico nei quartieri Trionfale e Prati, sia perché più vicini all'epicentro del terremoto, sia perché, secondo notizie di cronaca, «molti profughi dalle Calabrie sparsero il panico tra la popolazione»; panico venne anche segnalato in Trastevere, nel quartiere Testaccio e nelle zone di Porta Pia e Porta San Lorenzo;
- i danni agli edifici furono molto lievi, limitati a pochissimi edifici (una quindicina) e quasi sempre costituiti dall'aggravamento di lesioni già esistenti.
Nonostante la scarsa consistenza dei danni, risulta d'interesse la distribuzione dei punti di danneggiamento individuati: come si può notare in fig. 14, ricadono quasi tutti (n. 12 su un totale di n. 15) sulle alluvioni oloceniche, non lontano dalle sponde del Tevere, nella zona grosso modo compresa tra Castel Sant' Angelo e l'Isola Tiberina.