Fioraso, 2020. La sismicità delle Alpi Cozie. Indagine storica e contesto geologico. Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto di Geoscienze e Georisorse.
La storiografia sismica costituisce uno dei principali strumenti di indagine per definire la pericolosità sismica di un territorio, ancor più se abbinata ad altre discipline scientifiche quali l’archeosismologia e la paleosismologia in grado di investigare intervalli temporali più ampi. In tal senso, il Piemonte si caratterizza rispetto ad altre regioni italiane per avere un quadro della sismicità storica non particolarmente ricco di eventi spintisi oltre la soglia del danno. La cronologia sismica riguardante il territorio piemontese, e più specificatamente l’area relativa all’arco alpino occidentale, appare tuttavia parzialmente incompleta e con ampi margini di incertezza, soprattutto in relazione alla localizzazione e alla severità degli eventi principali e alla distribuzione dei loro effetti sul territorio. In questo studio vengono illustrati i risultati di un’indagine finalizzata ad approfondire alcuni aspetti legati alla caratterizzazione della pericolosità sismica delle Alpi Cozie centro-settentrionali e del Pinerolese, territorio nel quale si sono registrati i due maggiori terremoti piemontesi, avvenuti rispettivamente il 9 marzo 1753 (I0 = 7,5) e il 2 aprile 1808 (I0 = 8). Per la revisione della cronologia sismica e soprattutto per lo studio dei terremoti del 1753 e del 1808 è stata condotta un’approfondita rivisitazione della documentazione edita, costituita dalle monografie e dagli studi a essi specificamente dedicati, dai numerosi testi di storiografia locale, dai cataloghi sismici settecenteschi, ottocenteschi e da quelli pubblicati alla fine del secolo scorso nonché dai numerosi cataloghi digitali relativi alla sismicità storica del territorio italiano (CPTI15, DBMI15 e CFTI5Med), del territorio francese (SisFrance) e di quello elvetico (ECOS 09). Sulla scorta delle informazioni disponibili si è quindi proceduto a un’accurata indagine archivistica che ha consentito la raccolta e la catalogazione di una ricca documentazione inedita conservata presso gli archivi facenti capo a svariate amministrazioni e istituzioni operanti sul territorio piemontese: l’Archivio di Stato di Torino; gli archivi vescovili di Pinerolo e di Asti; gli archivi di 35 tra i comuni maggiormente colpiti dagli eventi sismici; l’Archivio Storico Valdese e quello dell’Ordine Mauriziano; infine gli archivi parrocchiali di S. Donato a Pinerolo, di S. Maria di Staffarda a Revello e del Priorato di S. Giusto a Mentoulles. I dati così raccolti sono stati trascritti e archiviati su piattaforma GIS, strumento con il quale è stato possibile garantire una loro precisa ubicazione geografica e al contempo una loro facile interrogazione ed elaborazione. Per l’evento del 1808 è stata effettuata una mappatura dei danni a scala comunale riguardante 52 dei comuni maggiormente colpiti dal sisma. Si è quindi proceduto alla caratterizzazione dei danni a scala subcomunale: a tal fine, a un numero significativo di edifici di varia tipologia e destinazione d’uso (complessivamente in numero di 269, comprendendo edifici pubblici, civili, religiosi e militari) è stato attribuito il grado di danneggiamento tramite l’utilizzo della European Macroseismic Scale - EMS 98. Per un numero limitato di municipalità è stato inoltre possibile determinare, in termini statistici, il grado di danneggiamento su tutti gli edifici residenziali che hanno registrato gli effetti del sisma. La notevole mole di informazioni così elaborate ha consentito di aggiornare i piani quotati con le intensità macrosismiche, integrandoli con l’inserimento di un significativo numero di nuove località e definendo con maggiore accuratezza il perimetro dell’area epicentrale. Per i due eventi del 1753 e del 1808 non sono emerse informazioni in grado di attestare “effetti primari”. Per contro, piuttosto folta è la casistica riguardante gli “effetti secondari” documentati sul paesaggio naturale: sono state segnalate anomalie idrologiche delle acque superficiali e sotterranee (nelle fasi pre-, sin- e post-evento), fenomeni di instabilità dei versanti di varia natura e dimensione e fenomeni di fessurazione del terreno (ground crack). Con riferimento a quanto indicato nella Environmental Seismic Intensity scale - ESI 2007, il nutrito campione di effetti secondari documentati nel Pinerolese e soprattutto i loro parametri dimensionali appaiono coerenti con un evento sismico di intensità I0 = 8 attribuita sulla scorta degli effetti sul tessuto urbano. L’evento del 1808, oltre a determinare un ampio spettro di fenomenologie cosismiche di superficie, si è contraddistinto per le diverse e specifiche risposte al segnale sismico osservate in varie località del Pinerolese, sia nel suo settore alpino, sia in quello pedemontano. Ciò trova una logica spiegazione nell’assetto stratigrafico locale e nelle caratteristiche morfologiche del territorio. A tal fine viene illustrato l’esempio dell’Abbazia di Staffarda, la cui stabilità venne gravemente compromessa dai terremoti ottocenteschi del 1808, del 1828 e del 1887. Nel caso del terremoto vogherese (1828) e di quello ligure (1887), in particolare, le distanze del complesso abbaziale dalle rispettive aree epicentrali lasciano supporre una notevole amplificazione locale del segnale sismico per effetto delle specifiche condizioni geologico-stratigrafiche che caratterizzano il sito di Staffarda. La sismicità storica del Pinerolese si colloca in un contesto geografico caratterizzato da manifestazioni paleosismologiche di varia natura, evidenza e significato (strutture fragili, soft-sediment deformation s.l. e sismiti). Per quanto tali indizi appaiano spesso di difficile interpretazione dal punto di vista genetico e al momento non inquadrabili in un contesto sismotettonico unitario, esse tuttavia lasciano intuire per le Alpi Cozie una certa vivacità in termini di mobilità tettonica congruente con il quadro della sismicità storica fin qui emerso.
Nell'archivio ci sono In the archive there are 2 terremoti provenienti da questo studio: earthquakes considered from this study:
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